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Da stasera Camelot su Joi e Caprica su Rai4

Partono su Joi di Mediaset Premium Camelot e su Rai 4 Caprica

pubblicato 22 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:26


Due serie televisive che hanno attirato numerosi curiosi ma che non sono riuscite ad andare oltre la prima stagione, partiranno stasera: una è “Camelot”, in onda su Joi di Mediaset Premium dalle 21:15, l’altra è “Caprica”, già andata in onda proprio su Mediaset Premium ed ora trasmessa in chiaro da Rai 4 dalle 21:10.

Camelot: la saga di Re Artù in chiave sexy (ma che non convince nel cast)
Trasmessa da Starz quest’inverno, “Camelot” si proponeva di raccontare la saga di Re Artù con una prospettiva diversa da quella a cui eravamo abituati. Il racconto, qui, si tinge di violenze, complotti e di una carica sessuale degne della rete su cui è andato in onda e che svecchia il mito di Merlino al punto giusto.

Ispirandosi all’antologia di Sir Thomas Malory del 1485, gli autori Chris Chibnall (“Merlin”) e Michael Hirst (“The Tudors”) hanno voluto raccontare di un Artù ancora sbarbato, interpretato da Jamie Campbell Bower, che scopre dopo la scomparsa del re di Britannia Uther di esserne il legittimo erede. Sebbene Artù ce la metta tutta ad incarnare il ruolo del nuovo Re, contro di lui si schiera la sorellastra Morgana (Eva Green, “The Dreamers”), cacciata dal padre anni prima ed ora dedita alla magia nera.

Camelot
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Caprica
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Nel suo tentativo di dissuadere Artù dal prendere le redini del regno, in modo da poter ottenere lei tutto il comando della Britannia e vendicarsi del padre, Morgana incontrerà Merlino (Joseph Fiennes, “Flashforward”), stregone che ha abbandonato la magia da tempo -o che perlomeno ne fa un uso moderato-, consapevole delle cattive conseguenze che questa può avere su chi la pratica. Morgana e Merlino, quindi, diventano portavoce dello scontro tra bene e male.

Sullo sfondo, la crescita di Artù, che deve imparare a governare tenendo conto del fatto che non sempre potrà soddisfare tutti, prima di chiunque altro sè stesso: l’incontro con Ginevra (Tamsin Egerton), ragazza di cui Artù si innamora immediatamente ma che è fidanzata con Leonte (Philip Winchester), cavaliere fidato del protagonista, metterà il ragazzo di fronte alla consapevolezza che avere il potere non vuol dire sempre avere la felicità.

I dieci episodi di questa serie sono un continuo richiamo non solo allo scontro tra il bene ed il male attraverso l’elemento magico rappresentato da Morgana e Merlino, ma costituiscono anche delle piccole lezioni di strategia politica: le mosse che lo schieramento di Artù (sempre consigliato da Merlino) e quello di Morgana (che riceverà consigli dalla suora Sybil, interpretata da Sinéad Cusack) metteranno in campo ci mostrano come, sia allora che ai giorni nostri, per ottenere il potere bisogna saper giocare sporco e difendersi.

E’ questo l’unico elemento affascinante di una serie che pecca più che nella storia nel suo cast: poco credibili alcuni attori (Fiennes ancora inadeguato, così come il personaggio che interpretava in “FlashForward”), altri scelti solo per attirare pubblico o giovane (gli interpreti di Artù e Ginevra, più adatti ad un teen drama) o potenzialmente interessante per il network (ovvero la Green, a cui si devono diverse scene di nudo). “Camelot” è quindi un’occasione in parte sprecata, che non riesce a mostrare tutto il suo potenziale.

Caprica, lo spin-off sfortunato di Battlestar Galactica
Neanche “Caprica” è riuscita a farsi apprezzare dal pubblico, per quanto alle sue spalle abbia un marchio forte e conosciuto da numerosi telespettatori come uno dei capisaldi della fantascienza degli ultimi anni in tv, ovvero “Battlestar Galactica”, di cui questo telefilm è lo spin-off. Creata da Ronald D. Moore, David Eick (già al lavoro sulla seria madre) e Remi Aubuchon, il telefilm racconta i fatti avvenuti 58 anni prima.

La serie è ambientata a Caprica, pianeta già noto a chi ha visto la serie madre, ed ha come protagonista Daniel Graystone (Eric Stoltz), scienziato, la moglie Amanda (Paula Malcomson), e la figlia Zoe (Alessandra Torresani). Il temperamento ribelle di quest’ultima porta la famiglia ad avere dei problemi di relazione, finchè Zoe muore in un attentato causato dal suo fidanzato.

Da qui si muove la scoperta di Daniel, ovvero che la figlia è riuscita, da sola, a creare un mondo virtuale dove degli avatar uguali agli umani stessi potevano avere i loro stessi ricordi. E’ la base dell’idea che porterà Daniel a creare i Cyloni, i tanto temuti robot di “Battlestar Galactica” e che, in questa serie saranno fondamentali anche per permettere a Zoe di riallacciare i rapporti col padre.

Si parla di famiglia, di religione, di guerre e di etica: ci sono tutti i temi cari ai fan di “Battlestar Galactica” che però, in questo caso, hanno contorni e ritmi diversi. Sebbene il clima che si respira sia sempre quello da serie fantascientifica ben scritta e sviluppata, manca un’affezione ai personaggi che rendeva la serie originale ai limiti della realtà ma anche vicina a sentimenti universali. Non è bastata la presenza nel cast di un personaggio come Joseph Adama (Esai Morales), padre di William, futuro comandante della Battlestar, ad appassionare i telespettatori, che hanno lasciato la serie puntata dopo puntata, fino a decretarne la chiusura.



Camelot
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Caprica
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