Home Il Papa in tv: dalla telefonata di Wojtyla alla telefonica di Francesco, il ‘genere’ si evolve

Il Papa in tv: dalla telefonata di Wojtyla alla telefonica di Francesco, il ‘genere’ si evolve

Dalla telefonata di Wojtyla a Vespa alla telefonica di Francesco a Tv 2000: quel che sembrava impensabile è diventato realtà.

pubblicato 15 Novembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 08:23

Papa Francesco intervistato da Tv200o sabato 14 novembre è stato un vero e proprio evento tv, ma il flusso di notizie da Parigi ha finito per ‘oscurarne’ non solo la portata mediale, ma anche storica. Mai, a memoria mediatica, un Papa ha concesso un’intervista telefonica a una tv, sia pure quella della CEI, insomma ‘di famiglia’. Il suo messaggio sarebbe potuto passare, agevolmente, anche attraverso un video messaggio realizzato dal Centro Televisivo Vaticano, come del resto è avvenuto spesso in passato. E invece Papa Francesco ha acconsentito a un collegamento con il direttore di Tv2000 per commentare gli eventi di Parigi. E la differenza è sostanziale.

E’ l’ennesima ‘novità’ mediatica di Papa Francesco, che fin dall’inizio del suo Pontificato ha fatto chiaramente capire che il telefono avrebbe ricoperto un ruolo importante, o meglio lo stesso che aveva per lui da ‘semplice’ monsignore. Le sue telefonate a sorpresa ad amici e parenti per salutarli e ringraziarli subito dopo l’elezione, così come le chiamate a malati e prelati – spesso increduli, talvolta incauti nelle risposte – hanno immediatamente colpito gli osservatori e gli esperti vaticanisti.

Vero è che la ‘caduta dei muri’ della comunicazione vaticana si deve a Papa Giovanni Paolo II (e al suo storico portavoce Joaquín Navarro-Valls). Wojtyla dette già un’ampia spallata alle rigide formule che regolavano i rapporti tra Santa Sede e Stampa introducendo, ad esempio, le conferenze ‘aeree’ e arrivando all’eccezionale intervista concessa all’amico e connazionale Jas Gawronski, pubblicata nel 1993 su La Stampa. Fu lui a ‘varcare la soglia’ della tv con la telefonata in diretta a Porta a Porta per ringraziare Bruno Vespa dello speciale sui  ‘primi’ 20 anni del suo Pontificato. Era il 1998 ed era la prima volta che un Papa si inseriva nel flusso televisivo in ‘prima persona’. La membrana tra ‘sacro’ e ‘reale’, tra ‘mediale’ e ‘spirituale’ si ruppe, creando un precedente su cui si è poi ben inserito Papa Francesco.

Primo passaggio di Bergoglio l’intervista concessa a Televisa, una tv messicana, nel marzo 2015. Anche quella fu una ‘prima volta’, un punto focale nella storia delle comunicazioni papali ‘moderne’, che farei risalire al primo messaggio radio di un Papa: era il 12 febbraio 1931 e Papa Pio XI inaugurò la Radio Vaticana parlando direttamente ai fedeli. Una rivoluzione. Venne poi la prima ripresa tv con Papa Pio XII (che dedicò ai mezzi di comunicazione di massa un’enciclica), ma grande parte della trasformazione delle comunicazioni papali si deve soprattutto alle ‘infrazioni’ al cerimoniale vaticano di Papa Luciani, che divennero poi con Giovanni Paolo II ‘regola’ e stile pastorale.

Papa Francesco, dal canto suo, si è perfettamente inserito nel solco tracciato da Papa Wojtyla; anzi, ha adottato un aratro ancora più ampio per segnare il terreno. La telefonica a Tv2000 apre, in fondo, una nuova stagione della comunicazione papale. La telefonata resta, anche simbolicamente, più efficace di qualsiasi social media, che può sempre celare una mano ‘aliena’. Il telefono, invece, è la quintessenza della quotidianità, l’opposto della sacralità. E dopo il debutto sui canali di ‘famiglia’ mi aspetto, prima o poi, una telefonatina di Papa Francesco in diretta tv a qualche altra emittente. Una buona occasione, in fondo, potrebbe essere l’imminente Giubileo della Misericordia, che si aprirà il prossimo 8 dicembre. E mentre immagino Vespa già in cerca della miglior ricezione, non posso che pensare che è già iniziata la lotta per chi si assicurerà la prossima “Esclusiva” con Papa Francesco.

Tv2000