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Per lo Speciale Ulisse su Piero Angela basta una parola: grazie

Rispetto, stima e e amore le parole d’ordine dello Speciale Ulisse su Piero Angela: uno spartito di emozioni senza retorica.

pubblicato 26 Maggio 2023 aggiornato 24 Novembre 2023 11:30

Grazie.

Grazie a Piero Angela. Grazie ad Alberto Angela. Grazie ai collaboratori che hanno messo insieme un’antologia ragionata e sentimentale della vita professionale e umana di una figura senza dubbio ‘bigger than life’. Grazie a Rai 1 che lo ha messo in onda. Grazie a Mattarella per essersi fatto portavoce di una comunità.

Grazie al programma per aver ricordato il valore civile e politico della conoscenza e della cultura, l’importanza della condivisione e della memoria, il senso di responsabilità che deriva dall’essere parte del consesso civile.

Grazie anche per aver iniziato il racconto riprendendo l’esempio del padre di Piero Angela, Carlo, antifascista convinto, espostosi contro Mussolini ai tempi del delitto Matteotti, impegnato nel proteggere e salvare ebrei, tanto da essere nominato Giusto tra le Nazioni. Una storia venuta fuori dalla riconoscenza, non dalla vanità dei singoli. “I giusti sono ovunque: sono tante le persone che hanno aiutato altre persone. Caricarsi le sofferenze degli altri è uno dei migliori antidoti contro gli orrori della guerra e uno dei principali viatici per la pace“, dice Alberto chiudendo la pagina dedicata al nonno Carlo, che non ha mai conosciuto.

Piero Angela, un viaggio lungo una vita che intreccia la storia del Paese e l’intimità di una famiglia

Grazie, dicevamo.

È la prima, e forse anche, l’unica cosa che viene da dire dopo aver visto lo Speciale Ulisse condotto da Alberto Angela e scritto con la delicatezza, e la cura, di una merlettaia di Vermeer.

 

L’inizio sontuoso sull’aria della Quarta Corda di Bach ha dato subito un’impronta di solennità vista l’assoluta eccezionalità dell’evento – non ci sarà mai nulla di simile, mai un figlio che racconterà la grandezza del padre incarnandone le migliori qualità -, poi stemperata da uno dei momenti più intimi, Alberto Angela che racconta al grande pubblico quel che Parigi ha rappresentato per “suo papà”. Lo struggimento, la tenerezza, la nostalgia, il passato che si fa confidenza con milioni di telespettatori nel ricordo di quando il papà portava lui e la sorella – “eravamo davvero piccolissimi” – sul belvedere dell’Arco di Trionfo. Alberto Angela a Parigi che ricorda la sua infanzia nei dettagli delle uscite di famiglia non può che far scaturire un immediato “grazie”.

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Un racconto delicato e soffice, fatto di amore, stima e rispetto

Ogni filo, ogni tono, ogni parola è stata – come sempre – soppesata per creare quel racconto avvolgente proprio dello stile degli Angela, ma qui ogni parola ha anche la sofficità dell’amore, del rispetto, della stima che ogni ospite ha voluto lasciarvi.

Un racconto fatto per lo più di sorrisi quando arrivano le prime testimonianze di chi lo ha conosciuto: il primo incontro con Barbero, la passione per il jazz ripercorsa con Stefano Bollani, la dedizione al lavoro riportata dai collaboratori.

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Sorrisi e struggimento al pensiero di quel che ogni momento della scrittura e della registrazione ha potuto significare per il figlio; riconoscenza e meraviglia nel lasciarsi trascinare nella costruzione di un racconto senza sbavature, senza concessioni alla retorica, ma intessuto sul filo della stima e del rispetto per l’uomo e per il professionista, prima ancora che per il padre.

“Raro, e lo dico da collega, vedere una persona che ha fatto così tanto.”

Il “touche de classe”: la ricerca del repertorio

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Che la squadra di Ulisse/Meraviglie/SuperQuark sappia scrivere non è una novità. Nei programmi di Alberto Angela, poi, uno dei punti di forza sono senza dubbio le immagini – sempre in gloria i dronisti delle squadre Rai – e anche qui non mancano: le immagini di Parigi e di Torino non deludono.

Ma in questo caso le immagini che colpiscono ed emozionano sono quelle di repertorio: da quelle del giovanissimo Piero, giornalista alle prese col Nagra, a quelle che lo immortalano nei suoi tanti programmi.

Speciale Ulisse

“Un viaggio lungo una vita” che non finisce: lo Speciale è una staffetta tra padre e figlio

La bellezza e la cura nel recupero dei materiali di repertorio fa sì che venga intessuta una continua staffetta tra padre e figlio: Alberto ripercorre la vita di Piero, ma nello stesso tempo gli lascia la parola, gli lascia lo spazio dei suoi stessi ricordi. Ne recupera poi il testimone e riprendere il filo della narrazione per svelare qualche retroscena, per spiegare la complessità del lavoro del padre agli esordi della tv – e nell’era pioneristica della divulgazione scientifica -, per raccontare quel che avveniva in casa Angela, tra Parigi e Bruxelles, tra Torino e Roma. Il tutto sempre con uno sguardo all’attualità: il recupero dei racconti da inviato da guerra tra Algeria e Vietnam sono il modo per ricordare che quelle immagini e quelle parole sono le stesse che possono vedersi oggi, in metà pianeta.

Speciale Ulisse Piero Angela

Speciale Ulisse Piero Angela: uno spartito di emozioni

Il filo conduttore di tutto, per quanto sempre misurato e rispettosamente ‘sabaudo’ nelle sue forme, resta però l’emozione. L’emozione tangibile del figlio, l’emozione comprensibile di chi ci ha lavorato, l’emozione di chi segue da casa, alternando curiosità e deferenza, nostalgia e divertimento. Ma principio e fine hanno una nota comune: la commozione. Difficile non commuoversi in quell’inizio sontuoso, difficile non farlo di fronte all’appello di un Piero ormai vicino alla fine che richiama tutti all’impegno immediato perché di tempo non ce ne più; difficile, se non impossibile, non commuoversi nel salutare Piero con le parole di Alberto che commenta il murales realizzato vicono Torino.

“Sembra quasi che il rapporto con mio padre non si sia mai interrotto. Ringrazio tutti sentitamente per questo grande affetto nei confronti di mio padre. […] Quando termina un’avventura è normale essere tristi. Da sempre gli esseri umani cercano di comprendere il senso di una fine e spesso non si riesce a trovare un senso. Perché in fondo nulla finisce veramente, neanche le persone. Io credo che abbiamo il dovere nei confronti delle persone che abbiamo amato e che ci hanno amato di proseguire il loro pensiero, di piantare le loro idee in un nuovo terreno, quello del presente, e di vivere con entusiasmo e con gioia come se lo facessimo anche per loro”.

E la lettura della sua ultima lettera, indimenticabile (e che Alberto esorta a non dimenticare) è la chiusura perfetta di una serata irripetibile (anche se così interessante che un altro ‘capitolo’ non ci dispiacerebbe).

La lettera di Piero Angela

“Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate anche voi di fare la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio.”Il pensiero di Piero Angela, la sua visione del mondo rimarranno con noi per molto tempo ancora. #Ulisse #Rai1

Posted by Ulisse on Thursday, May 25, 2023

 

Una commozione, però, dolce, dettata sì dalla consapevolezza della perdita, di un tempo andato, ma addolcita, per l’appunto, dalla consapevolezza che quel che Piero Angela ha fatto non andrà perduto. E che il testimone è saldamente nelle mani del figlio Alberto.

Lo Speciale Ulisse svela anche un inedito Alberto…

In questo speciale, davvero un unicum, il pubblico tv ha conosciuto un Piero Angela da prospettive inedite. Questo è stato possibile soprattutto grazie a un inedito Alberto, che non ha mancato di condividere i propri ricordi personali, le memorie di figlio e di collega, che ha rinunciato a un po’ della sua ‘riservatezza’ per far conoscere meglio il padre, che si è messo in gioco in prima persona più di quanto ci sia capitato di vedere in tanti anni. Ogni “mio papà”, ogni “mio padre”, ma anche ogni “Piero” sono stati uno scorcio nel suo privato.

Ed è proprio ad Alberto che va il nostro più grande, partecipato, sentito e caloroso grazie per questo omaggio al padre e, anche e soprattutto, al suo pubblico.

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