Home Festival di Sanremo Amadeus, Sinner e quell’invito azzardato. Perché Sanremo è Sanremo, ma forse non per tutti

Amadeus, Sinner e quell’invito azzardato. Perché Sanremo è Sanremo, ma forse non per tutti

A stupire, più della vicenda in sé, è il metodo applicato da Amadeus, che ha sempre puntato su un effetto sorpresa basato su trattative sotterranee e accordi resi noti solo una volta raggiunta l’ufficialità. Eccetto stavolta

pubblicato 31 Gennaio 2024 aggiornato 6 Febbraio 2024 16:00

Lo so che è insolito un invito pubblico, ma un campione come te deve essere abbracciato e applaudito a Sanremo”. Il primo a considerare inconsueta la modalità della proposta era stato lo stesso Amadeus, intenzionato ad accogliere Jannik Sinner all’Ariston all’indomani del trionfo all’Australian Open. Un appello in favor di telecamera, rilanciato rapidamente sui social e divenuto in pochissimi minuti una notizia da titolo, perché il Festival è alle porte e, si sa, ogni cosa che in questa fase profumi solo lontanamente di Sanremo assume centralità e rilievo.

Il volto di Amadeus nella mattinata di lunedì appariva radioso: “Sanremo si ama, Jannik Sinner si ama”, aveva esordito il conduttore nel suo videomessaggio. “Sono qui per farti ufficialmente e pubblicamente l’invito a venire al Festival. Tutti me lo chiedono, c’è una grande gioia di vederti. Non devi cantare, non devi ballare, devi solo prenderti la standing ovation dell’Ariston e un grande applauso da parte di tutti gli italiani che hai fatto impazzire in questi mesi. Vieni a Sanremo, quando vuoi, in una delle cinque sere. Attendo una tua risposta”.

Una risposta, in tal senso, è arrivata e non è stata quella che il direttore artistico si aspettava. “Se Jannik andasse a Sanremo sarebbe una delusione, ne sarei meravigliato”, ha commentato il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi. Una frenata brusca e altrettanto mediatica, che ha scatenato ulteriore chiacchiericcio, mescolato alle forti perplessità del diretto interessato. Tanto che Amadeus, ventiquattr’ore dopo, è riapparso in video con tutt’altro spirito: “Caro Jannik, quando ti ho invitato a Sanremo l’ho fatto con il cuore pensando di interpretare il desiderio di milioni e milioni di italiani. Certamente non immaginavo tutto questo rumore intorno al mio invito. Sanremo deve includere, non deve dividere. Ci sono coloro che ti vogliono a Sanremo e qualcuno che ti sconsiglia di venire. La cosa importante è la tua serenità, la tua tranquillità e naturalmente non ti volevo mettere in imbarazzo. Se deciderai di non venire io ti capirò, l’importante è che ti dedichi al tennis. Noi siamo dispiaciuti ma non cambia nulla, faremo sempre un gran tifo per te perché sei un vero orgoglio italiano”.

Sinner

A stupire, più della vicenda in sé, è il metodo applicato da Amadeus che, in questi quattro anni, ha sempre puntato su un effetto sorpresa basato su trattative sotterranee e accordi resi noti solo una volta raggiunta l’ufficialità. Accadde per Cristiano Ronaldo, per Jovanotti, per Roberto Benigni e addirittura per il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, insindacabile ‘colpaccio’ dell’edizione 2023. Per non parlare delle future co-conduttrici, tenute nell’ombra fino all’ultimo e presentate a fine novembre in diretta al Tg1.

Un’eventizzazione del Festival che Amadeus ha saputo coltivare in maniera impeccabile, tuttavia capace di mostrare una gigantesca falla ad una settimana dalla partenza, quando le difese erano abbassate e nessuno, lui in primis, poteva immaginare di trovarsi di fronte al gran rifiuto. Perché la sensazione più diffusa è quella di un diniego imprevisto, non calcolato. In fondo – avrà pensato Ama – se Novak Djokovic su quel palco ha giocato a tennis usando una padella al posto della racchetta, figuriamoci cosa potrebbe regalarci Jannik. Non mettendo in conto che a volte si possa rispondere ‘no, non sono interessato’. Come Sinner ha fatto nella conferenza stampa di mercoledì, ponendo definitivamente il punto sulla telenovela.

Perché Sanremo è Sanremo. Ma forse non per tutti.

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