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Satyricon: Luttazzi e Travaglio assolti anche in Cassazione

La Cassazione ha respinto il ricorso del Cavaliere che aveva chiesto un risarcimento di venti miliardi di vecchie lire

pubblicato 21 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:34

I giudici della Cassazione hanno assolto Marco Travaglio e Daniele Luttazzi dall’accusa di diffamazione di Silvio Berlusconi per l’intervista andata in onda durante la puntata del 14 marzo 2001 del programma Satyricon su Rai 2 (in apertura di post il video). La suprema Corte ha respinto il ricorso presentato dal Cavaliere che aveva chiesto un risarcimento di venti miliardi di vecchie lire perché “Travaglio e il conduttore Luttazzi, in accordo con il direttore della rete Carlo Freccero” hanno “gravemente leso il suo onore, la sua reputazione, l’immagine di uomo politico e la sua stessa identità personale”.

Dopo 14 anni si chiude così la vicenda giudiziaria nata per un’ospitata in televisione per la promozione del libro L’odore dei soldi, a due mesi esatti dalle elezioni politiche. In realtà già il Tribunale e la Corte di Appello avevano escluso la diffamazione nei confronti di Berlusconi. Dunque, Travaglio non ha accusato “in modo subdolo” il Cavaliere “di biechi interessi privati, di illeciti societari e di collusioni con la mafia” ma ha “stigmatizzato sicuramente con toni forti, sarcastici e sdegnati, la condotta dell’uomo pubblico, al vertice delle istituzioni, che non aveva ritenuto necessario chiarire nelle opportune sedi alcune vicende della sua attività imprenditoriale oggetto di indagini penali”. Per quanto riguarda Luttazzi, il suo comportamento – ha scritto la Cassazione – è stato “corretto e conforme ai canoni della satira” e “nel dirigere l’intervista, si è avvalso degli strumenti tipici di questo genere, compresa la mimica”.

Luttazzi ha scritto un tweet per esprimere la sua soddisfazione.

Travaglio ha fatto lo stesso, lanciando anche l’hashtag #jesuisluttazzi.

L’ex Premier Berlusconi dovrà rifondere la Rai per le spese sostenute nel giudizio in Cassazione, quantificate in 10 mila e duecento euro.