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Alessandro Antinelli a TvBlog: “Gli Europei come Sanremo, la Nazionale come la Rai. Adani resterà con noi”

Alessandro Antinelli, l’inviato Rai per Euro 2024: “Come il Festival di Sanremo, Rai deve mantenere il suo stile, senza inseguire gli altri”

10 Giugno 2024 16:52

Da 14 anni è il volto Rai della Nazionale. Da oggi, con l’arrivo in Germania – a partire da venerdì 14 giugno si disputeranno i Campionati europei di calcio – inizia la nuova avventura azzurra di Alessandro Antinelli. TvBlog ha intervistato il giornalista della tv pubblica, pronto a raccontare il suo quarto Europeo (con l’Italia). Sarà lui, da team leader di RaiSport per la Nazionale (dal 2023), ad occuparsi dei pre e post partite della squadra di Luciano Spalletti, che debutterà sabato prossimo contro l’Albania alle ore 21.00 (diretta su Rai1 con telecronaca di Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro). La Rai, nel dettaglio, trasmetterà 31 partite (compresa la finale del 14 luglio), 22 sulla rete ammiraglia, 9 su Rai2.

La Nazionale è il massimo, per chi ci gioca e per chi fa il mio mestiere. Io ci sono arrivato dopo 10 anni di lavoro in Rai. La Nazionale su Rai1 ti permette di entrare nelle case degli italiani, ti fa diventare uno di famiglia, come fossi un vecchio amico. È una cosa speciale, me la voglio tenere stretta.

Alessandro Antinelli, lei ha fatto anche il bordocampista, qual è la postazione migliore per seguire la Nazionale?

Da studio è la più completa: vedi il campo dall’alto, ma anche il monitor splittato, con le immagini dedicate ed esclusive, hai un controllo maggiore. A livello di emozione, però, il bordocampo è la cosa più bella del mondo. A Wembley, quando Donnarumma ha parato il rigore a Saka nella finale di Euro 2020 giocata nel luglio 2021, io, unico giornalista Rai presente a bordocampo, ero a cinque metri da loro.

Seguire per la Rai la Nazionale significa anche doversi relazionare con il Commissario Tecnico. Come è andata con quelli che si sono avvicendati in questi 14 anni?

Io sono arrivato con la fine della gestione Lippi. Lui, Antonio Conte e Luciano Spalletti sono genuini. Ci vai d’accordo, ma quando gli si chiude la vena ti possono mandare a quel paese… ma il loro essere genuini è un plus. Cinque minuti dopo il momento di nervosismo, ti abbracciano. Preferisco questo tipo persone, vere, oltre che brave. Spalletti lo conosco da molti anni e da quando ha allenato il Napoli la sua comunicazione è migliorata. Il rapporto è proficuo.

Dal 2010 al 2014 sulla panchina azzurra sedeva Cesare Prandelli.

Comunicatore fantastico, persona splendida, il rapporto era buono.

E con Roberto Mancini com’è andata?

Da quando è arrivato – era il 2018 – fino alla metà degli Europei del 2021, è stato il Ct con il quale ho avuto il rapporto più proficuo a livello di comunicazione e con il quale sono andato più d’accordo. Durante quell’Europeo, però, si è rotto qualcosa… e così è finita.

Cosa è accaduto?

Diciamo che è stata l’adrenalina dell’Europeo. Pazienza.

Da quasi un anno Mancini ha lasciato la panchina della Nazionale. Avete recuperato il rapporto?

Zero. Dopo l’Europeo del 2021 ho provato a capire, ho fatto un passo verso di lui, perché per me se si hanno visioni diverse ci può stare discutere, poi ti chiarisci e ti stringi la mano. Ma Roberto Mancini è un personaggio così e va bene…. Ognuno va per la propria traiettoria.

Torniamo a Euro 2024, in partenza ufficialmente venerdì. Nei pre e post partite della Nazionale al suo fianco  per lo spazio di presentazione e commento avrà Lele Adani e Andrea Stramaccioni.

Sì, lo studio è stato potenziato, Stramaccioni è una ciliegina sulla torta, garantisce la lettura che solo un allenatore sa dare. Ho chiesto io questa squadra, ringrazio la Rai che l’ha resa possibile.

Lele Adani è appassionato, competente, ma forse un po’ ingombrante…

Qualcuno lo ritiene divisivo. Per me è il numero 1, nell’analisi della partita e nel bucare il video. Ha una gigantesca onestà intellettuale che rende forte le sue opinioni. Non ha filtri, lui dice esattamente quello che pensa. Il suo pensiero può dividere, ma è bravo. È un telecronista come ce ne sono pochi in giro: non sbaglia un giocatore, si accorge delle variazioni tattiche in un nano-secondo, ha la lettura delle partite, centra sempre il punto giornalistico e sa tenere i tempi televisivi perfettamente.

Dazn vorrebbe ingaggiarlo per la prossima stagione. A lei, dirigente di RaiSport, chiedo: Adani resterà con voi anche dopo gli Europei?

Sì, resta a RaiSport!

Il racconto di RaiSport viene ancora considerato meno ‘figo’ di quello di altri broadcaster?

Io guardo e studio Amazon Prime Video, Dazn e Sky, sto attento a quello che propone la concorrenza, anche all’estero. Ma sono convinto che la Rai non debba inseguire gli altri. Noi siamo la Rai! Dobbiamo essere moderni, però mantenendo il nostro stile, che rivendico. Negli ultimi due anni ci siamo messi molto al passo, dai Mondiali giocati a Doha in poi. La percezione esterna può essere un retaggio del passato. Ci vuole tempo, ma è evidente il tentativo di rinnovare in termini di linguaggio, facce e prodotti.

Di quale aspetto di RaiSport va più orgoglioso?

Intanto, per i Mondiali di Doha del 2022 abbiamo fatto un prodotto giovane. In studio c’eravamo io, Adani, Stramaccioni, Rolandi, Marchisio, Lollobrigida… un’immagine fresca di RaiSport. E quella traccia è rimasta. Con il virtuale e la realtà aumentata facciamo materializzare in studio i giocatori della Nazionale per le interviste. Queste sono cose al passo coi tempi. Escludendo gli Europei giocati nel 2021 con le restrizioni covid, Euro 2024 è il primo evento grosso della Nazionale, dal 2016. Non saremo meno di nessuno.

Casa Azzurri a Iserlohn, nell’area compresa tra la Matthias Grothe Halle, il palasport cittadino, la mensa del vicino liceo (Märkische Gymnasium) e l’area esterna circostante, come sarà?

Bellissima; è stata messa in piedi dallo staff di produzione Rai in maniera pazzesca, contingentando i costi, facendo salti mortali incredibili. Stiamo parlando di tre studi in uno: uno chiuso, uno in terrazza e una radiocamera per vedere gli eventi dentro Casa Azzurri. Come per Sanremo, qui viene fuori la capacità di Rai di fare la differenza per un grande evento. La Rai viene criticata per i motivi che sappiamo, ma nel cuore dell’azienda ci sono persone capaci di performare così bene su un grande evento. Questo ci deve far star tranquilli. Rai ha fatto uno sforzo incredibile per mettere a disposizione degli italiani il massimo.  Per Rai Pubblicità i due Super Bowl sono Sanremo e la Nazionale dentro ad un grande torneo. Il Festival è stato fatto molto bene, adesso tocca a noi, dobbiamo mantenere quel livello.

Gli inviati Rai in Germania li paghiamo noi“.  Si aspetta di leggere critiche di questo tipo?

Aspetti, aspetti. Intanto: gli inviati per Euro 2024 sono la metà del 2016 e il 30% in meno del 2021. La Rai ha investito per questi Europei, ma meno rispetto al passato. Quindi faremo le stesse cose, anzi di più, con meno risorse a disposizione. Ma le faremo con passione e gioia, perché per noi è una missione. Non stiamo andando in vacanza o a riposarci. Il mio orario di lavoro a Casa Azzurri sarà 9 del mattino-1 di notte, tutti i giorni.

Le prime tre partite della Nazionale si giocheranno alle 21.00, quando la platea televisiva è affollata. Che ascolti si aspetta? 

Abbiamo tanti precedenti importanti, dai 20 milioni di Italia-Germania del 2012 (la partita era solo su Rai1) fino ai 16 milioni di Italia-Germania del 2016 o i rigori di Italia-Inghilterra con lo share all’85%. Rai1 deve andare sopra i 10 milioni di telespettatori. Magari non alla prima partita, perché Italia-Albania ha meno appeal di Italia-Spagna. Sono molto ottimista, credo si possano ripetere gli ascolti del 2016 e del 2021. È chiaro che c’è la concorrenza delle altre tv, ma Rai1 entra nelle case di tutti.

Finiamo con i pronostici. Chi vince Euro 2024?

L’Europeo lo può vincere la Spagna, che ha già vinto la Nations League. Ha molti giocatori allevati da giovani dal loro allenatore Luis De la Fuente. Questo può fare la differenza, insieme al tanto talento che hanno. Un gradino sotto c’è l’Inghilterra.

L’Italia fino a dove può arrivare?

Non per mettere pressione, ma Italia-Albania di sabato prossimo è già una finale. In un girone con Spagna e Croazia, già sai che se vuoi andare avanti devi battere l’Albania. Ai quarti possiamo arrivare, poi dipende dal tabellone. L’Italia è come la Rai, dentro il torneo si trasforma e trova le risorse per fare il massimo. Magari ha problemi, fa fatica, ma quando inizia l’evento, riesce a performare. Con un allenatore così bravo come Spalletti, l’Italia merita di essere tra le prime otto di Europa.