Home The Voice of Italy Costantino della Gherardesca: “Io coach a The Voice? Porterei un po’ di informazione musicale…”

Costantino della Gherardesca: “Io coach a The Voice? Porterei un po’ di informazione musicale…”

Costantino della Gherardesca a Tv Talk parla con Federico Russo del talent di Rai 2 e spiega che lui ‘il bravo conduttore’ non lo farebbe mai.

pubblicato 2 Maggio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 15:29

Costantino della Gherardesca coach a The Voice of Italy? La voce girava tempo fa ed è rimbalzata nello studio di Tv Talk questo pomeriggio, sabato 2 giugno, che ha visto il conduttore (o meglio, anima) di Hair e Pechino Express ospite di Bernardini & Co.

La risposta ha avuto il giusto tocco di ironia e sarcasmo:

“Io fare il coach sulla poltronaa? Se potessi portare il genere di musica che mi diverte, magari un’edizione… Porterei un po’ di informazione sulla musica, non cinismo e cattiveria…”

aggiunge Costa fintamente ‘piccato’ da chi in studio immagina già i suoi commenti ‘acidi’ ai concorrenti. E lui che di musica ne mastica decisamente – cfr. Acapulco su Radio 2, giusto per – sarebbe un bell’acquisto per il talent di Rai 2, anche se non sembra conoscerlo proprio come le sue tasche. Dovendolo commentare, su richiesta di Bernardini, Costa liquida il tutto così:

“Da un punto di vista musicale non ci sono programmi di musica in tv seri. Luciano Berio faceva programmi in prima serata negli anni ’70, per dire. Da un punto di vista televisivo The Voice è più simpatico, perché almeno non ha la pretesa, a differenza di altri talent, di far vincere un contratto discografico che lo fa diventare una star internazionale. Cioè chi vince The Voice vince The Voice. Punto”.

Federico Russo, al suo fianco, si permette di correggerlo, visto che anche in The Voice, in fondo, un contratto in palio c’è. Ma Costa è Costa e può dire ciò che vuole, anche confessare che non sente la mancanza di Raffaella Carrà, ma ha adorato Cocciante, e che di quel programma

“mi stanno molto simpatici Noemi e J-Ax e poi dietro ci sono autori veramente veramente bravi, come Matteo Lenardon, per J-Ax, e Virginia Ricci per Noemi,  tra i più qualificati, bravi e informati giovani autori del settore”.

Costantino-Federico-Russo_Tv-Talk

 

Considerate le sue idiosincrasie, sarà comunque difficile vederlo seduto in uno studio circondato dal pubblico, in stile X Factor, The Voice o IGT, tantomeno sul palco a fare il bravo presentatore:

“Ho sempre una grande fobia dei palchi sopraelevati, dei posti con tanta gente. Il giudice in mezzo al pubblico… ecco quello non riuscirei a farlo, neanche se mi offrissero la pubblicità del McDonald’s. Non farei mai neanche un programma di quelli in cui si va sul palco a fare ‘signori e signore buonasera!’ perché siamo nel 2015”.

Già, almeno questo dice il calendario. E a questo proposito si aggiunge anche un ‘retroscena’ che forse gli spettatori di Pechino Express meno attenti o meno interessati agli aspetti privati dei concorrenti non avranno notato. Riguarda Angelina, sulla cui identità di genere il programma non ha, volutamente, calcato la mano. Una scelta precisa, che Costantino ha commentato, raccontando anche la filosofia che ha accompagnato l’avventura di Angelina in Oriente:

“Quella di non presentare Angelina come la ‘transgender cattiva’ è stata assolutamente una scelta condivisa, che ho voluto fortemente anche io. Angelina è una donna transessuale e ha fatto tranquillamente il programma. E’ stata anche molto molto brava. L’altra cosa estremamente interessante e che io ho voluto fortemente è che Angelina è andata in moltissime case di persone musulmane, di famiglie islamiche, che l’hanno accolta, che hanno saputo che era transessuale, che si si sono commosse quando andava via perché si erano divertiti con lei, le si erano affezionati. Così abbiamo fatto anche vedere che l’Islam non è quello che viene fatto vedere solitamente nei tg italiani”.

Anche a questo servono i talent e i reality, se fatti bene.

 

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