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Vincenzo Venuto a TvBlog: “Sono cresciuto a pane e Quark! E dopo Alive torno a Life…”

Alive non è ancora partito, ma Venuto pensa già al prossimo progetto tv sempre a base di natura, animali e avventure.

pubblicato 6 Maggio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 04:51

Alla vigilia della seconda stagione di Alive – Storie di sopravvissuti (da stasera martedì 6 maggio alle 21.10 su Rete 4) abbiamo fatto una chiacchierata con Vincenzo Venuto, conduttore e tra gli autori del programma ideato da Simona Ercolani. Otto nuove puntate che sbarcano nel prime time della rete Mediaset a un anno dal debutto e che sono chiamate eventualmente a confermare con i propri ascolti una terza stagione. Ma per ora concentriamoci su quella che sta per partire: a farci da guida chi meglio di Venuto?

Soddisfatto della conferma, ovviamente…

Direi di sì. Gli ascolti della prima edizione sono andati molto bene e hanno pensato di realizzarne un’altra. Se poi ce ne sarà un’altra e un’altra ancora e poi ancora un’altra vedremo..

risponde sorridendo con la voce il biologo che ormai da 15 anni ha affiancato la sua passione per la natura, in tutte le sue forme, al piccolo schermo.

Noi vediamo in tv solo una minima parte del lavoro che si svolge dietro le quinte, ma quanto è durata la lavorazione di questa seconda edizione?

Beh, ci sono 13 reportage inediti in questa serie. C’è un bel lavoro dietro. Io faccio un po’ l’autore, ma principalmente il presentatore per cui il mio lavoro non è stato come quello degli autori che lavoravano tutti i giorni sul campo, però è durato da settembre/ottobre e sta ancora continuando, perché alcune storie si stanno ancora costruendo. Ad esempio ho registrare ancora i lanci di cinque puntate, ma in qualche giorno si fa. Diciamo che vogliamo vedere anche come va in onda e stiamo anche pensando di cambiare location. Vedremo.

Un work in progress, insomma…

Le storie principali sono di fatto chiuse. Io ho partecipato ad alcune di queste, andando sul campo, vivendo in qualche modo quel che hanno vissuto i sopravvissuti (si schernisce con un sorriso…). Per dirtene una sono stato nel covo in cui i sequestratori han tenuto prigioniero Andrea Calevo: lì è  stato davvero, eh, coinvolgente.

Immagino la ‘botta emotiva’. Ma Alive, di fatto, punta più sugli aspetti emotivi, immedesimativi, delle storie narrate che sul loro fronte ‘scientifico/analitico’. Come si concilia con questa chiave narrativa la tua formazione essenzialmente scientifica?

Dal punto di vista scientifico non si congingono tanto (risponde sorridendo, ancora) ma ti dico che quando racconto le mie storie, quelle della natura, di avventura , sento lo stesso coinvolgimento. Mi emozionano nella stessa maniera, non so come spiegarmi…

[Mi vien da dire che sempre animali siamo…]

e poi c’è un secondo aspetto che lega le cose, il piacere del racconto. E’ una cosa che ho sempre avuto in qualche modo, anche quando lavoravo all’Università: non davo solo delle nozioni, mi ritrovavo a raccontare la biologia.

Tu sei cresciuto a pane e Quark, insomma..

Sì, sì proprio così! Pane e Quark, i documentari di Attenborough, ma il mio pensiero non era quello di fare tv. In fondo ci sono arrivato tardi al piccolo schermo, una quindicina di anni fa. Mai mi son immaginato, seguendo quei programmi, ‘un giorno vorrei fare quello’. Ma quando è arrivata la tv me la son gestita e mi è piaciuto pure.

E ora sei alle prese con una seconda stagione tra storie di sopravvissuti: ce n’è una che ti ha colpito di più?

Prima ti dicevo dell’emozione provata a entrare nel covo di un sequestro, ma è un po’ come chiedermi quale animale preferisco… A loro modo ciascuna mi ha colpito. Però posso dire che proprio stasera, se non mi sbaglio, c’è proprio la storia di un ragazzo che è rimasto intrappolato tra le rocce di un fiume per ore (il 15enne Davide Caricato, nel 1995, ndr) e io ho un po’ ripercorso quello che aveva fatto, mi son buttato dove lui era rimasto incastrato, ma la cosa che mi ha toccato tanto sono le immagini originali di quel giorno, di quando viene salvato…

L’emozione più forte, quindi, è nel momento ‘real tv’, per dire…

Sì, ma in ogni storia al di là della fiction, dei racconti e delle ricostruzioni ci sono sempre immagini originali che documentano quello che è successo. In quel caso è stato davvero emozionantissimo sentire quel ragazzo che ringraziava i suoi soccorritori.

Fin qui quel che hai realizzato con gli autori della Ercolani. Ma sono sicura che avrai qualche progetto tv tutto tuo, magari ancora in un cassetto…

Sì, di progetti ne ho. Ci sono delle proposte, ma in genere le mie idee costano molto…

aggiunge senza spocchia il biologo/conduttore, consapevole però che nel momento in cui metti in conto trasferte, viaggi, ‘esplorazioni’ i costi non possono che lievitare.

..in fondo poi il filone è sempre lo stesso: natura, avventura, animali… Le mie passioni, insomma..

Mai pensato di ‘lasciare’ questo sentiero?

Beh, a dire la verità c’era una cosa su cui ho lavorato con Simona (Ercolani, ndr). Magari questa te la posso dire… L’abbiamo anche scritto insieme, poi non so se l’abbia proposto o che fine abbia fatto.

Dimmi, dimmi…

Era una cosa sul sesso. Mi faceva molto ridere… si voleva guardare alla sessualità umana in senso etologico, ovvero guardare all’uomo come se fosse un animale, senza sovrastrutture. Una missione quasi impossibile, lo so, ma interessante anche per far conoscere cose che non si sanno. Perché ad esempio noi siamo l’unica specie che fa sesso in privato, perché le nostre femmine vanno in menopausa come le orche e le elefantesse e invece le altre specie no.

Beh, uno sguardo laico sulla nostra natura animale, in fondo…

Esatto. E poi magari servirsi di quello sguardo, di quella prospettiva per seguire e analizzare un reality. Vedere ad esempio i comportamenti e le dinamiche come cambiano nel tempo, notare le posture, la comunicazione non verbale confrontandola con quanto invece viene detto… Però è difficile. Noi l’abbiamo buttato giù, poi non so che fine abbia fatto.

Mai pensato di fare qualcosa anche fuori dalla tv italiana?

Sì, ci avevo pensato, anche perché faccio fatica fare in Italia quel che piace a me, sono programmi costosi e non hanno gli ascolti che fanno i reality. Per cui mi ero immaginato di girare delle cose mie, sul modello di quelle fatte per Missione Natura ma fatte anche meglio, girate in inglese da proporre per il mercato internazionale. Ma non è semplice.

Di fatto il mercato in Italia è ristretto, però…

In Italia al momento la fetta di tv documentaristica è solo mia. Sì, c’è qualcuno che un po’ mi imita, ma male, ma all’estero è anche vero che la concorrenza è diversa…

Quando dici “in Italia c’è qualcuno che un po’ mi imita” per caso ti riferisci a qualche programma attualmente in onda?

Beh, ovviamente no…

Venuto_Alive 2 Vero è che ancora deve iniziare, ma guardiamo già al dopo Alive. Hai già qualche altro progetto in corso?

Ovviamente sì. Life. Io sto scalpitando per terminare le registrazioni di Alive, poi vorrei buttarmi su Life. Visto che l’anno scorso abbiamo corso come i pazzi per fare 10 puntate, ma veramente massacrandoci in giro per l’Italia e per il mondo quest’anno vorrei cercare di anticiparmi un attimo e cercare di realizzare i documentari prima.

Quindi Life torna?

Se tutto va bene… ancora non c’è nulla di scritto, ma sto ragionando sulle nuove puntate, sui nuovi documentari, sulle nuove location e adesso, appena ci sarà un attimo di tempo, vedrò di incontrare qualcuno di Mediaset per ragionare su questa cosa.

Life e Alive, insomma, restano i cardini della ‘tua’ tv…

Eh sì e mi impegnano tanto. Life ancor più di Alive, perché lì sì che faccio l’autore a 360°, curo tutto insieme a Cristiana Mastropietro, per cui devo scegliermi le location, scrivere le storie, andarle a girare , seguire i montaggi. Lì è proprio un massacro, ma è mio.

Qual è il sogno, la meta di Venuto?

In fondo la meta è sempre quella ‘roba là’, seguire la natura, l’avventura gli animali. Sono noioso, lo so, ma quella è la mia passione che ci devo fare… Magari modulato in un modo diverso. Ma il sogno è quello di riuscire a fare sempre quello che sto facendo sempre…

E le cose o i luoghi che Venuto vorrebbe raccontare?

Adesso se vuoi ti faccio un elenco che inizia oggi e finisce dopodomani. Però per dirti ti dico quello che vorrei fare tra 15 giorni… e so che mi pentirò ma te lo dico lo stesso: andare alla Svalbard a guardare gli orsi bianchi che escono dalle tane e vanno a cacciare sul pack. E’ il mio sogno di adesso.

Bene, se c’è un posto ci accoderemmo con piacere, ma intanto lanciamo Alive per stasera. Convincici…

Ti dico solo che quando ho detto al mio secondogenito, che ha 10 anni, che sarebbe ricominciato Alive mi ha risposto ‘Daaaaiii! Il mio programma preferito!’ ”.

Vabbè, ma non vale! Tuo figlio è di parte

Dici? Beh, quando gli ho chiesto un commento su Life mi disse: “Ah, non ne ho vista neppure una puntata!”. Per dirti quanto mio figlio sia di parte…

Beh, i figli sanno dare grandi soddisfazioni! Nel frattempo non posso che ringraziare Vincenzo Venuto per la piacevole chiacchierata e ribadire che stasera su Rete 4 riparte Alive – Storie di sopravvissuti su Rete 4 in prima serata.