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I soapoperai di Incantesimo

Abbiamo già parlato, in passato, della protesta delle 700 persone che lavorano a Incantesimo, in odor di chiusura. In questi giorni circola una lettera firmata “I soapoperai di Incantesimo”. Un blog che parla di televisione non può non pubblicarla. I commenti li lasciamo, per ora, a voi, nello spazio preposto, non volendo interferire con gli

26 Luglio 2007 19:39

Incantesimo Abbiamo già parlato, in passato, della protesta delle 700 persone che lavorano a Incantesimo, in odor di chiusura. In questi giorni circola una lettera firmata “I soapoperai di Incantesimo”. Un blog che parla di televisione non può non pubblicarla. I commenti li lasciamo, per ora, a voi, nello spazio preposto, non volendo interferire con gli intenti di chi questa lettera l’ha scritta.
Ci limitiamo a sottolineare come la questione sia diventata davvero un caso, al punto da interessare addirittura la stampa estera – se non altro perché, come detto, per salvare la neo-soap si sono mobilitati esponenti politici di entrambi gli schieramenti, come se si trattasse in tutto e per tutto di un caso nazionale. E ci limitiamo a sostenere che, per quanto ci riguarda, il punto più condivisibile di tutta la protesta resta l’indiscusso interesse delle reti televisive italiane per prodotti esteri, senza alcuna lungimiranza, senza alcun progetto a lungo termine che possa portare a una seria produzione nostrana esportabile anche all’estero.
Di seguito, la lettera in questione, così come compare su Articolo 21.

La trasmissione dedicata alla vicenda d’Incantesimo da La 7 alla quale sono intervenuti l’On. Giuseppe Giulietti, l’On. Antonio Tajani e l’attore Paolo Ferrari (uno dei volti più noti della soap) lascia aperto un quesito: è giusto interrompere una fiction che dà lavoro a 700 persone? Certo che si può, ma non si può pretendere che questo avvenga in silenzio. Soprattutto se la notizia ti coglie come un fulmine a ciel sereno, mentre dopo un anno di lavoro a ritmo decisamente sostenuto hai un unico pensiero: goderti le meritate ferie. Certo, chi fa il libero professionista deve mettere in conto questo tipo d’imprevisti, anche se la produzione ti ha rinnovato il contratto e magari tu nel frattempo hai rinunciato ad altri lavori. Ma visto che stai per andare in ferie, vorresti almeno sapere se al ritorno sarai disoccupato o meno.

Il presidente della Rai, chiamato a rispondere sulla chiusura di Incantesimo risponde che “non è in discussione la nona serie di Incantesimo ma l’attivazione della decima serie e aggiunge che ogni decisione è rimandata a settembre”. Vorremmo far notare che la produzione, con una lettera d’impegno firmata dalla Rai, aveva giù attivato la scrittura della decima serie, visto che la realizzazione della nona serie si concluderà il 27 luglio come previsto da contratto.


Rimandare la decisione a settembre significa creare un serio danno alla produzione (DAP) e pregiudicarne la realizzazione della soap, visto che senza la certezza di un contratto, molti attori ed autori potrebbero abbandonare la nave prima che affondi. La realizzazione di una soap non consente pause e gli addetti ai lavori questo lo sanno bene. Incantesimo non ha un finale.. rimarrà un lavoro troncato, un racconto interrotto perché la Rai a Maggio aveva fatto male i conti, oppure è avvenuto qualcosa di incredibile e misterioso che non ci è dato sapere.

Tornando al quesito posto da Buttafuoco a Giulietti e Tajani: perchè tanto rumore per Incantesimo? Rispondiamo che si può interrompere una fiction quando non ha raggiunto l’obiettivo di rete o quando si è fatto almeno un tentativo di mediazione per ridurne i costi e soprattutto quando il parere all’interno della Rai è unanime. Incantesimo in pochi mesi di programmazione si è guadagnata una buona fetta di spettatori in una fascia oraria molto difficile (gli esperti di palinsesto o Giovanni Minoli che in passato ha salvato Un posto al sole, sanno che è necessario molto più tempo per fidelizzare il pubblico, senza mai rinunciare a mirate azioni di marketing). Per queste ragioni, il direttore di Rai fiction Agostino Saccà, che ha voluto Incantesimo in quella fascia, lo difende e fa notare che negli altri paesi europei le reti ospitano tre o quattro soap. Aggiungiamo poi che Incantesimo è uno dei pochi format “italiani” esportati all’estero (mentre ormai la lunga serialità utilizza sempre più format stranieri riadattati). Credo ci siano abbastanza motivi per garantirgli un altro po’ di vita.

Ma la cosa più imbarazzante e che quelli che intendono tagliarlo forse non lo hanno mai visto. Quest’ anno Incantesimo ha contenuti nuovi, personaggi nuovi e storie che poco o nulla hanno a che vedere con l’Incantesimo serale. Certo, rimangono gli intrighi, i tradimenti, le passioni… ingredienti fondamentali per una soap ma i temi affrontati sono molto attuali: la lotta di un padre per l’affidamento dei figli, le difficoltà di una giovane immigrata clandestina, l’amore ad una “certa età”, la prima volta di un’adolescente, la difficoltà di un padre che deve rivelare al figlio appena ritrovato la propria omosessualità…

Le sceneggiature non vengono improvvisate e non vengono mai cambiate sul set dagli attori, ma sono rigorosamente scritte e revisionate e alla fine approvate con l’aiuto e il lavoro di seri professionisti della stessa Rai.

Incantesimo sembra essere diventato uno di quei romanzi che nessuno ha letto ma che tutti citano ad orecchio… Gli “ Intellettuali” di certo non hanno niente da spartire con questo prodotto che ricorda il romanzo d’appendice, scritto con tutte le regole dettate dalla tecnica narrativa del genere. Già, il vecchio romanzo d’appendice, quello pubblicato a puntate sui quotidiani, quello che hanno scritto Zola, Dickens, Francesco Mastriani, Carolina Invernizio, solo per citarne alcuni, che facevano storcere il naso ai contemporanei e che oggi sono dei pilastri della letteratura. Letteratura popolare per chi il pomeriggio ha 25 minuti di sogno da regalarsi davanti alla televisione. Popolare ripeto come le cose migliori di questa nostra Repubblica, e , chiariamoci, le persone che vedono questa soap sono molte di più di quelle che segnala l’auditel. Molti alle 14,50 lavorano, c’è un gran traffico di registratori e una continua lamentela per la lentezza con cui Rai clik mette in onda le puntate; un traffico di video cassette che commuove. Basterebbe leggere il forum di Incantesimo della Rai per rendersene conto…

Incantesimo è solo un racconto popolare per gente comune fatto da quelli che vengono definiti i soapoperai: manovali della creatività, tecnici della fiction, operai di un mondo che scomparirà per dare spazio a tanti bei format stranieri da riadattare , milioni di euro che non produrranno mai nulla, impossibili da vendere all’estero. Soldi dei contribuenti, compreso quello sparuto numero di persone che guardano Incantesimo e che difficilmente leggono Proust.