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Che c’è di nuovo sospeso e il fallimento dei talk Rai

Che c’è di nuovo di Ilaria D’Amico sospeso, il problema dei talk Rai e delle direzioni di genere e la crisi di identità di Rai2

18 Gennaio 2023 16:02

Domani sera Che c’è di nuovo non andrà in onda su Rai2. La sospensione del programma condotto da Ilaria D’Amico e ideato da Alessandro Sortino – non è arrivata alcuna comunicazione formale a riguardo, ma la decisione sarebbe stata assunta di comune accordo tra la conduttrice e il direttore dell’Approfondimento Antonio Di Bella – è l’ennesima conferma della maledizione del giovedì sera della seconda rete Rai, di cui si è parlato spesso anche da queste parti.

Così, dopo Popolo sovrano, Seconda linea Anni 20, ecco il quarto talk di approfondimento fermato negli ultimi quattro anni dalla tv pubblica a poche settimane dal lancio ufficiale (volendo, si può aggiungere nel computo anche Titolo V, andato in onda per molte meno puntate rispetto a quelle previste su Rai3). Una situazione che inizia a creare qualche imbarazzo, considerando che l’ultima produzione Rai di questo genere che ha funzionato in prima serata negli ultimi cinque anni è Cartabianca (nato peraltro come daily e solo successivamente spostato in prime time, per sostituire il flop Politics) su Rai3.

Detto che al posto del talk prodotto da Fremantle domani, giovedì 19 gennaio 2023, sarà proposto The Equalizer 2 – Senza perdono, il film che racconta di Robert McCall, in passato agente segreto, che si guadagna da vivere facendo l’autista, e detto che non è da escludere che il programma torni nei prossimi mesi in altra collocazione e con altro titolo, è ormai evidente che dalle parti di Rai2 ci sia un problema di identità di rete, più che di singole trasmissioni.

Il tutto nonostante un incremento di budget oggettivo e un investimento importante in termini di risorse artistiche (Fiorello, su tutti), soprattutto a partire da questa stagione, che ha sdoganato in Rai la discussa divisione in direzioni di genere. E qui si arriva al nocciolo della questione: come si può pensare di potenziare l’identità di un canale generalista dotato di tradizionale palinsesto (verticale) lavorando sul prodotto ragionando genere per genere (orizzontale)?