Natale in casa Cupiello, Salemme omaggia Eduardo tra reinterpretazione e filologia
Vincenzo Salemme porpone il suo “Lucarie'”, amante del presepe e inconsapevole ‘vittima’ degli eventi, in una versione che recupera gli ‘originali’ eduardiani e riscrive il protagonista in maniera convincente

Il Natale in casa Cupiello di Vincenzo Salemme è andato in scena in diretta tv su Rai 1 e non ha deluso. Sebbene alcuni ‘presunti puristi’ eduardiani siano sempre pronti a massacrare qualsiasi versione che non sia quella registrata da De Filippo circa 50 anni fa – condannando così le sue opere all’oblio – la continua rivisitazione delle commedie di Eduardo in tv è la testimonianza della loro attualità e della loro vivacità. Eppure la prima teatrale di questo Natale devastante per la famiglia Cupiello risale a 93 anni fa: era il 1931 quando De Filippo raccontava dell’infelicità e delle miserie umane che si dispiegano davanti all’anima pura e ingenua di Luca in un giorno che invece doveva essere la ‘celebrazione’ della famiglia.
Vincenzo Salemme fa quello che andava fatto: riprende il testo e lo fa proprio, senza snaturarlo. Semplicemente sa che non deve – e non può – scimmiottare Eduardo, ma nello stesso tempo vuole rendere lo spirito di Luca in tutte le sue sfaccettature. Un’operazione che di semplice non ha nulla e che passa attraverso una serie di scelte molto contemporanee da un lato e molto filologiche dall’altro.
Salemme rende il personaggio di Luca più ‘leggero’ forse di quello incarnato da De Filippo e puntella gli atti, anche il terzo – il più tragico – di trovate ‘scarpettiane’, restando dunque nell’alveo della tradizione della ‘famiglia’ di Eduardo (in sé quintessenza di quel detto/non detto che infarscisce la vicenda dei Cupiello). Si pensi all’etimologia del “Capitone”, che fugge e si nasconde tra i carboni per mimetizzarsi dimostrando così di ‘aver capito’ tutto, o al passaggio di mano in mano della borsa del dottore quando va a visitare un Luca agonizzante. Ma fin dalle prime battute, Salemme costruisce un Luca più aperto, giustamente più giovane, a fronte di un cast che invece mantiene l’impronta ‘tradizionale’ della pièce.
Il recupero filologico di Salemme
Se, dunque, da una parte Salemme offre giustamente al pubblico il ‘suo’ Lucarie’, dall’altra sceglie di portare in scena il racconto della pasta e fagioli, assente nel testo tràdito da Einaudi, ma proposto da Eduardo sia nella versione tv del 1962 che in quella del 1977. Un’attenzione ai precedenti eduardiani che culmina nella scelta di mettere in scena il momento più intimo, più struggente, più amaro di tutta l’opera, che neanche De Filippo aveva mai proposto al pubblico televisivo, se non con un leggerissimo accenno nel 1962: è il delirio finale di Luca, che rivolge gli occhi al cielo descrivendo un presepe immaginario, in qualche modo il suo ‘paradiso’.
([…] Luca disperde lo sguardo lontano, come per inseguire una visione incantevole: un Presepe grande come il mondo, sul quale scorge il brulichio festoso di uomini veri, ma piccoli piccoli, che si danno un dà fare incredibile per giungere in fretta alla capanna, dove un vero asinello e una vera mucca, piccoli anch’essi come gli uomini, stanno riscaldando con i loro fiati un Gesù bambino grande grande che palpita e piange, come piangerebbe un qualunque neonato piccolo piccolo…)
scrive De Filippo descrivendo nel testo gli ultimi momenti di Luca, che riserva le sue ultime parole proprio al presepe (“Ma che bellu Presebbio! Quanto è bello!“). Salemme sceglie, filologicamente e coraggiosamente, di portarlo al pubblico. E commuove.
In questa resa tv menzione speciale va al direttore della fotografia Sandro Carotenuto e alla regia di Barbara Napolitano, che Salemme ha definito “una leonessa” nei ringraziamenti al termine della rappresentazione: un altro bel momento che la tv meritava. Il pubblico è sempre il primo pensiero di Salemme, e si vede. E noi aspettiamo un’altra occasione per vedere il teatro in diretta.
Natale in casa Cupiello, Salemme in diretta su Rai 1 col classico di Eduardo De Filippo
Vincenzo Salemme torna col teatro in diretta e questa volta lo fa con uno dei capisaldi del teatro di Eduardo De Filippo, Natale in casa Cupiello, che ha portato in tournée lo scorso anno e col quale ora approda live su Rai 1.
Un doppio ‘salto mortale’ per Salemme, che rinnova l’esperimento inaugurato con grande successo nel 2019 e ribadito nel 2023 con una selezione di sue commedie e al contempo lascia la propria scrittura per misurarsi con una delle opere più conosciute e amate di De Filippo. Ricordiamo, infatti, che Salemme andò in scena live su Rai 2 nel 2019 con il ciclo “Il bello… della diretta”, che si concluse la sera di Natale con “Una festa esagerata”, che si arricchì nel 2023 con la commedia “Napoletano? E famme ‘na pizza“.
Ma il teatro è sempre ‘in diretta’ e Salemme ne è maestro: qui la bravura è anche (se non tutta) nella combinazione tra regia teatrale e televisiva, ciascuna impegnata ad ‘assecondare’ ed esaltare l’altra. Da una parte, dunque, troviamo la regia teatrale di Salemme, che ha studiato con attenzione la versione tv di Eduardo del 1977, e dall’altra quella di Barbara Napolitano, già firma delle opere in diretta di Salemme, che conosce bene l’Auditorium di Napoli e l’arte teatrale, e che ha ‘dimestichezza’ col piacere della recitazione e dell’improvvisazione propria di Salemme.
E il teatro, del resto, respira col pubblico: in questo senso, la resa televisiva di uno spèttacolo teatrale come quelli di Salemme ha bisogno di rigore ed elasticità, caratteristiche che il suo teatro in diretta sfrutta con grande capacità. E a ricordarcelo c’è anche lo speciale sul backstage de Il bello della diretta, che suggeriamo sempre di recuperare.
Ma veniamo a questo nuovo capitolo dell”enciclopedia’ del teatro in diretta curato da Salemme, che in questo Santo Stefano 2024 viene ‘promosso’ su Rai 1. E bastano gli scatti di scena per far capire quanto l’attore, e regista e drammaturgo, abbia fatto propri il testo e l’interpretazione di Eduardo offrendone la propria versione, senza scimmiottamenti.
Il Natale in casa Cupiello di Salemme
“Mi sono avventurato nel capolavoro di Eduardo, mettendo in piedi una macchina pazzesca, davanti e dietro le quinte, a cui lavorano più di 40 persone. Portare in scena per la prima volta un’opera così fondamentale per il teatro italiano è stata una gioia immensa. Attraverso il meraviglioso testo di Eduardo, respirando le sue parole ho potuto riscoprire una civiltà culturale che credo si stia affievolendo nel mondo di oggi. Anche per questa ragione, quindi, non potrei essere più felice di averlo ritrovato sul palco”.
Queste le parole con cui Vincenzo Salemme ha presentato il suo Natale in casa Cupiello, di cui offre una versione ‘inedita’ dopo aver respirato l’opera eduardiana nel suo farsi per la tv nel 1977, dal momento che il giovane Salemme incontrò De Filippo a Cinecittà, dov’era per fare la comparsa, proprio durante le registrazioni per la Rai, prima di lavorare con lui negli ultimi due anni di vita di Eduardo e per 12 in quella del figlio Luca.
“Lo incontrai in una pausa della lavorazione. Aveva sulle spalle lo scialle color vinaccia pallido, un camicione da notte e i mutandoni che finivano dentro i calzettoni di lana. Era il costume della commedia più bella, più amara, più divertente, più sentimentale, più intensa, più malinconica, più festosa, più struggente della storia: Natale in casa Cupiello. Sono passati, da allora, ben 47 anni”.
Il desiderio di misurarsi con questo ruolo albergava da tempo e a lungo Salemme ha lavorato a questa sua versione
“La voglia di tornare in quella casa degli anni ‘40 del secolo scorso, di sentire il freddo del dopoguerra addolcito dai preparativi del presepe, la voglia di rivedere quel prototipo di bamboccione, indimenticabile nelle sembianze di Luca De Filippo, la voglia di sentire le zampogne a fare da colonna sonora alla forza travolgente e incontrollabile delle passioni della figlia, la voglia di rivedere la potenza disperata di Concetta/Pupella, le sue lacrime di fronte al pericolo della disgregazione familiare, la voglia di abbracciare la tenera impotenza di Luca Cupiello di fronte alle promesse disilluse della vita, quella voglia non mi ha mai lasciato. Ecco perché ho deciso di mettere in scena questo capolavoro. E di farlo come io ho imparato a fare in questo mestiere. Con semplicità e amore. Amore per le mie origini, amore per Eduardo, per Luca, amore per quei Natali passati davanti alla televisione per scaldarci il cuore tra una manciata di struffoli e una giocata a tombola”.
Le attese non possono che essere molto, molto alte. L’attenzione è tutta sul terzo atto e sul finale drammatico e struggente nella scrittura di De Filippo.
Il cast artistico
Con Vincenzo Salemme, ovviamente nel ruolo di Luca Cupiello, c’è la sua compagnia, composta da Antonella Cioli, Antonio Guerriero, Franco Pinelli, Vincenzo Borrino, Sergio D’Auria, Fernanda Pinto, Oscarino Di Maio, Agostino Pannone, Pina Giarmanà, Geremia Longobardo, Nuvoletta Lucarelli, Gennaro Guazzo, Marianna Liguori. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Francesca Romana Scudiero, le luci di Cesare Accetta e le musiche di Nicola Piovani.
Il cast tecnico
La produzione dell’opera teatrale è di “Chi è di scena”, la produzione esecutiva di Gianpiero Mirra e Daniela De Rosa per “Diana Or.i.s.”, mentre la produzione tv è affidata a Rai Cultura con la regia televisiva di Barbara Napolitano.
Come vedere in live streaming e in diretta tv Natale in casa Cupiello
La versione di Natale in casa Cupiello di Vincenzo Salemme va in onda su Rai 1 e in live streaming su RaiPlay giovedì 26 dicembre 2024 in prima serata rigorosamente in diretta dall’Auditorium Domenico Scarlatti del CPTv Rai di Napoli.
Natale in casa Cupiello in tv, i precedenti
A memoria, sono quattro – con quella di Salemme – le versioni di Natale in casa Cupiello trasmesse in tv. Le prime due sono state realizzate da Eduardo: una prima versione risale al 1962, con Nina De Padova nel ruolo Concetta e Pietro De Vico in quello di Tommasino (aka Nennillo); la più celebre, però, è quella del 1977, sempre diretta da De Filippo, con Pupella Maggio nel ruolo della moglie e Luca De Filippo in quello di Nennillo. Veniamo poi alla versione teatral-cinematografica-televisiva diretta da Edoardo De Angelis con Sergio Castellitto protagonista (e non fu la peggiore della trilogia eduardiana con Castellitto). Tutte sono disponibili su RaiPlay.
Ricordiamo anche che la Prima risale al 1931: fu portata in scena da De Filippo e dalla sua compagnia la sera di Natale a Napoli.