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Sanremo 2021, pubblico all’Ariston? Il Prefetto dice no

Il Prefetto è categorico: “Nessuna eccezione per il Festival di Sanremo 2021”. Il DPCM in vigore fino al 5 marzo vieta il pubblico in sala.

21 Gennaio 2021 10:17

Sanremo 2021 sarà senza pubblico pagante o su invito, essendo in vigore fino al 5 marzo un DPCM che vieta spettacoli aperti al pubblico nei teatri e nei cinema, anche all’aperto: lo ha ribadito il Prefetto della ‘città dei fiori’ Alberto Intini. Unica possibilità percorribile per avere gente in teatro è il reclutamento di “un numero ridotto” di figuranti, dice il Prefetto: e fin qui tutto pacifico, visto che l’ipotesi tanto caldeggiata da Amadeus perché ci sia del pubblico all’Ariston durante i 5 giorni del Festival prevede la presenza di figuranti – da contrattualizzare, testare e forse da isolare su una nave da crociera – non certo di pubblico che giri incontrollato tra foyer, platea e galleria del teatro (galleria che peraltro potrebbe essere riservata ai soli fotografi, vanificando così il desiderio di normalità di Amadeus). Ma quel “numero ridotto” potrebbe essere terreno di scontro, visto che il Direttore Artistico ha sempre parlato di teatro pieno e non riempito a scacchiera. Il Decreto in vigore fino alla penultima serata del Festival lascia però aperti scenari incerti per la Finale di sabato 6 marzo, sulla  quale al momento il Prefetto non si sbilancia:

“E’ ancora tutto in itinere e prima di compiere valutazioni bisognerà capire l’evolversi della situazione: l’unica cosa che mi sento di dire è che la norma è chiara e Sanremo non sarà un’eccezione”.

La dichiarazione del Prefetto Intini arriva dopo un primo incontro con i verici Rai avvenuto ieri, cui seguiranno nei prossimi giorni incontri con l’ASL locale e con il Sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, per analizzare nel dettaglio il protocollo sanitario e organizzativo che Viale Mazzini sta mettendo a punto – come annunciato nella riunione preparatoria di qualche giorno fa – per conciliare le richieste del Direttore Artistico, che ritiene il pubblico essenziale per lo svolgimento del Festival, e le esigenze di sicurezza sanitaria.

Una sicurezza richiesta a gran voce anche da FIMI – la Federazione dell’industria musicale italiana che ha chiesto espressamente un protocollo validato dal Comitato tecnico scientifico –  e da Afi – Associazione fonografici Italiani che ha raccolto le istanze di FIMI e dei Produttori Musicali Indipendenti (PMI) per rivolgersi direttamente al Ministro della Salute Roberto Speranza e chiedere, come riporta ANSA”

“di intervenire quanto prima per definire le linee guida necessarie a garantire la sicurezza sanitaria del Festival di Sanremo. La scelta di confermare la kermesse per il prossimo mese di marzo, senza un chiaro protocollo, è eticamente sbagliata. Non si può rischiare con la salute delle persone”.

Insomma, c’è fiducia.

La questione sicurezza anti-Covid non riguarda solo il pubblico nel teatro Ariston, ovviamente: intorno al Festival si muovono migliaia di persone, tra personale Rai, giornalisti accreditati, addetti ai lavori, cantanti ed entourages, discografici, oltre ai tanti curiosi che si muovono verso i luoghi cruciali dell’evento e i moltissimi in cerca di notorietà. Il Prefetto è quindi entrato anche nel merito dei progetti collaterali al Festical in sé dichiarando che “il programma televisivo sarà tarato in base ai riverberi che può avere sulla città“. In questo senso, le esigenze della collettività potranno (e dovranno) rimodulare la natura dell’evento, soprattutto all’aperto: il pensiero va quindi subito al Corso e Piazza Colombo, che l’anno scorso ha accolto un palco per concerti.

Decisamente ridotta, inoltre, la quantità di giornalisti accreditati: stando a quanto riporta l’ANSA, non dovrebbero essere più di 70-80 (versus le centinaia di una edizione normale) distribuiti tra la Sala Stampa Lucio Dalla del Palafiori e il Casinò, distrubizione che libera la tradizionale sala stampa del Roof dell’Ariston, luogo d’assembramento per eccezione. Ma sui numeri si attende conferma.

Due aspetti, però, stupiscono di tutta questo balletto sulle misure di sicurezza per Sanremo 2021. La prima è che si stia valutando operativamente la situazione solo ora, come se l’Autunno e l’inizio dell’Inverno potessero portare sostanziali novità (positive) nell’andamento della Pandemia (e non prendiamoci in giro circa l’alleggerimento da vaccino per cui ci vorranno ancora mesi, se non anni perché vada a regime). Il tutto con allestimenti già in corso.

La seconda è che sembra proprio che Sanremo 2021 stia facendo di tutto per complicarsi la vita e mettere al centro dell’attenzione non più la musica ma la Pandemia, sotto forma di intestardimento per avere il pubblico in teatro. Amadeus continua a ribadire che il pubblico all’Ariston ci sarà e che si tratta di una condicio sine qua non: come detto, l’ultima occasione per ribadirlo è stata la riunione tra vertici Rai e Direzione Artistica dopo il DPCM del 15 gennaio scorso. Nasce spontanea una domanda: è davvero necessario che un evento televisivo, prima ancora che musicale, abbia bisogno del pubblico in sala? Certo, sarebbe meglio, ma se deve diventare una criticità economica, organizzativa e istituzionale non avrebbe più senso concentrarsi su un progetto televisivo e non su un protocollo sanitario che deve già fare i conti con una cittadina  e con un cast BIg che  da solo conta 26 cantanti e annesse corti al seguito? Eppure la tv, se fatta bene, sa superare anche questo: ma bisogna avere delle idee…