Home Agorà Sabina Guzzanti: “Tv è fatta da incapaci e raccomandati. Rai3 è mondezza”

Sabina Guzzanti: “Tv è fatta da incapaci e raccomandati. Rai3 è mondezza”

La regista è tornata a parlare di quanto avvenuto ad Agorà. Ma non solo, anche della satira in tv, di Crozza e dell’Auditel

pubblicato 8 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 23:34

Ieri mattina vi abbiamo raccontato, praticamente in tempo reale, quanto accaduto durante e dopo Agorà, con l’attacco su Twitter di Sabina Guzzanti nei confronti di Gerardo Greco e della trasmissione mattutina di Rai3. La querelle è proseguita nelle ore successive, tra un cinguettio e un altro.

Questo lo avete letto su Twitter. Ma Blogo qui vi propone in anteprima nuove dichiarazioni della regista de La Trattativa, rilasciate al nostro Giulio Pasqui, che con Simona Sassetti conduce ‘TeleFatti – La tv in radio’, in onda ogni mercoledì dalle 20 su Antenna Radio Esse (stasera ospiti saranno anche Paola Ferrari e Rossella Brescia).

La Guzzanti è tornata su quanto avvenuto nel talk di Rai3 ieri mattina:

Impressionante. Mi hanno invitato là, non sapevo bene neanche che programma fosse. Mi avevano detto che era un po’ un pollaio, però ho detto ‘devo fare pubblicità al film, mi hanno invitata, hanno insistito’, mi avevano promesso che avremmo fatto l’intervista sul film e che non avrei dovuto partecipare al talk show. Non ha molto senso che io mi metta a fare battibecchi con i politici. Dovevo parlare del film, che peraltro neanche hanno visto. (Greco, Ndr) È stato di una maleducazione, di una mancanza di qualsiasi professionalità. Mi ha fatto due domande ridicole. Siccome la sua puntata era sul sindacato insisteva perché gli dicessi quali erano le relazioni tra la trattativa e il sindacato. Che non ci sono. Infatti io gli ho risposto, col sorriso sulle labbra, che non ci sono. Che io sappia; se le conosceva lui poteva dircele visto che, in teoria, è un giornalista.

Quindi sul battibecco con l’onorevole Osvaldo Napoli:

Uno di Forza Italia, uno di questi molto loschi, uno di quelli che hanno cercato di far passare il Lodo Alfano, di accorciare la prescrizione, personaggi che lavorano a favore della corruzione, ha iniziato a insultarmi, a parlarmi sopra. Ho chiesto che smettesse. Lui (Greco, Ndr), invece, mi ha tolto la parola, ha cambiato argomento, non ha nemmeno detto ‘Arrivederci Sabina Guzzanti, grazie per essere venuta’. Non mi sono arrabbiata io, sono stati loro che sono stati cialtroni e sleali. Mi hanno invitato loro, mi sono anche svegliata alle sette, avevo un sonno non indifferente. La televisione la fanno gli incapaci e i raccomandati.

La Guzzanti ha poi criticato fortemente la terza rete della tv pubblica, con buona pace del direttore Andrea Vianello:

(Napoli, Ndr) mi diceva, su Rai3, che il film è un flop. Rai3 la stanno affondando volontariamente. Era la rete più bella di tutte; è sempre stata la rete che ha fatto le cose più innovative e di qualità, ora è diventata una mondezza che sta andando a picco.

L’attrice però non si è limitata a ripercorrere quanto accaduto ad Agorà, ma ha parlato in maniera più generale del piccolo schermo. Dopo aver ricordato di essere stata “cacciata dalla tv nel 2003”, anno dal quale è stata “vietata dalla Rai” dove “non sono più potuta tornare a lavorare” e aver lamentato il fatto che “la televisione non me la fanno fare”, ha rievocato l’esperimento di Un due tre stella su La7:

Un tentativo di fare di nuovo un programma, un varietà satirico. Abbiamo fatto cose interessanti, ma in una tv commerciale è un po’ diverso. La7 ha ascolti molto bassi e poi ha tantissima pubblicità. Non sono abituata; non è facile parlare per 20 minuti, poi perdere l’attenzione per cinque minuti, poi riacchiapparla. Devi fare programmi pensando sempre alla scaletta, fare cose che sorprendono. (…) Sei costretto ad invitare ospiti mostruosi, che nessuno vorrebbe vedere, tanto per fare ascolto. È una cosa più da circo.

Il discorso si è poi allargato all’Auditel e ad un confronto con la tv di qualche anno fa:

È una sciagura la filosofia per cui l’ascolto deve essere l’unico obiettivo. Un tempo nella televisione contava il gradimento, non l’ascolto. Io non guardo la televisione da anni; chi la guarda, la guarda anche perché è costretto, perché è l’unica cosa che c’è. La guardi anche se non ti piace. Infatti l’ascolto diventa sempre più passivo e i programmi tendono sempre più all’ipnosi, contano sul fatto che t’addormenti. È un’altra televisione. Quando facevamo televisione con mio fratello e col mio gruppo facevamo cose perché ci piacevano. Erano programmi che sono rimasti nella memoria di tutti. Oggi ci sono programmi che magari fanno ascolti pazzeschi ma di cui il giorno dopo non ricordi più nulla.

Quando Pasqui le ha chiesto se accetterebbe di realizzare la copertina di Ballarò, la Guzzanti ha spiegato che “non me l’hanno mai chiesto”. E perché questo?

Non sono molto gradita. Hanno paura che dica chissà che cosa. Ed in effetti dico cose molto ragionevoli. Non mi autocensuro e quindi non mi fanno parlare.

Salvato Maurizio Crozza (“A volte mi fa ridere”, ma “è inquietante che siano poche le persone a poter fare satira in tv”), la Guzzanti ha ammesso di non essere una telespettatrice incallita:

La tv la guardo due volte al mese, non di più.

Infine, un commento alla battuta pronunciata a Un due tre stalla su Maria De Filippi “minaccia per l’umanità” (video in apertura di post).

Era una battuta, non ce l’ho con Maria De Filippi. Penso che questi programmi stimolino la parte peggiore di tutti noi; a forza di stimolarla, la società diventa sempre più aggressiva, diventa un incubo viverci.

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