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Propaganda Live, i suoi reportage #dasbarco sono il vero fact-checking sui migranti

Propaganda Live ha dedicato le ultime due settimane al racconto di quello che accade sulle navi ONG con i #reportagedasbarco di Bianchi. Da non perdere.

19 Novembre 2022 11:47

Propaganda Live è uno dei pochissimi pprogrammi che, da sempre, va sul posto per raccontare quel che succede. Lo ha fatto, ad esempio, con i grandi terremoti che hanno sconvolto il Paese negli ultimi anni (L’Aquila e Centro Italia su tutti), raccontando i fatti e soprattutto seguendo gli eventi del post, che sono sempre quelli meno raccontati, se non ignorati. Ha sempre portato camera e microfoni là dove il giornalismo tv va raramente – talvolta con inviati davvero bravi, anche in spazi meno istituzionali di altri, ma si tratta di eccezioni da contare sulle dita di una mano –  per raccontare i fatti dal basso e non dall’alto del minuto e mezzo del servizio da confezionare. Che poi il tempo è relativo se non sai cosa e come raccontare e soprattutto se non hai un punto di vista da offrire.

Se non va di persona, Propaganda ospita chi è a contatto quotidiano con l’orrore: è il caso di Francesca Mannocchi, in questi mesi inviata de La Stampa nell’Ucraina invasa dalla Russia; i suoi scorci sulla quotidianità della guerra sono la cosa più potente che si possa vedere in Italia in questo momento sul conflitto. Qualcuno avrà il coraggio di parlare di infotainment, di giornalismo ‘emozionale’: la verità è che la storia è fatta di storie personale e se non si parte da quelle non si ha la dimensione dei fatti. Per chi segue la trasmissione non sto dicendo niente di nuovo, lo so. (e chi non la segue, per lo più non ne apprezza temi, approcci e contenuti).

Suo è anche il miglior racconto del dietro le quinte della politica, soprattutto dei suoi momenti istituzionali: dalle campagne elettorali alla formazione dei nuovi Governi, con un ‘format’ imbattibile ormai che riguarda la copertura delle Crisi di Governo e ancora di più le Presidenziali. Il Fantacitorio ne è una diretta conseguenza.

Ebbene, nelle ultime due settimane Diego Bianchi ha fatto quello che nessuno ha fatto: è andato sulla Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere battente bandiera norvegese che è diventata il vessillo della ‘nuova’ politica anti-migranti del Governo Meloni, e ha mostrato quel che succede in un giorno come un altro, ammassati, malati, senza nulla se non la loro dignità e sogni da realizzare.

Venerdì 11 novembre il lungo racconto di Diego Bianchi ha portato gli spettatori a guardare negli occhi uomini, donne e bambini in mare da settimane, e ancor prima in lager, e ancor prima in viaggio per raggiungere una barca che li portasse di là da mare. Persone, prima di tutto, con cui Bianchi si è fermato a parlare. Ogni inquadratura è stata un viaggio in una vita classificata come ‘carico residuale’. Lo sbarco selettivo è stata una delle cose più atroci raccontate. Non si può descrivere, si deve solo vedere (ed è qui, sul sito de La7).

Propaganda Live

Ieri sera, Diego Bianchi è riuscito a fare anche di più: ha alternato le immagini registrate sulla nave di MSF – per qualcuno ‘Centri Sociali Galleggianti’ – con le dichiarazioni del Ministro degli Interni Piantedosi nell’informativa al Senato della Repubblica dello scorso 16 novembre su quanto avvenuto sulle navi delle ONG. Ne è venuto fuori un fact-checking micidiale. Una cosa apparentemente ‘semplice’, ‘elementare’. Ma che ha fatto solo lui. E che vi suggeriamo di vedere, sempre sul sito di La7 (in attesa della clip, potete trovare il reportage dal minuto 1.42.00 della puntata integrale).

Tra le storie del ‘carico residuale’, ovvero coloro che sono stati lasciati a bordo dopo lo sbarco di minori e malati, è spiccata la storia di Milad, due figlie e una moglie rimaste in Siria che sogna di portare in Italia. Ed è attraverso (anche) i suoi occhi e le sue parole, il suo mantra disperato (“Perché non posso scendere? Perché state distruggendo il mio sogno? Queste sono le mie bambine? Perché ci fate questo?“).

Propaganda Live

A lui Makkox ha dedicato l’immagine simbolo del reportage di ieri.

L’hashtag #Propagandadasbarco ha offerto, dunque, in queste ultime due settimane documenti potentissimi. Sembrerebbe difficile ignorarli. Sembrerebbe.

Chiudiamo con le parole di Francesca Schianchi:

“Su questo tema neanche gli altri paesi hanno grandi soluzioni da dare. Speriamo che si esca dalla propaganda e si cominci a cercare delle soluzioni reali”.

E finora chi va oltre la propaganda è proprio Propaganda…

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