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Edizione Straordinaria, Veltroni racconta l’Italia attraverso i Tg che hanno fatto la storia

I grandi eventi vissuti attraverso le prime edizioni dei TG: Edizione Straordinaria di Veltroni potrebbe essere un’ottima serie sulla tv.

pubblicato 5 Dicembre 2020 aggiornato 6 Dicembre 2020 15:05

Peccato che sia solo un documentario: Edizione Straordinaria potrebbe essere una bella serie da access prime time per Rai 3 per quella sua potenziale inesauribilità del materiale, o almeno della quantità di approfondimenti e di monografie che si possono disegnare grazie a quel tesoro di Rai Teche. E invece (per ora?) si tratta di un appuntamento singolo, in onda questa sera, sabato 5 dicembre 2020, dalle 21.45. Un’ora e mezza scritta da Walter Veltroni per ripercorrere alcuni dei grandi eventi del Paese e del mondo visti nel momento esatto in cui sono stati comunicati ai telespettatori attraverso Edizioni Straordinarie dei Tg, che in molti casi sono rimasti scolpiti nell’immaginario collettivo audiovisivo, non solo politico o sociale.

Grazie ai materiali conservati nelle Teche Rai (e che Dio ce le tenga sempre sane e in buone mani), Veltroni costruisce un racconto che diventa un modo per vivere quel che ormai è superato, almeno nella migliore delle ipotesi. E le prime edizioni dei TG, quelle straordinarie che interrompono il flusso della visione – e che erano un evento nell’evento anche nella paleo-tv anteflusso -, portano con sé tutta la forza del primo impatto, dello sgomento, dell’incredulità che notizie come il rapimento di Aldo Moro e la strage di Via Fani possono aver scatenato nei primi telespettatori (e quella resta una delle pagine più incredibili del giornalismo italiano, con Frajese tra i cadaveri, i proiettili, le auto crivellate di colpi della scorta del Presidente DC). E immaginiamo che ci sia un passaggio dedicato all’edizione straordinaria per antonomasia nella tv italiana, quella che si collegò con Vermicino nel giugno del 1981 per seguire le ‘operazioni di salvataggio’ di un bambino di 6 anni caduto in un pozzo artesiano che di nome faceva Alfredino Rampi.

 

Un viaggio nei ‘primi impatti’, nella nascita delle notizie, nelle prime interpretazioni di eventi che in molti casi hanno segnato epoche e Paesi (si pensi alla ‘esplosione della caldaia’ data come prima ipotesi per la Strage di Bologna) e un viaggio nel modo di dare le notizie, di costruire i telegiornali. Una preziosa occasione per vedere e ‘toccare con mano’ i cambiamenti del linguaggio dei mass media, il trattamento dell’informazione, la gestione dell’emergenza. E a vedere il promo si spazia dall’assassinio di Kennedy a Mani Pulite, dai naufragi nel Mediterraneo (anche se in quel caso faccio fatica a ricordare anche solo una edizione straordinaria) alla Strage di Piazza della Loggia, il G8 di Genova, il rogo di Primavalle,  gli attentati di Capaci e Via D’Amelio, il Vajont, le elezioni dei Papi e anche eventi vicini a noi, come il Crollo del Ponte Morandi, la Via Crucis solitaria di Papa Francesco, i camion militari che portano via i morti a Bergamo. Trovo la presenza di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin un elemento di grande cura e delicatezza.

Un racconto davvero difficile da sintetizzare in soli 90′ e un’idea che meriterebbe di essere sviluppata per la ricchezza intrinseca dell’operazione educativa, alla storia e al linguaggio radiotelevisivo, specialmente giornalistico. Confidiamo molto in uno sviluppo seriale. E ricordo sempre a chi è amante di questo genere di materiali che RaiPlay offre sempre delle chicche soprattutto in occasione di anniversari e commemorazioni, visto che propone sempre una selezione di edizioni di Tg dell’epoca. Il modo più diretto, emotivamente ma soprattutto storicamente parlando, di avvicinarsi ad eventi che sembrano sempre più lontani, trasparenti, quasi impalpabili nell’epoca delle all news. E invece rallentare è l’unico modo per capire.