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Israele, le serie tv realizzate nel Paese “scappano” dalla guerra

Il conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza ha spinto le produzioni di alcune serie tv a traslocare in attesa che la situazione migliori per poter finire le riprese degli episodi

pubblicato 22 Luglio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 02:13

Il conflitto che vede al centro Israele e la Striscia di Gaza e che dura ormai da due settimane ha delle ripercussioni anche sul mondo dello spettacolo. Ripercussioni che, ovviamente, pensano molto meno delle vittime che la guerra sta provocando: ad oggi, come spiega Polisblog, le vittime sono più di seicento, tra civili e soldati.

In una situazione come questa, con la tregua che sembra fare fatica a trovare un proprio percorso, le produzioni americane si stanno allontanando da Israele, preferendo altri Paesi capaci di dare agli show location simili a quelle che i produttori cercavano nello Stato del Medio Oriente.

Tra le nuove serie che hanno deciso di traslocare c’è Tyrant, il nuovo show in onda su Fx che racconta il ritorno a casa, nell’immaginario Stato di Abbudin, di Bassam Al Fayeed (Adam Rayner), figlio del dittatore che da anni guida il Paese. Il rientro a casa, insieme alla famiglia, non è facile, sopratutto quando incontra il fratello Jamal (Ashraf Barhom), futura guida dello Stato e spinto da motivazioni poco ragionevoli nei suoi modi di comandare.

La produzione della serie tv, creata da Gideon Raff, ha collocato i propri set a Tel Aviv, dove sono state costruite scenografie molto costose. A causa del conflitto, però, la produzione ha deciso di spostarsi in Turchia per la realizzazione degli ultimi due episodi della prima stagione. Gli autori hanno riscritto le sceneggiature, in modo da rendere più facile la scelta delle nuove location, con la speranza, nel caso che la serie fosse rinnovata, di poter tornare a Tel Aviv.

Stop delle riprese, invece, per Dig, miniserie di Usa Network di cui è stata girato un solo episodio, a Gerusalemme. “Il conflitto ci ha colto impreparati e stiamo valutando come procedere”, ha detto Raff, co-creatore anche di questa serie con Tim Kring. La serie tv racconta le vicende di Peter (Jason Isaacs) agente dell’Fbi di base a Gerusalemme, che nell’indagare sull’assassinio di un archeologo scopre una cospirazione di duemila anni che potrebbe cambiare il mondo. La produzione sta valutando se aspettare che la situazione in Israele migliori o se cercare un altro Stato dove girare.

E se anche The Dovekeepers, miniserie della Cbs ambientata nell’Israele del 70 D.C., dopo l’evolversi della situazione sarà girata a Malta, anche Homeland (la cui serie originale da cui è tratta è stata creata sempre da Raff), durante le riprese della terza stagione, decise di non girare più in Israele (a causa delle tensioni con la Siria), ma in Marocco.

La situazione, dunque, sta mettendo in difficoltà anche i produttori americani, che trovano nei paesaggi israeliani location adatte a raccontare storie legate al territorio e capaci di appassionare milioni di telespettatori. Si tratta, come detto, dell’ultimo problema all’interno di una situazione che sta creando vittime e paura tra la popolazione: speriamo che i set di queste serie tv possano riaprire presto e che la situazione torni sotto controllo.

[Via DeadlineHollywood]