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Mr. Robot: finale di stagione rimandato. Troppo simile ai fatti in Virginia

Coraggiosa scelta di USA Network, per rispetto nei confronti delle vittime

pubblicato 27 Agosto 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 11:32

Ieri doveva andare in onda il finale di stagione di Mr. Robot.

Ma non è stato trasmesso.

Ecco perché: lo spiega la pagina ufficiale della serie tv su Facebook.

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The previously filmed season finale of Mr. Robot contains a graphic scene similar in nature to today’s tragic events in…

Posted by Mr. Robot on Wednesday, August 26, 2015

Per i non anglofoni, la traduzione:

«Il finale di stagione di Mr. Robot contiene una scena in grafica, di natura simile ai tragici eventi di oggi in Virginia. Per rispetto delle vittime, delle loro famiglie e colleghi, e dei nostri telespettatori, abbiamo deciso di rimandare la puntata di stasera.

Il nostro pensiero va a tutte le persone colpite in questo momento difficile».

Si trattaa, insomma, di una scelta.

Una scelta interessante, che testimonia non solo la lungimiranza e la capacità di lettura della realtà contemporanea dei creatori di questa serie, ma anche la possibilità di scegliere, appunto.

Sia giornalisticamente, sia nell’intrattenimento, sia nella fiction.

La segnalazione di questa interessante notizia ci viene da Raffaele Napoli, sceneggiatore, story editor e spettatore della serie. Ecco come ne ha parlato a luglio, proprio Raffaele.

Mr. Robot, una presentazione di Raffaele Napoli

USA Network è una “basic cable” (compresa cioè nell’abbonamento base di milioni di americani, senza dover sborsare ulteriori dollari come nel caso delle più blasonate HBO, AMC, Showtime, FX) senza infamia e senza lode, che trasmette i rerun (compresi tutte le declinazioni di Law and Order) della Universal nonché qualche produzione originale che non ha mai fatto gridare al miracolo alla critica televisiva: roba tipo Psich, Monk, White Collar, Burn notice. Sam Esmail era fino a poco tempo fa il relativamente illustre sconosciuto che aveva la fortuna di essere fotografato accanto alla sua fidanzata Emmy Rossum (beato lui), la bella e brava protagonista di Shameless US. Eppure grazie a lui, Usa Network è ora sulla bocca di tutti per aver fatto finalmente quel salto di qualità accanto alle cable di cui sopra (un po’ come accadde per Starz grazie al compianto Boss). Ma che cosa ha fatto Sam Esmail?

Ha creato la serie Mr. Robot, che ha un punteggio altissimo su Rotten Tomatoes e Imdb, già rinnovata per una seconda stagione dopo cinque episodi (su dieci) della prima.
Anche per me è la serie rivelazione dell’anno, perché è in grado di intercettare, in modo narrativamente brillante, temi molto sensibili, come la guerra alle Multinazionali, il fenomeno di Anonimous, le rivelazioni di Snowden e, prima ancora, di wikileaks.

Il protagonista è un oscuro tecnico di computer che lavora per una società che fornisce sicurezza informatica. Il loro più grande cliente è la E Corp, la classica conglomerata che possiede e fabbrica di tutto, dai computer agli elettrodomestici alle automobili, i cui azionisti appartengono al famigerato 1% della popolazione più ricca del mondo. Ma Elliot (questo è il nome del protagonista) è anche un disadattato sociale, tossicodipendente, ed è intenzionato a far pagare alla Evil Corp (come la chiama lui) quello che è accaduto a suo padre, morto a causa dell’inquinamento provocato da uno stabilimento posseduto dalla multinazionale.
Elliot entra così in contatto con la FSociety, un gruppo di hacker intenzionati a distruggere la Evil Corp. E con il suo aiuto, forse, ce la faranno.

La serie ci fa entrare nei meandri della mente di Elliot attraverso la sua voce/pensiero. Nonostante io sia allergico alla voce fuori campo (da usare sempre con parsimonia), qui è sfruttata con grande perizia. Elliot ha dei tratti in comune con un altro personaggio icona di qualche anno fa, Dexter Morgan. Come Dexter lavorava ufficialmente alla omicidi di Miami, e segretamente era un assassino seriale, così Elliot lavora in una società che dovrebbe monitorare gli attacchi informatici ma segretamente è un esperto hacker. La sua voce fuori campo è profonda e ricca come quella di Dexter, quando ci descrive i suoi stati d’animo o i suoi pensieri sul mondo.

La parte più interessante della serie è la descrizione della vita virtuale dei personaggi che Elliot incontra sulla sua strada. Qualunque ne sia il motivo (ricattarli o per semplice curiosità) Elliot scandaglia la vita on line di tutti, rubando le loro password delle mail, dei social network, penetrando in tutti i loro segreti, perché tutti ne hanno.
Inquietante e molto attuale.

Raffaele Napoli