Home Notizie Tre anni senza Fabrizio Frizzi, il ricordo di Carlo Conti: “Giusto che ci sia un riconoscimento per quello che ha fatto”

Tre anni senza Fabrizio Frizzi, il ricordo di Carlo Conti: “Giusto che ci sia un riconoscimento per quello che ha fatto”

Il racconto e l’emozione di Carlo Conti nel ricordo per Fabrizio Frizzi, a tre anni dalla scomparsa. Da “Ossi di seppia”, su Rai Play.

25 Marzo 2021 19:30

Ancora poche ore e arriverà quel 26 marzo che vorremmo non sia mai esistito tre anni fa, quando una mattina come tutte le altre si trasformò in una giornata di lutto per la morte di Fabrizio Frizzi. L’abbiamo sempre chiamato l’amico del piccolo schermo, lo è. Un volto e una voce vivi nella memoria collettiva, lo sono e lo saranno. Noi di TvBlog lungo questi anni più volte abbiamo avuto il piacere di ricordarlo. Continueremo a farlo, perché crediamo fortemente sia giusto non dimenticare chi è stato Fabrizio Frizzi, la persona e il personaggio televisivo.

Quest’anno però non vogliamo essere banali, non vogliamo ripeterci in tutto ciò che abbiamo scritto di lui. Ci affidiamo ad un format interessante di Rai Play, Ossi di seppia, che dalla storia ne ha tratto un claim “Il rumore della memoria“. Di rumore, Fabrizio, ne ha fatto tanto, così come la sua scomparsa che ha unito l’Italia in un dolore che in rari casi si è potuto vivere per l’addio di un personaggio televisivo. Per il suo undicesimo episodio, il programma ha pensato bene di ricordarlo con una puntata che cade nella settimana del terzo anniversario della morte.

L’episodio è titolato come meglio non si poteva: “Uno di noi“. A raccontarci Fabrizio è colui che lo ha tenuto al suo fianco come un fratello, Carlo Conti. Tra di loro i rapporti non si sono mai soffermati alla stretta di mano fra colleghi, c’è stato di più. La stima, l’affetto, un’amicizia nata fra gli studi televisivi nei primi anni ’90 e maturata anche fuori. Conti si siede davanti ad un set di telecamere, sa che il ricordo di Fabrizio è vivo, ma non è mai semplice e basta guardare i suoi occhi lucidi:

Io non parlo volentieri di quel momento e di quel periodo. Ho deciso di farlo perché è passato del tempo e perché credo sia giusto ci sia un riconoscimento al lavoro, alla forza di Fabrizio. L’amore per il pubblico, per questa grande dedizione e per tutto quello che ha lasciato.

L’emozione è palpabile, comprensibile. Si parte da uno dei capitoli più angosciosi degli ultimi mesi di vita di Fabrizio, il malore che lo colpì nella seconda metà di ottobre 2017:

Nel pomeriggio ricevo una telefonata da parte dei miei autori Emanuele Giovannini e Leopoldo Siano. Mi dicono “stavamo registrando una puntata dell’Eredità e Fabrizio si è sentito male“. Mi si è gelato il sangue. Mi raccontano che aveva avuto un primo malore, Fabrizio aveva voluto riprendere e poi si era di nuovo sentito male perciò avevano chiamato d’urgenza l’ambulanza. Quelle ore lì sono state di angoscia assoluta, non si sapeva niente.

I giorni successivi non furono una passeggiata, continua a raccontare Conti. Di quel lasso di tempo ricorda soprattutto un “simbolo della nostra staffetta“, quelle chiavi dello studio che mostrò alla camera nella sua prima puntata da ‘supplente’ a L’eredità, salutando il uso amico: “Tu sei diventato il pilota, io sono il supplente” disse.

Si tirò un sospiro di sollievo quando Fabrizio uscì dalla terapia intensiva e dovette iniziare un periodo di lenta ripresa sino al ritorno in tv, avvenuto nel dicembre 2017, a due mesi da una “brutta botta” come dice Conti.

La sorpresa del 6 dicembre 2017 a La prova del cuoco condotta da Antonella Clerici fu sorprendente e al contempo commovente, proprio per il rapporto che lega la conduttrice ai due conduttori:

Ci sono degli applausi di circostanza e quelli dove senti tutto l’amore del pubblico. Fu un applauso affettuoso.

Frizzi tornò a L’eredità, ma come purtroppo sappiamo bene, la staffetta s’interruppe improvvisamente il 26 marzo 2018. Dopo circa una settimana, il game show tornò con l’incarico di conduzione tornato tristemente nelle mani di Carlo Conti. “Vorrei essere in qualsiasi parte del mondo, tranne che in questo studiodisse in apertura di programma con le chiavi in mano e la voce rotta dalla commozione.

In Ossi di seppia prosegue la narrazione per Fabrizio Frizzi, la persona:

Fino all’ultimo ha lottato con tutte le sue forze. Durante la trasmissione aveva un’energia fortissima, forse per l’adrenalina, forse per l’entusiasmo, forse per la forza di volontà. Non voleva crollare o mollare assolutamente. Una determinazione che era per se stesso, per il pubblico, ma soprattutto per la famiglia. Per sua figlia stella e per sua moglie Carlotta.

Come detto inizialmente, l’amicizia di Carlo e Fabrizio inizia da lontano, nel 1992, quando l’uno conduceva la trasmissione per ragazzi Big mentre l’altro era già impegnato nelle prime serate di Rai 1. Le strade poi si intrecciano: “Penso a quando lui faceva Miss Italia ed io Miss Italia nel mondo“, fino ad una fratellanza che fa apparire il sorriso sul volto del conduttore:

Io lo chiamavo fratellone mentre lui mi chiamava Babbo Carlo perché lui era un po’ impulsivo, si arrabbiava un po’, io lo tranquillizzavo. Ma poi perché siamo diventati “babbi” un po’ grandi, un po’ adulti. Abbiamo condiviso questo fatto con le paure, le preoccupazioni dell’essere un po’ vecchi. Del rapporto con lui porto alla memoria la sua risata fantastica che sintetizzava la gioia di vivere. Questa sua aria da bonaccione, bonario. Lui aveva un intercalare: “Ha questi abbraccioni“. Ecco pensate ora quanto questi abbraccioni ci mancano.

Le paure, la malattia. Di tutto ciò Fabrizio non ne ha mai parlato direttamente con lui:

Perché queste cose, tra due persone che si conoscono bene, non se ne parli. Basta uno sguardo e da come ti guarda il tuo amico capisci la sofferenza di una persona e non importa nemmeno parlarne insomma. Ci si capisce al volo.

Riassume alla perfezione il famigerato detto secondo cui lo spettacolo deve andare avanti. Perché The show must go on?

E’ difficilissimo fare il nostro spettacolo. Ed è proprio in questi casi che devi applicare che lo spettacolo deve andare avanti, in ogni caso. È una forma di rispetto nei confronti del pubblico. Devi trovare tutto nel tuo mestiere, nella tua professionalità le forze per andare avanti come se nulla fosse. Sia in quei momenti lì, quando Fabrizio si è sentito male o quando, recentemente, sono stato colpito dal Covid ti rendi conto quanto si è vulnerabili. Nessuno di noi può essere considerato supereroe e la malattia non guarda in faccia a nessuno.

Le parole del conduttore dette in conclusione sono il pensiero comune di tante persone che Fabrizio lo hanno stimato e voluto bene:

La carriera di Fabrizio dimostra che non importa quante prime serate hai fatto o quanti programmi importanti hai fatto, ma dimostra come li hai fatti.

Non aggiungiamo una parola di più. Basta questo.

Il link per la visione di Ossi di Seppia dedicato a Fabrizio Frizzi lo potete trovare a questo indirizzo.