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L’Arena di Giletti (a Sanremo) – Il corvo sui morti

Non è che avessimo particolari dubbi. Oggi, nell’Arena di Massimo Giletti si parla di Sanremo. Del caso di una schizzata Iva Zanicchi che già doveva ringraziare il cielo di essere lì, del caso Povia e del relativo caso Albano. Insomma, quando inviti ospiti del calibro di Vittorio Sgarbi l’intento è solo uno: marciarci sopra. Marciare

di aleali
22 Febbraio 2009 14:51

Non è che avessimo particolari dubbi. Oggi, nell’Arena di Massimo Giletti si parla di Sanremo. Del caso di una schizzata Iva Zanicchi che già doveva ringraziare il cielo di essere lì, del caso Povia e del relativo caso Albano. Insomma, quando inviti ospiti del calibro di Vittorio Sgarbi l’intento è solo uno: marciarci sopra. Marciare persino sopra il monologo di Roberto Benigni che ironizzava in modo assolutamente bonario sulla nostra amata presentatrice di “Ok! Il prezzo è giusto” e si è ritrovato ad essere condannato per il cachet come se le quote del mercato televisivo viaggiassero sugli spiccioli e la Rai non si facesse i conti in tasca prima di pagare un artista.

La sensazione era quasi come quella di pestare un morto, mentre ci si dilungava su una polemica legata la mondo dell’omosessualità e sull’inesplorato mondo del “coming in” che nasce come provocazione accolta a piene mani da media e tv, con tanti ringraziamenti da parte del Festival, pubblicizzatosi gratis grazie alla viralità del tema. Il prossimo anno vogliamo un brano sui preti pedofili però, eh? L’unico dato televisivo certo è questo: Povia con il suo secondo posto ha fregato tutti, nella speranza che qualche famiglia italiana non lo prenda troppo sul serio e renda la vita di un giovane omosessuale più difficile di quello che già è.

Sgarbi rivendica sfuriando come un padre violento (ormai è una cattiva abitudine) di essere lì senza venire retribuito contro uno come Benigni, un “comunista” che viene pagato “anche se sul palco fa politica” e chiede che quei maledetti 350 mila euro vengano dati come danno morale alla Zanicchi, reclamando la non soddisfatta necessità di invitare sul palco un prete pagato per dire la sua opinione sul tema. E di fronte a tutto questo Guillermo Mariotto che si sbilancia pericolosamente dicendo che lui “ha tanti amici gay”, e che “chi lo assaggia difficilmente lo dimentica”, sotto lo sguardo attonito di Maddalena Corvaglia.

Il Festival ha lasciato al popolo italiano onde artificiali fintamente pericolose in quantità. E Massimo Giletti è il surfista della tv italiana.

Rai 1