Home Ascolti TV Digitale switch-off: ora meglio una moratoria Auditel. Intervista di TVBlog a Roberta Gisotti

Digitale switch-off: ora meglio una moratoria Auditel. Intervista di TVBlog a Roberta Gisotti

Roberta Gisotti è una professionista della Tv. Nel senso che lei la Tv la studia, l’analizza e fors’anche la viviseziona partendo da un meccanismo intricato e intrigante come l’Auditel. Capire la Tv dai dati d’ascolto è una faccenda assai complessa perché non si tratta di una mera “conta delle galline”, come la vogliono far passare,

di marina
pubblicato 25 Gennaio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 19:09

Roberta Gisotti è una professionista della Tv. Nel senso che lei la Tv la studia, l’analizza e fors’anche la viviseziona partendo da un meccanismo intricato e intrigante come l’Auditel. Capire la Tv dai dati d’ascolto è una faccenda assai complessa perché non si tratta di una mera “conta delle galline”, come la vogliono far passare, ma di un “sistema” di conta che può decretare o meno il successo di un programma senza che sia tenuto da conto il suo reale valore o la qualità. Gisotti perciò, in questa fase ancora di transizione dal sistema analogico al digitale terrestre, propone una moratoria del sistema di rilevazione Auditel almeno fino alla conclusione del passaggio, nel 2012, poiché tra switch off e switch over ci sono ancora zone o regioni che non ricevono il segnale televisivo in maniera organica.

Recentemente Roberta Gisotti (tra l’altro protagonista di una famosa audizione presso il garante delle telecomunicazioni) ha scritto l’ennesima lettera di protesta contro il sistema di rilevamento dati Auditel invitando ancora una volta le stesse emittenti televisive, i telespettatori consumatori e i politici a sostenere la loro parte nel processo di revisione nel sistema di rilevamento degli ascolti. Anche Sergio Zavoli si è espresso contro il sistema Auditel richiamando l’attenzione sul progetto per la rilevazione dei dati qualitativi.

Ho parlato perciò con Roberta Gisotti proprio di Auditel essendo, oltre che giornalista e docente universitario, l’autrice di molti manuali sulla televisione, tra cui “La favola dell’Auditel”, pubblicato nel 2002 e che scatenò un putiferio tra gli addetti ai lavori, fino a che nel 2005, in occasione della pubblicazione della seconda edizione sembrava fosse imminente lo smantellamento del meccanismo di rilevamento ascolti televisivi. Ebbene, nel 2010 io e Roberta Gisotti siamo a parlare ancora di Auditel il cui granitico meccanismo continua a essere a prova di scalfiture proprio in un momento delicato come il passaggio epocale dall’analogico al digitale terrestre. Gisotti esordisce con:

L’Auditel è una tecnologia superata. E’ una convenzione divenuta una burla. Oggi con il passaggio al digitale, con i continui problemi di sintonizzazione, con intere regioni come il Piemonte che sono fuori la ricezione dei canali, mi chiedo: ma quali rilevamenti può fare l’Auditel?


D.: Nel senso che…

R.: Il meccanismo prevede che ogni 15-30 secondi sia rilevato il contatto dunque, in questa fase di passaggio dal segnale analogico al digitare terrestre, mancando all’appello intere zone o una regione come il Piemonte, cosa viene rilevato? Per questo sarebbe necessaria una moratoria dell’Auditel, almeno fino quando lo switch-off non sia concluso e stabilizzato.

D.: Dunque, l’Auditel non conta telespettatori veri in carne e ossa ma passaggi.

R.: Esatto. Dietro quei numeri, che ogni mattina decretano il successo o meno di un programma ci sono contatti ossia il numero di volte che un canale è stato consultato per 15-30 secondi. Poi questi secondi sono sommati, viene fatta una media e si tirano fuori i presunti ascolti. Un meccanismo diabolico che ha dato vita a trasmissioni emotive come il Grande Fratello dove in ogni edizione ci deve essere scandalo o trasgressione per indurre il telespettatore e soffermarsi abbastanza a lungo al fine di conteggiare il suo contatto. Spesso i picchi di ascolto rilevati sono picchi di disgusto, ma questo nessuno lo dice.

D.: Diabolico perché?

R.: Premesso che i giovani sotto i 35 anni non guardano la Tv c’è da dire che si tratta di un meccanismo tutto a vantaggio della pubblicità. E’ lei la vera padrona della televisione. Concentrate nelle mani dell’UPA ci sono 500 aziende tra cui una trentina di marchi che hanno interesse in tv. In fondo che pubblicità vediamo in televisione? Detersivi, generi alimentari, case automobilistiche, telefonia…E’ giusto allora che il telespettatore sia tutelato nei suoi diritti.

D.:Quali sono i diritti del telespettatore?

R.: In ambito televisivo nessuno ci ha mai parlato dei diritti del consumatore cioè guardare in tv programmi che gradisce. Non dimentichiamoci che Auditel è un sistema quantitativo con controlli e ciò che è più cliccato non è detto che sia più gradito. E il telespettatore non ha, al momento, nessuna voce in capitolo nella determinazione dei suoi diritti.

D.:Ma come? Ci dicono: avete il telecomando usatelo?

R.: Anche cambiando canale non cambia il risultato: ogni volta che passiamo da un programma all’altro all’altro entro il range di 15-30 secondi il nostro passaggio è rilevato da Auditel .

D.: Meglio spegnere la tv?

R.: Questa iniziativa è stata adottata in diverse occasioni ma purtroppo solo alcuni la spegneranno, il resto continuerà a guardarla. Allora è necessario difendersi.

D.: Lei ha scritto alcuni giorni fa una lettera in cui per l’ennesima volta è a chiedere trasparenza nell’Auditel.

R.: Ho scritto la lettera una domenica pomeriggio nel mio tinello. E neanche mi aspettavo più tanta eco, pensavo che sarebbe passata inosservata. Invece le reazioni ci sono ancora dopo molti giorni, il che dimostra che il sistema di rilevamento degli ascolti televisivi e i diritti dello spettatore consumatore sono un problema caldo e che necessita una soluzione. Penso che i tempi siano giusti sopratutto in questa grande occasione dal passaggio dall’analogico al digitale dove effettivamente non sempre il segnale televisivo è fruibile. Abbiamo già avuto in passato dimostrazioni delle falle di questo sistema: accadde con Telecapri. L’emittente fu posta sotto sequestro eppure Auditel rilevò contatti: certamente erano passaggi su quel canale ma che non volevano appunto dire che qualcuno lo stesse guardando! Inoltre, sono anni che mi batto per conoscere il panel dei telespettatori campione usati dall’Auditel per le loro rilevazioni. Ma non si riesce a sapere né quanti siano esattamente né come siano dislocati.

Infine ecco la lettera scritta il 4 gennaio scorso da Roberta Gisotti:

Ai membri della Commissione parlamentare di vigilanza sui Servizi radiotelevisivi

Gentili deputati e senatori,

buon anno a voi perché sia un anno migliore della nostra Tv, tanto spesso svenduta e umiliata sull’altare di interessi economici e politici estranei alla missione del servizio pubblico. Abbiate in questo 2010 il coraggio di onorare il ruolo assegnatovi dal Parlamento di vigilare sui servizi radiotelevisivi ponendovi dalla parte dei cittadini, uomini, donne, bambini, giovani, anziani sacrificati da una programmazione sottomessa – perfino nell’informazione giornalistica – alla dittatura dell’audience, regolata dall’Auditel, sistema di rilevamento quantitativo degli ascolti, del tutto convenzionale al fine spartire gli investimenti pubblicitari, inaffidabile sul piano scientifico, strumentale per l’uso che se ne fa fino a tributare ai suoi dati la valenza di consenso finanche politico ed ormai assolutamente obsoleto rispetto alla nuove tecnologie digitali. L’Auditel è una società privata che opera in regime di monopolio da ben 23 anni, dove gli associati sono controllori di se stessi.

Al presidente Zavoli, chiedo in particolare di risparmiarci tante belle, dotte e nostalgiche parole per una buona ‘Tv che non c’è’ – come abbiamo ascoltato nel recente Seminario per una Tv di qualità promosso dalla Commissione – e di realizzare fatti per una buona ‘Tv che sia’ oggi, a partire dalla messa in opera di sistemi di rilevamento qualitativo degli ascolti e di altre forme di raccolta dei pareri degli utenti da rendere pubblici, così come previsto ma mai realizzato dai Contratti di servizio della Rai.

A tutti i membri della Commissione di ogni partito e ideologia chiedo di agire secondo coscienza, pensando anzitutto ai propri figli e nipoti, che da questa Tv irrispettosa dei principi democratici e della dignità delle persone sono e saranno formati.

Quasi certamente questa mia lettera passerà inosservata agli occhi dei vostri/e assistenti e segretari/e che difficilmente ve ne daranno notizia, non per questo posso rinunciare ad appellarmi a voi, perché possiate restituire la Tv e non solo quella pubblica ai cittadini italiani.

Roberta Gisotti
Portavoce Tavolo permanente per la riforma dell’Auditel