Home Sciopero Rai, senza tecnici programmi a rischio: saltati Agorà e Chi l’ha visto?, Tg in versione ridotta

Sciopero Rai, senza tecnici programmi a rischio: saltati Agorà e Chi l’ha visto?, Tg in versione ridotta

I dipendenti Rai hanno incrociato le braccia e i sindacati presidiano i Centri di Produzione Rai: senza tecnici ‘non si cantano messe’ e a farne le spese per primi sono stati il programma di Gerardo Greco su Rai 3 e le rubriche di UnoMattina.

pubblicato 11 Giugno 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 03:31

Aggiornamento 21.50 Salta anche la puntata di Chi l’ha visto? su Rai 3. Confermati, dunque, i timori della vigilia, espressi dalla redazione via Twitter.

Aggiornamento ore 13.40: si conferma il ricorso a edizioni ridotte dei Tg. Durata appena cinque minuti l’edizione delle 13.00 del Tg2. A seguire Castle. Identica situazione al Tg1, con Elisa Anzaldo alla guida di un’edizione di poco più di sei minuti, conclusa con la lettura del comunicato del sindacato dei giornalisti, l’Usigrai, che ha comunque scelto di non partecipare allo sciopero. Al termine del Tg1 subito Legàmi. Di seguito il comunicato Usigrai così come pubblicato sul sito di Rai News 24:

“La Rai va cambiata, profondamente. L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai, ne è certo e lo chiede da tempo. Questa Rai così com’è non ci piace. Non ci piace l’interferenza sempre più pesante dei partiti e dei governi, non ci piacciono gli sprechi e neanche un’organizzazione ormai vecchia e superata.  Ma ancor meno ci piace un governo che preleva forzosamente 150 milioni di euro versati dai cittadini per il canone per farne altro, che spinge a vendere – e in fretta – le torri di trasmissione, che mette a rischio posti di lavoro. Per questo pensiamo che si debbano realizzare con urgenza alcune riforme che portino a un canone sociale – quindi più equo -, a vertici aziendali liberi da indebite pressioni esterne. In definitiva, a un servizio pubblico moderno, capace di stare vicino alla gente, capace di informare, educare, intrattenere, capace di raccontare il Paese e il mondo, la realtà e le sue trasformazioni. E per questo pensiamo che tutto ciò debba avvenire insieme alle cittadine e ai cittadini. L’Usigrai ha sospeso lo sciopero dopo gli impegni assunti dal governo su questi temi. Ora ci aspettiamo che il governo si dimostri all’altezza della sfida del cambiamento”.

L’11 giugno è arrivato e con esso lo sciopero dei dipendenti Rai iscritti ai sindacati Sic-Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal; al lavoro, invece, gli afferenti alla CISL e i giornalisti dell’Usigrai, che hanno scelto di non scioperare, ma non senza polemiche (e nel video di apertura il CdR del Tg3 spiega le ragioni della non adesione). Mentre Libero dà conto dello scambio di opinioni tra i giornalisti ‘pro’ e ‘contro’ l’agitazione proclamata dai sindacati a mezzo Facebook, i palinsesti tremano sotto i colpi dell’astensione dal lavoro dei dipendenti e soprattutto dei tecnici e delle maestranze (“la Rai dei titoli di coda”, come viene detto nella protesta). Senza di loro non si accendono le telecamere, a dimostrazione del ruolo angolare che ricoprono nell’Azienda.

Ne sa qualcosa Agorà, il programma di Rai 3 con Gerardo Greco che si sarebbe dovuto occupare del viaggio di Renzi in Asia e delle Grandi Opere, ma che non è andato in onda, sostituito dalla puntata di PiazzaPulita PresaDiretta su Stamina. In onda, con una sorta di best of, UnoMattina ma non le sue rubriche, Dolce CasaSapore di Sole. Saltata anche l’edizione di Buongiorno Regione in Campania ed è solo l’inizio di una giornata che si preannuncia molto lunga (in basso cartelli davanti al cancello del CPTV Rai di Napoli).

 

Per fare un paragone con gli scioperi ferroviari, non c’è al momento una ‘lista’ dei programmi ‘garantiti’. Si sa, però, la programmazione dei presidi ai centri di produzione e ce la ricorda il Corriere della Sera: al mattino presidiati i centri di Via Teulada a Roma (dove si registra «Porta a Porta»), di Corso Sempione a Milano, di Firenze, Napoli, Torino, Bologna, Genova, Cosenza, Potenza, Palermo e Bari. Praticamente in tutte le sedi regionali. Il che fa pensare che le produzioni del pomeriggio – penso a Estate in diretta – potrebbe andare in onda. Per quanto riguarda i Tg c’è il rischio che possano andare in onda in edizione ridotta.

Contestano lo sciopero le associazioni dei consumatori (Codacons, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori e Associazione Utenti Radiotelevisivi) e si dice contrario anche Angelo Guglielmi, storico direttore di Rai 3 intervistato da Il Fatto Quotidiano, che definisce

“…ingiustificato lo sciopero per l’entità minima della richiesta del Governo (150 mln di euro, ndr) a fronte del bilancio tv annuale della Rai. E trovo anche che per anni si è invocata da parte della Rai l’indipendenza e l’autonomia dal potere politico: questo sciopero, invece, ribadisce il desiderio inconscio, ovvero conscio, della Rai tutta di un riconoscimento di non autonomia politica e di oggettiva capacità di realtà di mercato”.

Rai Sciopero Torino

Al di là dello sciopero, però, i tagli di Renzi stanno spingendo a una riflessione sul futuro della Rai che passerà anche attraverso una serie di ‘dibattiti’ non istituzionali che si stanno organizzando per il mese di giugno. Quasi una sorta di riflessioni ‘ufficiose’ che potranno però poi portare a un piano d’azione concreto. Il Corriere cita l’incontro di martedì 17 giugno organizzato dall’associazione Ex Parlamentari su «Serve ancora un servizio pubblico?» con la partecipazione di Monica Maggioni, direttore di Rainews 24, Tinni Andreatta, Rai Fiction, l’ex consigliere Rai Stefano Balassone, con l’intervento del DG Luigi Gubitosi a confronto con gli ex ministri Paolo Gentiloni (Pd) e Paolo Romani (Forza Italia) e le (attese) conclusioni del sottosegretario alle Comunicazioni del governo Renzi, Antonello Giacomelli.

C’è poi chi lavora a una assemblea già ribattezzata ‘Pallacorda della Rai’, proposta da Michele Anzaldi, segretario Pd della Vigilanza, intenzionato a metter su una bozza di lavoro da presentare al Parlamento con il coinvolgimento di nomi noti del piccolo schermo, anche non più in forze alla Rai, tra cui Michele Santoro, Giovanni Minoli, Lucia Annunziata, Lilli Gruber, Enrico Mentana. L’intenzione di preparare un progetto da presentare al Governo ispira anche l’iniziativa dell’Adrai, presieduta da Luigi De Siervo, prevista per il 23 giugno al teatro delle Vittorie che qualcuno già definisce  una “Leopolda Rai”.

Per oggi però Mamma Rai naviga a vista. Da domani poi ci sono i Mondiali di Calcio e ci si aspetti scatti una sorta di ‘Pax Olimpica’.

 

Immagini sciopero | Pagina FB La Rai siamo Noi

AgoràRai 1