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La televisione, la cronaca nera e l’invito del direttore del day time Rai Angelo Mellone

La cronaca nera ha invaso la televisione in questi giorni con il caso della povera Giulia Cecchettin. L’invito del direttore Rai del day time Mellone ai suoi dirigenti: contegno e rispetto del dolore.

di Hit
21 Novembre 2023 08:35

E’ un mestiere estremamente complicato e difficile quello che deve fare la televisione in circostanze come quelle di questi giorni. Il caso di cronaca che ha visto protagonista la povera Giulia Cecchettin ha invaso le pagine dei giornali e dei siti web. Un caso che ha mosso un grande sentimento di emozione popolare. Naturalmente il fatto tremendo di cronaca nera è stato trattato ampiamente anche dalla televisione. E non poteva essere altrimenti. Un caso che è stato ospitato, in netta prevalenza, nei programmi del day time, sia della televisione pubblica che della televisione commerciale.

La televisione e i casi di cronaca nera

E’ infatti nelle trasmissioni del mattino e del pomeriggio che spesso vengono sviscerati questi casi. Ed è innegabile, perchè sotto gli occhi di tutti coloro che si occupano delle analisi degli ascolti, che questi casi spingono l’asticella dello share verso l’alto. Ma è proprio per questo motivo che è d’obbligo per la televisione, sia privata che  pubblica, un livello di attenzione, di cura e di delicatezza molto importante nel trattare questi temi.

L’ invito del direttore Angelo Mellone

Questa cura deve essere messa a maggior ragione dal servizio pubblico radiotelevisivo, in quanto televisione di tutti e per tutti. Il dibattito sulla cronaca nera nei programmi del day time è in corso ormai da tanti anni. Si è spesso detto e scritto che ce n’è troppa. Ma più che sulla quantità, occorre forse ragionare sulla qualità dell’offerta. In questo senso giunge l’invito del direttore del day time Rai Angelo Mellone ai suoi dirigenti e capo autori. Un testo che è stato tramesso ai dirigenti, autori, conduttori e collaboratori dei programmi del day time e di cui siamo venuti in possesso :

Buongiorno, sul caso triste e terribile di cronaca dell’omicidio di Giulia Cecchettin prego i colleghi che si occupano del racconto di queste giornate tragiche di mantenere contegno, misura e rispetto verso il dolore della famiglia Cecchettin, e le giuste parole verso lo sgomento della famiglia dell’omicida. Si tratta di una vicenda che più di altre ha prodotto commozione ed emozione in milioni di italiani, e come Servizio pubblico abbiamo il dovere di non seguire la tentazione della morbosità o della spettacolarizzazione della disperazione. Al tempo stesso, prego tutti di trattare con molta attenzione le letture stereotipate e ideologiche che legano la tragedia della morte di Giulia a fattori culturali o addirittura a dinamiche di potere, in una sorta di continua ‘guerra fra sessi’. Le morti del femminicidio così come ogni delitto o violenza legati alla vita di coppia o alle relazioni sentimentali vanno trattati con partecipazione, profondità di analisi, contegno, come problema certo collettivo perché legato alla sicurezza delle persone ma anche come ulteriore indicatore della necessità (lo dico con tutta la forza e la fragilità di un padre di tre figli, di cui una adolescente e una bambina) di affrontare con forza il tema dell’educazione sentimentale nell’epoca dei social, della pansessualizzazione dell’immaginario e della crisi delle istituzioni familiari, ma senza inseguire interpretazioni che esasperano il conflitto anziché favorire dialogo e riflessività.

Sono certo che anche in questo caso sapremo svolgere il nostro ruolo nel migliore dei modi, e per questo vi ringrazio anticipatamente.

 

 

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