Home Cucine da incubo (Italia) Cucine da incubo Italia, intervista allo chef Antonino Cannavacciuolo: “Un suggerimento? Pochi piatti nei menù”

Cucine da incubo Italia, intervista allo chef Antonino Cannavacciuolo: “Un suggerimento? Pochi piatti nei menù”

“In cucina la telecamera per me non esiste più, sono nel mio mondo”

pubblicato 16 Aprile 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 19:12

Questa mattina a Milano è stata presentata l’edizione italiana di Cucine da Incubo , che andrà in onda a partire dal 15 maggio alle 21.55 su Foxlife, canale 114 di Sky.

Grande protagonista del programma – tratto dal format di successo Kitchen Nightmares – lo chef Antonino Cannavacciuolo, pluristellato Michelin e proprietario del Ristorante Hotel Villa Crespi ad Orta San Giulio.

Abbiamo scambiato con lui due battute al volo a margine della conferenza stampa.

Com’è stato stare davanti alla telecamera per te, che di solito lavori in cucina?

Non è facile per me perchè faccio tutt’altro nella vita. In questo format però si parla di cucina, e quando mi metto in cucina la telecamera per me non esiste. Sono me stesso e sono nel mio mondo. Sicuramente all’inizio ero abbastanza teso (voi avete visto proprio la prima puntata), ma durante le puntate vedrete un Cannavacciuolo più sciolto. Noi vediamo 45 minuti di puntata ma ci sono ore di registrazione. Man mano l’impatto con la telecamera poi sparisce. Come nel Grande Fratello. Semmai mi fregava la stanchezza, magari facevo più fatica a parlare perchè ero stanco, avevo dato tanto.

In conferenza hai detto che con qualcuno dei ristoratori ti senti ancora, che ti contattano. Ma quanto tempo ci vuole secondo te a risollevarsi dopo il vostro intervento?

Quando me ne vado da questi posti io dico sempre: “Raga’…Io in una settimana vi ho dato dei consigli”. Poi sta a loro, io ho dato consigli giusti. Io faccio lo chef, non faccio il mago, non ho la bacchetta magica. Posso darti un imput da un punto di vista esterno, perchè tu sei dentro la situazione. Posso darti consigli sugli acquisti, sui camerieri, su come trattare i clienti soprattutto quando non sono soddifatti. Oppure su come rifare il locale: i nostri ragazzi li rifanno in un giorno e mezzo. Facciamo davvero tutto in una settimana.

C’è un principio di massima che ti senti di suggerire? Penso ai ristoratori che avete provinato e che non avete scelto, che magari adesso guarderanno il programma per imparare qualche ‘trucco’.

Sicuramente, fare meno meno piatti. Fare cose fatte bene e fresche. Quello che ho riscontrato di più sono pagine e pagine di piatti scritti. Molti hanno ancora la mentalità del ‘io sono bravo, scrivo ricette’. Questa cosa è finita, non ci crediamo più.

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