Home Fiction Lea Un nuovo giorno, la regista Isabella Leoni: “Rischio di sovraesposizione con Doc? No, noi siamo più simili a Virgin River”

Lea Un nuovo giorno, la regista Isabella Leoni: “Rischio di sovraesposizione con Doc? No, noi siamo più simili a Virgin River”

La regista ci ha spiegato le difficoltà di girare una serie medica, l’attenzione per i bambini sul set e ci ha raccontato la sua amicizia con Anna Valle

15 Febbraio 2022 11:09

Questa sera, martedì 15 febbraio 2022, su Raiuno  (e RaiPlay) va in onda la seconda puntata di Lea Un nuovo giorno, la serie tv che vede Anna Valle nei panni della protagonista, un’infermiera pediatrica che torna al lavoro dopo un periodo di stop dovuto ad un trauma legato alla sua vita privata.

Dietro la macchina da presa di questa produzione targata Banijay Studios Italy c’è Isabella Leoni, regista che ha già diretto numerose fiction Rai: basti pensare ad Un Medico in Famiglia, Questo Nostro Amore ’80 ed Il Paradiso delle Signore. La regia di Lea Un nuovo giorno segna quindi il suo ritorno sulla prima rete Rai, con una storia che unisce il melò al medical.

Proprio in occasione della seconda puntata, abbiamo fatto una chiacchierata con Leoni a proposito della serie. Innanzitutto, la regista ci ha anticipato qualcosa sui nuovi episodi in onda stasera: “Mentre la prima serata è stata di set up, abbiamo cercato di dare agli spettatori più informazioni possibili utili allo sviluppo successivo del racconto, nella seconda serata entriamo nel vivo della storia”, ci dice. “Lea e Marco vedranno la loro storia andare sempre più in crisi, Arturo rivelerà la verità a Martina su sua madre, Kolija rischierà di tornare in orfanotrofio e Pietro sarà protagonista di un vero colpo di testa che cambierà il destino della sua vita”.

In conferenza stampa abbiamo scoperto che tra lei ed Anna Valle c’è un rapporto di amicizia che va oltre quello professionale: conoscerla anche fuori dal set le ha permesso di costruire la serie in modo differente rispetto a come sarebbe dovuta essere inizialmente?

“Io e Anna ci siamo conosciute sul set di Questo Nostro amore ’80 e la nostra amicizia si è consolidata nel corso degli anni. È una donna incredibile, piena di energia, empatica, solare e sul lavoro una grande professionista. Nella vita e sul set è una persona umile, rispettosa di tutti ed estremamente generosa. Queste che ho elencato sono anche in parte le caratteristiche di Lea, ma il personaggio nella storia è anche portatore di un grande dolore, ha perso il suo bambino e con lui la possibilità di poterne avere altri. Lea è una donna dall’istinto ferito, alla terribile perdita nella sua vita è seguito il vuoto. Nello studio del personaggio abbiamo cercato di approfondire attraverso la letteratura e la filmografia questo aspetto per dare profondità e spessore al racconto. Lo sguardo malinconico di Lea, il suo incedere determinato nella corsia pediatrica, il suo difendere impulsivamente i pazienti anche a costo della sua carriera rappresentano la reazione al tempo in cui è rimasta ferma ad elaborare il suo lutto. Ora è tornata e finalmente è pronta a riprendere in mano la sua vita e lo fa con una grande forza interiore e risolutezza.

Lavorare ad un medical drama vuol dire girare molto in interno, nelle corsie di un ospedale: questo ha cambiato la sua visione sul set e la sua impostazione di regia? E quanto la scelta di una città come Ferrara ha aiutato per dare un respiro differente alle scene in esterna?

“La serie al 70% è girata nelle corsie del Reparto Pediatrico e di Ginecologia. Purtroppo per motivi di Covid-19 non abbiamo potuto riprendere in un vero ospedale, ma abbiamo dovuto ricostruire i Reparti nei teatri della Videa di Roma. Abbiamo però cercato di dare più veridicità possibile agli ambienti. Lo scenografo Enrico Serafini ha preso come reference le eccellenze degli ospedali pediatrici italiani tipo Gaslini, Meyer, Bambino Gesù, per creare un ambiente che potesse accogliere i nostri piccoli pazienti con serenità e calore. È chiaro che girare in prevalenza in interno ha il rischio di rendere il prodotto un po’ claustrofobico e in questo è stato fondamentale poter girare gli esterni a Ferrara un splendida città piena di bellezza, arte e armonia.

La serie ha un nutrito cast di piccoli attori: com’è lavorare sul set quando si ha a che fare con dei bambini, cambia qualcosa rispetto ad un set con soli adulti?

“Lavorare con i bambini è molto delicato, innanzitutto il tempo sul set per loro è ridotto, in base all’età c’è un limite di permanenza e quindi bisogna organizzare le scene per riuscire a concluderle nel breve tempo a disposizione. Poi spesso non avendo esperienza bisogna lavorare sulla naturalezza della loro recitazione e soprattutto rendergli la permanenza sul set il meno noiosa possibile”.

Isabella Leoni Lea va in onda su Raiuno nello stesso periodo in cui va in onda un altro medical drama, Doc-Nelle tue mani: secondo lei questo può essere un vantaggio per la sua serie oppure può creare un rischio di sovraesposizione del genere?

“È una domanda molto interessante perché me la sono posta anche io quando ho saputo della programmazione. C’è da dire però che, anche se appartengono allo stesso genere medical, Lea – Un altro giorno è prevalentemente un melò in cui storie mediche fanno da sfondo alle ripercussioni emotive e sentimentali dei personaggi. Doc-nelle tue mani è un medical drama a tutti gli effetti, è una bellissima serie che seguo anche io appassionandomi alle storie, ma è diversa da Lea, per fare due esempi una è più vicina a Dottor House e l’altra a Virgin River. Oramai con le piattaforme siamo abituati a trovare mille titoli dello stesso genere, ma in questo vedo una libertà di scelta più che una sovraesposizione, il pubblico decide di vedere la storia che sente più vicina allo stato d’animo del momento.

Non posso concludere senza chiederle se secondo lei Lea Un nuovo giorno potrebbe proseguire con una seconda stagione, o magari anche con più stagioni…

“Non so risponderle a questa domanda perché la decisione dell’attivazione di una seconda stagione spetta alla Rai e per prenderla ha bisogno di valutare gli ascolti. Spero che il pubblico apprezzi il nostro lavoro e che in qualche modo ci premi facendoci girare un seguito”.

E lei, ha altri progetti a cui sta lavorando?

“Al momento sto lavorando ad un’idea ma non ho progetti immediati, speriamo che presto possa risponderle a questa domanda in maniera più concreta”.