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Nostalgia canaglia: Quinto Potere e Simonetta Martone

In questo tvbloggin’ di mezza estate mi travolge un’ondata di nostalgia che ho voglia di condividere con voi. Nelle memorie televisive del sottoscritto, nonchè nei ricordi più personali, resterà indimenticabile un programma carico di significato sperimentale ma anche di speranze viscerali. Occorre tornare indietro nel tempo all’ottobre 2004, in cui andava in onda su Sky

4 Luglio 2007 23:16

quinto potere sky fox life In questo tvbloggin’ di mezza estate mi travolge un’ondata di nostalgia che ho voglia di condividere con voi. Nelle memorie televisive del sottoscritto, nonchè nei ricordi più personali, resterà indimenticabile un programma carico di significato sperimentale ma anche di speranze viscerali. Occorre tornare indietro nel tempo all’ottobre 2004, in cui andava in onda su Sky l’innovativo reality 5uinto Potere, che mi ha visto compiere i primi passi nella blogosfera.
Al timone vi era una coppia a 360°, sul lavoro come nella vita privata, composta da Gregorio Paolini e Simonetta Martone, che ho avuto il piacere di conoscere (seppur di sfuggita). Senza tirarmela nè incorrere nelle solite ovvietà, posso assicurarvi che sono due veri professionisti, animati da un grande trasporto creativo. Tuttavia, il vero cuore della trasmissione erano gli aspiranti producer, un cast popolato da una decina di ragazzi di belle speranze che, a turno, si giocavano il posto in redazione. Ognuno dei concorrenti di questo show, una via di mezzo tra un esperimento di real tv e una docu-fiction, si esponeva in prima persona all’insindacabile giudizio del pubblico, chiamato a decretare non più l’eliminazione da una Casa, bensì un licenziamento vero e proprio. E poiché la struttura stessa del programma, basato per larga parte su una diretta live in onda all’ora di pranzo, lasciava al telespettatore la possibilità di vedere i concorrenti ‘al lavoro’, la scelta diveniva ben più onerosa!
Occorreva informarsi, stabilire i termini grazie a cui definire l’uno più professionale e preparato dell’altro, interessarsi alle competenze tecniche che i ragazzi andavano acquisendo pian piano nel corso del loro stage-lavoro all’interno degli studi di 5uinto Potere. Allo spettatore da casa si imponeva, insomma, una scelta di maturità, un giudizio autoriale, una partecipazione propositiva alla dinamicità di un reality fattosi via via sempre più interattivo…
Ma la vera sorpresa fu quella che vide il mio umile blog, che commentava quotidianamente le puntate della trasmissione, tramutarsi in un caso mediatico, lungamente discusso e largamente dibattuto durante la consueta striscia giornaliera (in onda dalle 13.00 alle 15.00). Le mie opinioni spietate – ma all’occasione anche lusinghiere – sul lavoro dei ragazzi, chiamati settimanalmente a realizzare un magazine trasmesso su Fox Life, destarono un tale scalpore da farmi chiamare in diretta nel bel mezzo della trasmissione per uno spiazzante diritto di replica. E il culmine di quest’avventura così surreale, a metà tra realtà e reality, resta la mia visita alla redazione.Un’esperienza forte e autentica, perché i ragazzi li vedi davvero così come te li immaginavi, non sono molto diversi da come appaiono in tv… E’ stato interessante seguirne le vicende dietro gli specchi, condividere con loro divertimenti e momenti di allegria, discutere le proprie critiche e riscontrare la loro reazione. Dolcissima e umana Simonetta Martone, colorito nelle sue espressioni e mordace Gregorio Paolini (erano insieme nella sala mensa degli studi Voxson di Roma, quelli in cui hanno registrato anche Notti sul Ghiaccio), disponibili a volte gli addetti ai lavori, che ci hanno fatto vedere i servizi in anteprima, scoprire il dietro le quinte, entrare nello studio dove si registrava il magazine, provare qualche stand-up.
Non capita tutti i giorni di finire in uno studio televisivo, a stretto contatto con i suoi meccanismi, e comporta un grandissimo stress emotivo per chi la tv la guarda dal di fuori come puro svago e intrattenimento (allora, peraltro, era molto giovane).
Non sai mai quanto di quello che dici possa essere interpretato per quello che è, perchè aleggia un potere supremo che è pronto a distorcere la più vera delle realtà, quella di tutti i giorni. Finire in una redazione-reality, piena di telecamere più o meno nascoste, è una situazione paradossale, per chi la tv la vede tranquillamente da casa, e ne viene immediatamente catapultato.
Ammetto di non essermi sempre trovato completamente a mio agio perchè, nonostante abbia visitato lo studio a telecamere spente, c’era la sensazione di dover rispondere a dei ritmi e a delle leggi televisive che nella vita quotidiana non sussistono.
Per quanto mi riguarda io ero un semplice telespettatore curioso del fenomeno mediatico, ma a quanto ho capito tutti i producer erano poco propensi ad accettare l’etichetta di reality show affibbiata al lavoro redazionale con cui si mettavano in discussione ogni settimana.
Forse è questo uno dei motivi che ha reso il Quinto (l’ho notato proprio entrando a diretto contatto con i suoi protagonisti) un’esperimento assai fuori dal comune. Un po’ perchè elitario, un po’ perchè rivolto ad addetti ai lavori ma soprattutto destinato a vita breve come le migliori favole. Doveva terminare ad aprile 2005 ma è stato soppresso nel dicembre 2004 per presunte ragioni di audience, visto che da gennaio gli ascolti sarebbero stati monitorati sul satellite, con conseguenti mani legate per qualsiasi tentativo di sperimentazione e innovazione creativa presente nei palinsesti non in chiaro (e pensare che ora che l’auditel Sky esiste davvero va in onda Stella).
L’aria che si respirava a Quinto Potere non me la dimenticherò tanto facilmente: otto ragazzi di belle speranze, con dei caratteri e delle motivazioni molto forti, che si giocavano in tutto e per tutto la sfida per un contratto di lavoro con Sky. Persone determinate, agguerrite, talentuose e al tempo stesso grintose, pronte a tirar fuori le unghie e a difendere a spada tratta le proprie capacità. Doti indubbiamente valide per chi vuole affacciarsi nel mondo del lavoro, e soprattutto in quello della tv che è il più spietato di tutti.

Alcuni lanci del Quinto Potere Mag a cura di Giovanni Esposito