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Emmy Awards 2012, chi vincerà? Noi tifiamo per…

Agli Emmy Awards 2012 vinceranno le novità o le conferme?

pubblicato 23 Settembre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 01:37

I vincitori degli “Emmy Awards 2012” (che seguiremo stanotte su TvBlog) confermeranno il trend degli ultimi anni, che vuole sempre in cima all’Olimpo delle migliori serie tv i soliti noti, oppure segnerà l’arrivo sul podio delle novità più interessanti degli scorsi mesi? Nell’attesa di saperlo, qui si cerca di ragionare su chi meriterebbe di vincere tra le maggiori categorie.

Miglior drama

Da queste parti, l’idea che possa vincere ancora una volta “Mad men” non piace. Non perchè il drama storico abbia perso in elegante e fascino, ma perchè ha degli avversari più “giovani” che meriterebbero di vedere riconosciuta quelle stessa spregiudicatezza che ha permesso in passato allo show di Amc di conquistare la statuetta in questa categoria tre volte.

Qui si tifa per la sopresa di “Homeland”, capace in una stagione sola di diventare un fenomeno vero e proprio, osannato dalla critica e dal pubblico, segno che anche i remake (in questo caso di una serie israeliana) possono vivere di luce propria se realizzati contestualizzando il format nel modo giusto. Ma farebbe anche piacere vedere vincere “Game of Thrones”, che con la seconda stagione si è confermato un fenomeno di massa più di quanto si potrebbe pensare (il sottoscritto ha scoperto di avere amici insospettabili che ne sono appassionati).

Se vincesse -cosa alquanto improbabile- “Downton Abbey”, invece, sarebbe un bello schiaffo agli americani, superati da una serie inglese che ribalta il luogo comune (spesso e volentieri, però, veritiero) che devono essere gli americani ad insegnare agli europei come si realizza un telefilm.

Ad ogni modo, vorremmo che vincesse l’innovazione. Certo, con sei serie tv che, chi in un modo e chi nell’altro hanno rinnovato il panorama televisivo, sembra un po’ scontato. Allora diciamo così: vorremmo che vincesse l’innovazione nell’innovazione, che non ci si fermasse alla serie tv confermata e capace dopo anni di essere ancora sulla cresta dell’onda, ma che si premiasse chi è riuscito a distinguersi nonostante l’ampio ventaglio di show di successo in onda.

Miglior comedy

La questione qui è diversa, anche se per valutare una buona comedy il metro di misurazione non dovrebbe essere tanto la quantità di risate che ci fa fare, quanto la sceneggiatura brillante, capace di portare i personaggi lungo una storyline fatta ovviamente di battute sagaci e taglienti, ma anche di riferimenti sottili, che richiedano un minimo di elaborazione.

“The Big Bang Theory” ha un umorismo di pancia, così come tutte le sit-com, anche se negli ultimi anni si è lasciata un po’ troppo andare ad episodi riempitivi e poco ironici. Stesso discorso potrebbe valere per “Modern Family”, ricca di personaggi straordinari ed un cast di talento, ma che rischia di sedersi sugli allori e di restare impantanata in troppi giochi di equivoci come unica spinta narrativa.

Se “Curb your enthusiasm”, invece, mira ad un pubblico più colto e maturo e “30 Rock” è diventato più una serie per addetti ai lavori, a doversi contendere la statuetta dovrebbe essere le due novità dell’anno: “Girls” e “Veep”.

La prima, più che far ridere, ha messo in discussione le intenzioni della produttrice, autrice ed attrice Lena Dunham: un show che si basa sulle avventure sessuali e lavorative di alcune ventenni newyorchesi raccontato con un punto di vista più adulto delle sue protagoniste non può non suscitare qualche perplessità tra i più abituati ad un racconto più “sciolto” e meno impostato come quello che invece ci è stato proposto.

“Veep”, invece, senza diventare un argomento di critica al pari della serie sopra citata, si è distinto per essere riuscito a raccontare con ironia, qualche volgarità e tanto nonsense un improbabile ufficio della Vicepresidenza degli Stati Uniti senza cadere nella macchietta, ma puntando sull’idea dei “secondi arrivati” e del risentimento coniugato allo stile di una comedy via cavo.

Da notare, infine, come in entrambe le categorie siano le reti cable a dominare: in un epoca in cui il pubblico vuole meravigliarsi e vedere qualcosa di produttivamente speciale, le reti generaliste frenate dagli sponsor non riescono a trovare un’idea che possa soddisfare tutti. Ed i piccoli (per modo dire dire: Hbo, Showtime ed Amc sono ormai dei colossi) canali ne approfittano.

Miglior attori ed attrici

La distanza si accorcia nelle categorie dedicate agli attori. Una buona serie tv deve avere un buon cast, e di buoni attori, in America, ce ne sono, sia sulle generaliste che sulla tv via cavo. E qui, vale più l’affetto per il personaggio interpretato che per la novità dello show. Se quindi Hugh Bonneville e Damian Lewis hanno sicuramente fatto un ottimo lavoro, come Miglior attore di una serie drama non possiamo non sperare in Michael C. Hall, i cui viaggi interiori del protagonista di “Dexter”, con tanto di voice over, sono impareggiabili.

Così come Julianna Margulies riesce a rendere timida ed aggressiva, quando vuole, la sua Alicia di “The Good Wife”, ed una straordinaria Glenn Close in “Damages” ci ricorda che un buon attore per diventare tale deve avere non solo tanti anni di studio alle spalle, ma anche del talento.

Per le comedy, davanti all’unica novità di Don Cheadle per “House of lies”, il resto è già visto ed apprezzato: qui la scelta sarà da fare, a nostro parere, tra le certezze di Jim Parsons e la simpatia di Alec Baldwin. Tra le donne, lasciata da pare Melissa McCharty ed Edie Falco, vogliamo osare e puntare sulla giovane Zooey Deschanel, la cui Jess di “New Girl” non è forse sempre stata aiutata da una sceneggiatura di livello, ma ha reso il personaggio divertente, adorabile e sopra le righe.

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