Home Rai 1 La lettera di Verro a Berlusconi del 2010, le trasmissioni “antigovernative” e i “rimedi”

La lettera di Verro a Berlusconi del 2010, le trasmissioni “antigovernative” e i “rimedi”

Verro smentisce il contenuto nella lettera, nella quale vengono indicate otto trasmissioni antigovernative su cui porre rimedio

pubblicato 19 Febbraio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 18:20

Il Fatto Quotidiano oggi spara in prima pagina una lettera che sarebbe stata inviata il 25 agosto del 2010 da Antonio Verro, consigliere di amministrazione della Rai (ancora oggi) e storico amico e collaboratore di Silvio Berlusconi (è stato anche senatore del PdL) La missiva fu inviata da Verro proprio a Berlusconi quando era presidente del Consiglio (e proprietario di Mediaset). Vi proponiamo di seguito l’intero testo:

Caro Presidente,
faccio seguito ai colloqui di domenica scorsa a San Siro per inviarLe in allegato n.8 schede sintetiche delle trasmissioni che più mi preoccupano. Temo infatti che siano fortemente connotate da teoremi pregiudizialmente antigovernativi. Purtroppo, nonostante nostri vari tentativi, penso non ci sia più niente da fare. Tali programmi sono inseriti nel palinsesto che il Direttore Generale ha già presentato, ma su cui il consiglio non può fare decisiva interdizione. Unico rimedio ipotizzabile sarebbe quello di mettere paletti relativi a composizione del pubblico, strettoie organizzative e scelte di ospiti politici (e non) delle suindicate trasmissioni tramite i Direttori di rete. Anche per questo è di fondamentale importanza procedere il prima possibile alla nomina di Susanna Petruni a Direttore di Raidue già dal primo consiglio di amministrazione disponibile, cioè quello del 15 settembre prossimo, e verificare che il Direttore Generale si determini a un puntuale controllo sul Direttore di Raitre (Paolo Ruffini, Ndr).
Un grosso abbraccio.

Verro dunque parla di otto programmi (esplicitati nei due allegati) contro il governo e li indica in Ballarò di Giovanni Floris, Che tempo che fa di Fabio Fazio, Parla con me di Serena Dandini, In mezz’ora di Lucia Annunziata, Linea Notte Tg3, Report di Milena Gabanelli, Glob di Enrico Bertolino e Annozero di Michele Santoro (l’unico tra questo a non andare in onda su Raitre, ma su Raidue).

Il consigliere d’amministrazione Rai, intervistato dal Fatto, ha confermato che il suo rapporto con Berlusconi è “quarantennale” e che è “plausibile” gli abbia potuto scrivere una lettera, ma ha smentito il contenuto di quella missiva inviata ad agosto: facendo notare:

E in agosto lei pensa potessi essere a Roma?

con riferimento al fatto che secondo il quotidiano di Travaglio la lettera sarebbe stata inviata via fax da Roma alla residenza privata di Berlusconi, ad Arcore.

Verro ha detto: “È impossibile che abbia potuto scrivere questo. Indicare il nome della Petruni poi. Smentisco al 100 per cento. No: al 102 per cento”. Quindi ha insinuato che si tratta di un tentativo di “mettermi in difficoltà alla vigilia di un decisivo consiglio nel quale la riforma Gubitosi (alla quale lui si oppone, Ndr) dev’essere votata”.

Da segnalare che il direttore generale menzionato nella missiva è Mauro Masi, oggi amministratore delegato della CONSAP, Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.p.A.

Da notare, infine, che qualche mese prima dell’invio della lettera di Verro, Masi fu coinvolto nel Trani-Gate, l’inchiesta della procura di Trani secondo le cui intercettazioni Silvio Berlusconi esercitava pressioni tramite Giancarlo Innocenzi (commissario dell’Agcom), Augusto Minzolini (direttore del Tg1) e Mauro Masi per arrivare alla chiusura di Annozero. I reati di abuso d’ufficio contestati vennero però archiviati nel gennaio del 2013.

La giornalista Susanna Petruni è invece diventata ‘famosa’ per il servizio del Tg1 (allora diretto da Minzolini) nel quale non fece ascoltare le parole di Berlusconi all’Ue quando definì kapò il tedesco Martin Schulz. Ma anche per il gioiello a forma di farfalla che indossò in onda e che pareva simile a quelli regalati da Berlusconi ad amiche e donne che frequentavano Arcore. La Petruni, che non è mai stata nominata direttore di rete, negò tutto.

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