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Portobello, la vedova di Enzo Tortora contro la Clerici: “Avrebbe dovuto ricordare la vicenda giudiziaria”

Alla vedova di Enzo Tortora non è piaciuto l’omaggio al compianto marito.

pubblicato 30 Ottobre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 06:24

Sabato sera su Rai 1 è tornato Portobello, il mercatino televisivo ideato da Enzo Tortora nel 1977. La trasmissione, come saprete, è stata l’ultima in ordine cronologico ad essere investita dalla tendenza reboot, e ha rivisto il proprio linguaggio e i propri contenuti rimodulati alla contemporaneità e sopratutto alla conduzione di Antonella Clerici, nuova padrona di casa.

Buona la prima per il programma, che nonostante non abbia “vinto” la serata, difficilissima, del sabato ha portato a casa un risultato soddisfacente. Purtroppo per la Clerici il programma ha portato a casa anche una polemica molto aspra, portata avanti da Francesca Scoppelliti, la compagna del defunto Enzo Tortora.

Quale sarebbe la colpa della vulcanica conduttrice Rai? Quella di non aver ricordato – durante i ringraziamenti di rito e i riferimenti alla versione originale – la causa della morte di Tortora. Come i più sapranno Enzo Tortora è stato vittima di uno dei casi di malagiustizia più contestati della storia giudiziaria italiana: il conduttore fu processato ed incarcerato per reati gravissimi, tra cui l’associazione di stampo camorristico. Le accuse caddero e ne venne dimostrata l’innocenza, ma gli effetti del carcere e dell’immeritata gogna mediatica segnarono tantissimo l’artista, che un anno dopo l’assoluzione morì.

Ma veniamo all’accusa della Scoppelliti. Con una lettera a Repubblica la vedova di Tortora ha tuonato contro il programma con queste parole:

Sabato sera è partita una nuova edizione di Portobello con la conduzione di Antonella Clerici, alla quale è toccato dare il giusto riconoscimento ai meriti professionali di Enzo Tortora, ideatore e conduttore del fortunato programma.

Peccato che abbia dimenticato di dire che quel bravo giornalista, quell’uomo perbene, è stato vittima di una vergognosa vicenda giudiziaria che lo ha portato alla morte nel 1988.  A sentire il ‘commosso ricordo’, sembrava quasi che Enzo Tortora fosse morto di vecchiaia, dopo vari successi televisivi e non – come invece è – di malagiustizia dopo un clamoroso arresto e un vergognoso processo che lo ho voluto a tutti i costi colpevole.

Al centro dell’invettiva quindi c’è l’omissione del dettaglio legale, che per la Scoppelliti è diventato motivo (a buon ragione) di attivismo: la vedova infatti è Presidente della Fondazione per la Giustizia Giusta Enzo Tortora.

La missiva poi integra dettagli giudiziari legati al processo che, per amor di cronaca e dovere di completezza, vi riportiamo:

Certo, il processo in Appello e la Cassazione poi hanno riconosciuto la sua completa estraneità alle gravi accuse lanciate dalla procura napoletana, ma il male era stato fatto. A dispetto di chi lo voleva camorrista Enzo Tortora si è fatto leader di una nobile battaglia per la giustizia giusta e non si può pensare di rendergli memoria cancellando dalla memoria quella ultima parte della sua vita, quella sua battaglia per lo stato di diritto che è stato il suo ultimo e più importante impegno. La sua trasmissione più drammatica e più nobile.

Durante le interviste per la promozione e il lancio del programma Antonella Clerici ha ricordato più volte di godere del pieno appoggio delle figlie di Tortora, Silvia e Gaia, che hanno voluto conoscere la conduttrice prima di affidarle l’importante “brand”. Forse non aveva messo in conto le invettive della vedova. Sabato rimedierà alla mancanza di cui è stata accusata?