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Avanti un altro, il game come pretesto per lo show scorretto di Paolo Bonolis

Avanti un altro 2023, la recensione della prima puntata: il game resta pretesto per lo show all’insegna del politicamente scorretto

10 Gennaio 2023 12:37

Non è solo un gioco in cui c’è chi vince e c’è chi perde. Qui c’è un universo parallelo, un mondo strano, dove ci guardiamo in faccia e ci rendiamo conto che – belli, brutti, dritti, storti, alti, bassi – siamo tutti uguali, ci piace ridere e divertirci di quello che siamo“. È la dichiarazione-manifesto con la quale Paolo Bonolis ha aperto la dodicesima stagione di Avanti un altro (per la prima puntata, andata in onda ieri, come sempre nella fascia preserale su Canale 5, media di 4.070.000 telespettatori e il 22,79% di share). Parole che qualche anno fa non sarebbero state necessaria premessa, che suona come giustificazione per una oasi di leggerezza dove regna la scorrettezza e l’irriverenza, tra ostentate battute sull’aspetto fisico dei presenti, ironia (“morto un Papa se ne fa un altro” non è male, considerando gli avvenimenti degli ultimi giorni – le puntate sono registrate con ampio anticipo rispetto alla messa in onda) e autoironia sulla morte, interazione diretta con il pubblico in studio e ostentati riferimenti pop. Ma i tempi cambiano e le sensibilità del pubblico pure.

Non cambia, invece, il format, dove la componente del gioco molto spesso, diciamo sempre, è pretesto per fare show. Lo si capisce dalla scelta delle domande (e dei concorrenti), dall’indugiare sui dettagli, dai frequenti sketch (spassosi quelli con Dario FashionBlogger – al secolo Dario Schellino) del salottino che interrompono il flusso del quiz, dal ricorso ad un lessico ormai diventato cult (“i pidigozzi“).

La prima puntata di Avanti un altro 2023 certifica uno stato di forma invidiabile per Bonolis, negli ultimi tempi apparentemente in crisi professionale. Mattatore (come sempre) del game show, anche grazie al solido supporto di una scrittura autorale di esperienza, istrionico e assoluto padrone della scena. Un limite? I duetti con Luca Laurenti pur restando elemento irrinunciabile del format, spesso restituiscono più malinconia che divertimento.

 

 

 

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