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Presadiretta, Riccardo Iacona a TvBlog: “Non sono più angosciato per lo share. I tagli della Rai rischiano di annullare il nostro gruppo di lavoro” (VIDEO)

La videointervista di TvBlog a Riccardo Iacona.

pubblicato 3 Settembre 2014 aggiornato 2 Novembre 2020 09:57

Durante la conferenza stampa di presentazione delle quattro puntate di questa edizione speciale di Presadiretta, Riccardo Iacona ha voluto sottolineare la propria preoccupazione riguardo i tagli che la Rai ha intenzione di fare sui collaboratori esterni. Presadiretta, infatti, si avvale della collaborazione di 6-7 giornalisti a partita Iva e il timore di Iacona è quello di perdere il suo gruppo di lavoro.

Dopo la conferenza stampa, noi di TvBlog abbiamo approfondito la questione direttamente con il giornalista romano. Nella videointervista che potete vedere, Riccardo Iacona ha parlato anche del suo rapporto con l’Auditel, dei contenuti di questa edizione di Presadiretta e anche dell’addio di Floris da Rai 3.

Presadiretta ritorna alla domenica. Lei come lo vive il rapporto con l’Auditel? Lo vive come una valutazione del suo lavoro?

L’Auditel è una materia un po’ strana perché tutti lo sanno leggere ma non è semplicemente un numero secco. Dentro quel numero secco, bisogna andare a vedere cosa succede. Per esempio, è innegabile che sia Presadiretta che Report hanno perso qualche punto di share il lunedì sera però complessivamente l’informazione, quel lunedì, è schizzata al 15%. Anche di più, con Report che faceva un po’ più di noi. Chi ce lo dice che noi non abbiamo conquistato del pubblico nuovo il lunedì? E chi ci seguiva la domenica, non ci ha seguito perché aveva altro da fare il lunedì? Bisogna stare attenti. Se una cosa mi è successa in tutti questi anni, a parte che mi son venuti i capelli bianchi e mi è cresciuto il naso, non sono più angosciato dallo share. Sono invece preoccupato, ansioso e contento di fare delle cose particolari e delle cose belle e penso che questo sia anche la missione del servizio pubblico.

La prima puntata sarà dedicata alla prostituzione minorile, partendo dal caso delle baby-squillo dei Parioli. Quando si trattano questi argomenti non c’è sempre un rischio di morbosità?

No, il rischio morbosità lo corri se lo fai in maniera morbosa. Noi non l’abbiamo fatto. Noi abbiamo messo l’obiettivo sugli uomini. Questa è la differenza. Questo fa veramente la differenza. I racconti morbosi, a partire da questo orribile termine, Baby Squillo, come se fosse possibile tenere insieme baby e squillo, come se ci fosse libertà di scelta dietro la decisione di prostituirsi da parte di una ragazzina di 14 o 15 anni. Questa roba qui, non solo la rifuggiamo, ma è proprio per questo abbiamo fatto questa puntata e di questa storia, abbiamo tirato fuori quello che noi pensiamo sia importante a livello generale. Lo dimostra il fatto che di questi fenomeni si moltiplicano. Non è un caso eccezionale, il caso delle due ragazzine di Roma.

Le prime due puntate sono completamente dedicate a temi giovanili. Si tratta di una scelta precisa?

E’ una scelta. E’ sempre di più dobbiamo raccontare i giovani. E’ lì che succedono sempre cose nuove, nel bene e nel male ed è lì che c’è sempre l’ombra di silenzio. Queste cose che racconteremo nelle prime due puntate, non le racconta nessuno. Quindi su questo terreno qui, possiamo fare ancora tantissimo.

Dietro la questione dei tagli della Rai nei riguardi di giornalisti esterni, ci sono solo questioni economiche o anche altre pressioni riguardo il suo lavoro di giornalista d’inchiesta?

Non sono un complottista. Io penso che ci sono questioni economiche. Penso che la Rai deve tagliare gli sprechi ma noi di Presadiretta siamo stati protagonisti di questo. L’anno scorso siamo stati l’unica trasmissione che ha tagliato sui costi. Noi abbiamo recuperato decine e decine di migliaia di euro. Abbiamo utilizzato meno turni di montaggio, meno turni di riprese… Abbiamo razionalizzato. Io lo capisco. Io sono figlio di questa Italia. Non è che non mi rendo conto di quello che succede attorno e sto parlando a vanvera. Proprio perché non sto parlando a vanvera, ritengo che questi tagli fatti su compensi che sono già molto bassi e largamente inferiori a quelli di mercato, il mercato interno Rai e non La7 e Mediaset, sono delle cose che potrebbero rischiare di annullare questo gruppo di lavoro. Il mercato c’è, anche se non ce ne vogliamo accorgere. Lo dimostra, la vicenda di Floris.

Negli ultimi anni, si sono moltiplicati i programmi d’informazione. E’ un bene per il pubblico o si rischiano programmi fotocopia?

Se non fanno il programma fotocopia, è un bene per il pubblico. Se fanno il programma fotocopia, dovranno vedersela con il pubblico. Penso sempre che più fai informazione, meglio è. Mai dire no. C’è stato un periodo in cui se ne faceva di meno. Periodi tristi per il nostro paese.

Rai 3 sarà competitiva quest’anno nonostante l’addio di Floris?

Io tifo per Giannini, tifo per la nuova squadra di Ballarò. Faremo tutti il tifo come sugli spalti ma lo dico non solo per la persona in sè ma lo dico per la Rai. Se la Rai perde terreno sul racconto della società, dell’economia, della politica, perde autorevolezza e non ce lo possiamo permettere. Ecco perché anche questa partita di Presadiretta è una partita strategica per la Rai. Nessuno è indispensabile, io per primo. Nessuno difende posizioni di rendita. Nessuno è indispensabile. Che la Rai continui a fare informazione, che la faccia in prima serata, che moltiplichi e non diminuisca gli appuntamenti, questo sì che è indispensabile per giustificare il canone. Questo sì.