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21 dicembre. Il giorno in cui il format del Grande Fratello ha toccato il punto più alto (2000) e più basso (2020)

Il Gf non esiste più. Il 21 dicembre 2000 il reality toccò il suo punto più altro, vent’anni dopo ci troviamo di fronte a un format completamente snaturato

pubblicato 22 Dicembre 2020 aggiornato 22 Dicembre 2020 22:49

21 dicembre. Il giorno in cui il Grande Fratello esplose, il giorno in cui il Grande Fratello è ufficialmente morto. Nel 2000 il reality spegneva per la prima volta le luci, incoronando Cristina Plevani, la bagnina di Iseo capace di imporsi su Salvo Veneziano e Pietro Taricone. Attaccati al televisore, per seguire l’ultimo atto, furono in 16 milioni, per uno share che toccò il 60%. Numeri sanremesi, numeri che uno show di Mediaset non avrebbe più totalizzato.

Morte, dicevamo. Sì perché a distanza di quattro lustri, nella stessa serata, il programma ha ratificato la sua fine, il suo annullamento, la sua implosione. Il Gf non esiste più, vip o non vip non fa differenza. Che poi pure su questo aspetto ci sarebbe da scrivere per ore.

La trasformazione da esperimento sociale a mega-soap opera è storia nota ed è inutile ribadirla. Al contrario vale la pena soffermarmi sulla sparizione del senso originario della trasmissione: l’isolamento da tutto e tutti. Una condizione di privazione capace di scatenare dinamiche e reazioni impreviste, che allo stesso tempo erano la base fondante del format.

Nel 2000 i concorrenti non avevano orologi, non venivano aggiornati sull’attualità, non conoscevano manco l’andamento della loro squadra del cuore. Esisteva solo la vita all’interno del bunker di Cinecittà, inesplorabile ed inespugnabile. A Quelli che il calcio Francesco Paolantoni provò ad avvicinarsi usando una mongolfiera e venne respinto dagli idranti, mentre guadagnò le prime pagine la notizia del tentativo riuscito di Striscia la notizia, che recapitò un messaggio ai ragazzi grazie ad un mini-elicottero radiocomandato.

In tempo di covid, con un universo esterno immerso nella frustrazione e nella paura, si sarebbe potuto giocare cinicamente sul contrasto dei sentimenti tra il dentro e il fuori. Invece no. Gli inquilini sanno tutto. E se non sanno, riescono a sapere ugualmente.

E così ci sono concorrenti che entrano in gara dopo ottanta giorni conoscendo le dinamiche interne ed esterne; ci sono tweet e articoli di giornale mostrati ai partecipanti; ci sono le comunicazioni su cosa parenti e agenti pubblicano sui canali social. C’è persino Cristiano Malgioglio – entrato a dicembre, uscito e rientrato – a cui il reality dedica mezz’ora perché chiamato a mangiare un mega-panettone.

Se questo è il filone, allora spingiamoci oltre: mandiamo direttamente in onda sul ledwall i programmi di casa Mediaset in modo da farli commentare ai concorrenti in tempo reale. La televisione nella televisione. Non tornerebbe ad essere il Grande Fratello, ma perlomeno si creerebbe un gruppo d’ascolto parallelo che renderebbe il tutto meno estenuante e noioso.