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Perché i Tg Rai oggi non vanno in onda?

I Tg Rai sono in sciopero per tutta la giornata di oggi, lunedì 6 maggio: le ragioni dell’Usigrai e le risposte dell’azienda

6 Maggio 2024 16:01

UPDATE: come denunciano i giornalisti Rai in sciopero, diversi direttori hanno organizzato doppi turni o stanno facendo leva su giovani collaboratori per far andare regolarmente in onda le varie edizioni dei Tg. L’edizione del Tg2 del 13:00 è andata in onda, così come l’edizione delle 13:30 del Tg1. Edizioni che Usigrai ha definito “col trucco” in un’apposita nota:

“Pur di tentare di boicottare lo sciopero proclamato dall’Usigrai – a cui ha aderito la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai – i direttori di Tg1 e Tg2, con spirito anti-sindacale, hanno deciso di mandare in onda le edizioni delle 13.30 e delle 13 con servizi e collegamenti insolitamente lunghi per raggiungere la maggior durata possibile (comunque inferiore a quella consueta). La verità è che così facendo hanno quasi completamente cancellato interi temi e intere notizie come cronaca e economia. Un inganno ai cittadini per mascherare il fallimento del boicottaggio. Pur di dare l’impressione che lo sciopero fosse fallito i direttori di Tg1 e Tg2 hanno concentrato i pochi al lavoro in una sola edizione facendo saltare le altre. Ad ora, ad esempio, al Tg2 su una programmazione prevista di 135 minuti sono andati in onda appena 26 minuti. Al Tg1 su 186 minuti, solo 28. Non siamo noi, evidentemente, a diffondere fake news”.

Non è andato in onda, invece, il Tg3 delle 14:20, così come le edizioni dei TgR ad eccezione del TgR Puglia, per il quale Usigrai ha denunciato “un fatto senza precedenti”.

“[Il TgR delle 14 è andato in onda] nonostante il fatto che la stragrande maggioranza dei colleghi abbia aderito alla protesta e l’assemblea di redazione abbia espresso a larghissima maggioranza (con 18 voti favorevoli e 1 contrario) la volontà di aderire alla mobilitazione. Il direttore della Tgr e il caporedattore grazie ad una minoranza di colleghi si sono assunti, invece, la responsabilità di mandare in onda il telegiornale, nonostante fossero presenti solo 5 giornalisti oltre al caporedattore, su un totale di 22 in orario nella giornata odierna. […] È una responsabilità grave ed è una scelta che ci addolora e ci preoccupa. Dev’essere chiaro, però, che si tratta della decisione di una minoranza che non rappresenta il corpo redazionale al quale va la solidarietà del coordinamento dei cdr della Tgr”

si legge in una nota del sindacato.

Il Giro d’Italia va in onda senza telecronaca.

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Una giornata senza Tg Rai: oggi, lunedì 6 maggio, i giornalisti iscritti al sindacato Usigrai sono in sciopero, come annunciato dallo scorso 25 aprile. Un’agitazione che si inquadra nel malcontento che da tempo i giornalisti manifestano circa la gestione dell’informazione in casa Rai. Per tutta la giornata di oggi, e fino alle 5:30 di martedì 7 maggio, i telegiornali e gli spazi di approfondimento legati alle varie testate dell’informazione Rai non andranno in onda, modificando così i palinsesti e le offerte tv delle reti generaliste e della all news Rai News che sta offrendo una programmazione realizzata prima dello sciopero (come la grafica evidenzia).

Non possono aderire allo sciopero “nel rispetto delle regole fissate dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali” i giornalisti del Giornale Radio Rai “già impegnati in uno sciopero sabato 27 aprile contro l’ipotesi di accorpamento del Gr Sport con Rai Sport e di Gr Parlamento con Rai Parlamento che svuoterebbe Radio1 della sua vocazione all news senza alcun vantaggio per la testata e l’azienda“, come specificato dalla stessa Usigrai.

Perché scioperano i giornalisti Rai lunedì 6 maggio?

Lo scorso 25 aprile, il sindacato Usigrai annunciava l’agitazione per lunedì 6 maggio con una nota nella quale chiariva le ragioni della mobilitazione.

“Il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai, le carenze di organico in tutte le redazioni, il no dell’azienda ad una selezione pubblica per giornalisti, la mancata sostituzione delle maternità, la disdetta dell’accordo sul premio di risultato, senza una reale disponibilità alla trattativa, la mancata stabilizzazione dei colleghi precari”
Le ragioni dello sciopero sono state chiarite anche con un videomessaggio trasmesso ieri nelle principali edizioni dei Tg Rai.

La risposta della Rai

Tg Rai sciopero 6 maggio 2024

L’azienda ha replicato alle accuse del sindacato adottando la stessa ‘strategia’, ovvero attraverso un videomessaggio che accusa l’iniziativa dei giornalisti di essere essenzialmente politica.
“La decisione del sindacato Usigrai di scioperare su motivazioni che niente hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche”
l’attacco scelto dall’Azienda, che poi cerca di motivare le proprie azioni.

“L’attuale governance della Rai sta lavorando per trasformare il Servizio Pubblico in una moderna Digital Media Company. Un lavoro complesso che ha trovato attuazione in un coraggioso Piano Industriale votato dal CdA Rai e oggi in via di realizzazione dall’intera azienda.

I giornalisti che lavorano nelle testate della Rai rappresentano una risorsa fondamentale nell’espletamento del lavoro di informazione e approfondimento che è alla base dell’esistenza del Servizio Pubblico. Per questo si sta lavorando a un nuovo modello in linea con le nuove sfide del giornalismo e che non mette in discussione diritti acquisiti, né posti di lavoro”.

Si entra poi nel merito delle questioni poste da Usigrai:

“1. Alcuna censura o bavaglio è stato messo sull’informazione e si invita l’Usigrai a cessare di promuovere fake news che generano danno d’immagine all’azienda;

2. l’Azienda ha proceduto all’adeguamento del sistema premiante dei giornalisti a quello di tutti gli altri dipendenti;

3. l’impossibilità, nell’attuale quadro economico, di aprire nuovi concorsi pubblici per nuove assunzioni giornalistiche a fronte di un organico di oltre 2000 unità, mentre si rendono invece necessari processi di ottimizzazione che consentano di valorizzare l’organico esistente. In questa direzione vanno le razionalizzazioni approvate dal CdA Rai”.

La chiosa non è meno dura:

“Lo sciopero del sindacato Usigrai, a un mese dalle Elezioni Europee, oltre a impoverire l’offerta informativa, espone il Servizio Pubblico a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all’informazione, caposaldo della democrazia”.

La replica dell’USIGRai all’azienda: “Toni da padroni delle ferriere”

L’Usigrai non ha esitato a replicare al commento dell’azienda sulle ragioni dello sciopero.

“Quando non si hanno contenuti, la si butta sull’accusa stantia di fare politica e di far circolare fake news, un’accusa gravissima nei confronti di tutti i giornalisti e le giornaliste della Rai, che punta a screditare un’intera categoria. Si mettono in fila argomenti, questi sì, che non reggono alla prova dei fatti:
1. l’azienda sta già riducendo gli organici non sostituendo le uscite per pensionamento.
2. alle selezioni pubbliche preferisce le chiamate dirette per le prime utilizzazioni in rete.
3. intanto però nega il riconoscimento del giusto contratto a decine di precari della cosiddetta fase 2.
4. la proposta aziendale sul premio di risultato sottrae ai giornalisti una parte economica riconosciuta invece agli altri dipendenti.
5. su censure e bavagli, basta leggere i giornali italiani e internazionali delle ultime settimane. A proposito, che fine hanno fatto i “provvedimenti drastici” annunciati dall’Ad dopo il caso Scurati?
Infine, chi sottrae tempo all’informazione ancora una volta è l’azienda: l’Usigrai si attiene alle regole con un comunicato di 1 minuto, la protervia aziendale impone una replica che dura il doppio”.

Inoltre Usigrai ha organizzato un incontro aperto con i giornalisti Rai per parlare delle ragioni dello sciopero dei Tg Rai per lunedì 6 maggio alle 11.00 presso la sede della Stampa Estera: hanno partecipato Serena Bortone, Vittorio Di Trapani – Presidente FNSI -, Daniele Macheda – Segretario Usigrai -, Sigfrido Ranucci, con Costanze Reuscher nel ruolo della moderatrice.