Home Notizie È morta Lina Wertmuller, protagonista del cinema italiano: aveva 93 anni

È morta Lina Wertmuller, protagonista del cinema italiano: aveva 93 anni

La scomparsa di Lina Wertmuller annunciata da un amico di famiglia. Fin da giovane ha dedicato la sua vita al cinema e al teatro.

9 Dicembre 2021 12:22

La notizia è stata diramata nella tarda mattinata di oggi, giovedì 9 dicembre 2021: Lina Wertmuller, nome di prestigio del panorama cinematografico italiano è morta. Aveva 93 anni. È stato Il corriere della sera a dare qualche dettaglio in più spiegando che l’annuncio è stato dato da un amico di famiglia sui social, mentre la famiglia ha dichiarato che la regista “è mancata serenamente a casa, vicino alla figlia e ai suoi cari“.

Sorriso sempre acceso, così come la sua lungimirante e ricca carriera, Lina Wertmuller (all’anagrafe Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich) ha lasciato un’impronta ben marcata nel cinema e nel teatro.

Non avrei potuto fare tutto quello che ho fatto se non fosse stato per il mio carattere positivo – disse in un’intervista a Valerio Ruiz (regista del documentario su Wertmuller Dietro gli occhiali bianchi) – La mia natura mi porta a vedere il bicchiere mezzo pieno, nonostante le disgrazie che possono capitare e che fanno parte della vita. Come dicevo, sono stata anche molto fortunata.

Lina Wertmuller: gli esordi e i successi

Fin da adolescente la sua ambizione è stata quella di poter riempire la sua vita di arte, per questo si iscrive all’accademia teatrale di Pietro Sharoff grazie ad una mano altrettanto prestigiosa, quella di Marcello Mastoianni. Costruisce le fondamenta del suo percorso artistico come animatrice e regista di spettacoli per il teatro dei burattini di Maria Signorelli. La sua crescita passa per grandi nomi dell’ambiente come Guido Salvini, Giorgio de Lullo, Pietro Garinei e Sandro Giovannini, padri della commedia musicale.

Nel 1953, a 25 anni, approda dietro le quinte del grande schermo. Le viene affidata la mansione di assistente alla regia per una pellicola che segna l’esordio di Virna Lisi come protagonista intitolato E Napoli canta. Più avanti Federico Fellini la scelse al suo fianco come aiutante sia per La dolce vita nel 1960 e per 8 e mezzo nel 1963, un anno (quest’ultimo) che vede la sua crescita professionale diventando regista per il suo primo film: I basilischi.

Per citare altri successi della regista dobbiamo passare nella metà degli anni ’70 che segnano un sodalizio artistico con Giancarlo Giannini: Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchiaTravolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. 

Nella seconda metà di questo decennio agguanta una tripla nomination ai Premi Oscar del 1977: migliore regia, miglior film straniero e migliore sceneggiatura per Pasqualino Settebellezze, altra sua creatura cinematografica.

A proposito di Premio Oscar, Lina Wertmuller costruisce un precedente diventando la prima donna candidata nella categoria migliore regista. 43 anni dopo, nel 2019 è stata vincitrice del premio Oscar alla carriera.

Citando altre produzioni dietro la cinepresa, Lina Wertmuller ha diretto Io speriamo che me la cavo (1992) con Paolo Villaggio, Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sess0 e politica con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti.

Il suo carattere sicuro, ironico e determinato non è mai passato inosservato. Sempre dall’intervista realizzata da Valerio Ruiz, affermò:

Un artista è un artista, gareggia in una categoria a parte. Questo è il mio credo. Mi dà fastidio quando la politica di genere vorrebbe che si producessero più film di registe donne per il solo fatto che siano donne. Lo trovo sminuente, come a voler mettere una quota rosa. Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento. Questa è l’unica cosa che conta per me e dovrebbe essere l’unico parametro con cui valutare a chi assegnare la regia di un film.

Lina Wertmuller: le produzioni per la tv

Non sono mancati dei passaggi televisivi: fu autrice e regista della prima edizione di Canzonissima nel 1956 e Il giornalino di Gian Burrasca nel 1964. Nel 1981 è regista per il film TV Rai È una domenica sera di novembre. Dirisse la regia dell’inaugurazione della stagione lirica 1986-87 trasmessa in diretta su Rai 1. Dopo una pausa dalla tv, tornò nel 2002 per il film Francesca e Nunziata (Canale 5) e nel 2010 per Mannaggia alla miseria (Rai 1)

Non si esclude che durante la giornata parte della programmazione delle reti generaliste (e non) possa essere modificata per rendere omaggio ai numerosi lavori realizzati dalla regista. Non appena possibile vi aggiorneremo con tutti i dettagli.