Home Carla Gozzi a TvBlog: “Dire Fare Baciare svela un’Italia segreta, fatta di eccessi e di tanta dolcezza”

Carla Gozzi a TvBlog: “Dire Fare Baciare svela un’Italia segreta, fatta di eccessi e di tanta dolcezza”

La signora del glam e dello stile diventa anche produttrice di contenuti per il web e l’on-demand, per proporre qualcosa di più innovativo. 

pubblicato 22 Febbraio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 07:51

Debutta su Real Time Dire, Fare, Baciare – Italia, versione domestica del format made in UK in onda da oggi, sabato 22 febbraio, alle 13.40 e destinato ad accompagnarci a lungo nel palinsesto del canale 31 del DTT. In tutto 20 puntate da 30′ prodotte da Endemol per Discovery Italia.

A guidarlo Carla Gozzi e non poteva essere altrimenti: il programma, infatti, è tutto incentrato sullo stile e il buon gusto, sulla valorizzazione della bellezza ‘naturale’ contro le sovrastrutture, diciamo pure le maschere, che spesso – più spesso di quanto si pensi – si indossano pensando di dare di sé un’immagine più sexy e affascinante e finendo invece per sfiorare talvolta il ridicolo.

La parola chiave del programma, infatti, è ‘makeunder‘, proprio il contrario del ‘makeover’ e del ‘make-up’: l’obiettivo è ‘togliere’, sottrarre, eliminare per ritrovare la propria bellezza. Ogni protagonista viene sottoposto/a allo ‘sguardo’ dell’occhio elettronico di POD, che fa tanto ‘grande fratello’: un occhio ‘estraneo’ che più di altri farà capire al protagonista di puntata quali siano i cambiamenti da fare. Cambiamenti che potranno essere portati a termine solo con i consigli e ‘l’occhio clinico’ di Carla Gozzi e che poi vengono giudicati dal pubblico che valuterà se i protagonisti sono da ‘evitare, da ‘baciare’ o addirittura da ‘sposare’.

Noi ne abbiamo parlato con Carla Gozzi, ormai un’istituzione del glam, dello style e dell’eleganza non solo al femminile, che tra poco debutterà anche con Un Giorno per Me e che ha al suo attivo da Ma come ti vesti?! a Guardaroba Perfetto, passando per tournée teatrali e libri zeppi di consigli all’insegna del ‘mai più senza’ e ‘mai più con’, entrati a far parte del linguaggio comune.

Giochiamo col titolo: i tre aggettivi di Carla Gozzi per raccontare Dire Fare Baciare Italia…

Beh, direi ‘fantastico’, perché vedremo un mondo che penso che nessuno di noi possa immaginato che esista in Italia, bellissimo anche perché è molto veloce, con un ritmo serrato anche perché tutto viene raccontato in appena 24 minuti e le puntate volano davvero. E poi divertente, molto divertente.

C’è stata qualche modifica sostanziale rispetto al format originale? Si è lavorato, insomma, a un adattamento ‘all’italiana’?

In realtà noi ci siamo mantenuti fedeli al format originale, direi in maniera piuttosto pedissequa, mantenendo inalterati tutti i passaggi.

Ah, personalmente speravo che qualche variazione fosse stata introdotta, a dire il vero. Ho sempre trovato il format troppo ‘culturalmente’ connotato per essere esportato tout court, con quello stile molto brit e quei commenti maschili non proprio da gentlemen

In effetti, l’unico dubbio che avevo inizialmente, quando abbiamo iniziato a parlare di questo progetto, era che vi fossero anche in Italia dei casi tanto eclatanti, originali ed eccentrici da presentare. E invece, posso confermare, ci sono anche noi (e la sua voce ‘sorride’, ndr). Abbiamo conosciuto ragazzi e ragazze di tutta Italia, da Nord a Sud, a dire il vero di tutte le età. Con tutto quello che abbiamo registrato potremmo realizzare quindici serie ma già con le puntate in onda scopriremo un mondo segreto.

Quindi le protagoniste non sono solo femminili, ci sono anche i maschietti in queste 20 puntate…

Sì, e devo dire che il parterre dei personaggi è molto vario. Ci sono ‘concorrenti’ di tutte le età: ci sono le signore un po’ più agèe che mantengono un look eccentrico ed originale nonostante qualche anno in più.

Cambia quindi anche la platea chiamata a ‘giudicare’?

Sì, e la caratteristica principale che è molto varia, anche per dimostrare la varietà dei giudizi e non avere una valutazione omogenea. Cambia anche in relazione al protagonista.

Insomma, qualcosa di molto diverso dal ‘banco vetrina merce’ della versione inglese?

Il punto è che non il risultato di cambiamenti al format. Quello è rimasto lo stesso. Quel che cambia siamo ‘noi’, ci sono gli italiani. Quelli che rispondono ad esempio hanno modi molto diversi di rispondere, c’è il nostro ‘made in Italy’, la nostra impronta.

Un’impronta che si sente, immagino, anche tra i protagonisti…

Certo. E per quanto ci siano dei look estremi, la cosa che ho trovato e che mi ha colpito, anche rispetto alla versione inglese, è che i protagonisti sono tutti molto ‘dolci’, nel senso che sono tutte persone che hanno storie curiose alle spalle. Quando le incontro, nel pre-makeunder, che è anche un modo per farle conoscere ai telespettatori insieme a me, saltano fuori anche delle cose dolcissime. Cose che invece nella versione inglese non c’è, ma perché loro non sono così e quindi evidentemente parliamo di popolazioni completamente diverse. Forse è più ‘sottotono’, meno ‘eccessivo in senso socioculturale, della versione inglese, ma il format è lo stesso.

In pratica l’adattamento al target è ‘intrinseco’ in un programma come questo, in cui il target è per l’appunto protagonista, e non è frutto di un intervento di scrittura, insomma…

Eh sì, ed è giusto che sia così: l’adattamento al ‘mercato Italia’ nasce  proprio dal protagonismo italiano, dal fatto che ci siamo ‘noi’ nel programma.

C’è qualche storia, qualche protagonista che più di altre l’ha colpita in questo suo viaggio da Nord a Sud alla ricerca dell”eccesso’?

Ogni storia, ovviamente, è in sé particolare. C’è la ragazzina che da grande vuole fare la cantante jazz, e magari anche un po’ gospel, che impersonifica già ‘il personaggio’: il suo sogno se lo ‘coccola’ già con l’abbigliamento e la trovo una cosa bellissima. Ci sono poi le hair stylist, magari di provincia, che si immaginano in un mondo diverso, che immaginano il proprio salone in una città cosmopolita e si comportano già come se vivessero lì, con un look che si potrebbe trovare a Sydney, come a Berlino o a Londra. Ma magari vivono in una graziosa cittadina di provincia.

Tutti giovanissimi..

Beh, non solo…C’è anche la signora un po’ più agèe, ma body builder, allenatissima, che fa la personal trainer e che porta alta la bandiera del fitness anche nel backstage. Cercava di convertire tutti, dal team ‘make’ ai tecnici, al ‘mens sana in corpore sano’, dando lezioni di benessere. Una persona simpaticissima, veramente forte! Sono tutte storie ed esperienze che in fondo ti restano e ti colpiscono, anche perché poi noi non ci limitiamo a una semplice intervista e via, ma costruiamo intorno a loro il programma. Abbiamo, insomma, modo di conoscerle.

Ma poi il makeunder ‘funziona’?

“Beh, sono tutti personaggi che credono molto in quello che sono, quindi il makeunder, e questo ci tengo a dirlo, non è detto che resti. Queste persone, infatti, le rincontriamo dopo un po’ di tempo e in qualche caso hanno mantenuto qualche tratto del makeunder, altri sono rimasti esattamente com’erano.”

In molti casi mi sembra di capire che vi siate trovati davanti a delle ‘proiezioni del sé’, non solo di fronte a casi critici da ‘pronto soccorso stile’…

Esatto. In molto casi mostrano quel che vorrebbero essere. L’abito qui fa veramente il monaco.

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Il casting è avvenuto per auto-candidatura o tramite ganci, come in Ma come ti vesti?

No, no qui si son candidati loro e ci siamo trovati di fronte a una gran quantità di provini da valutare. Del resto sono personaggi che per la loro stessa natura eccentrica vogliono essere notati, amano stare al centro dell’attenzione. L’opportunità di poter diventare popolari è ovviamente qualcosa di speciale.

Giustamente… e io che pensavo fosse frutto di una presa di coscienza. Ma guardiamo già avanti. Di Un giorno per me torneremo magari a parlare, ma non posso che chiederle se ha già qualche altro progetto in qualche cassetto del suo ‘armadio’…

Beh, è tutto ancora top secret, ma sempre legato al mio mondo, quello della bellezza, dello stile, ‘dell’abito fa il monaco’, c’è un oceano sommerso di realtà e quindi sto lavorando a dei format nuovi, molto divertenti, molto originali che produrrò io direttamente e me li gestirò autonomamente. Ho ristrutturato anche il mio blog, che sta diventando una web-tv, quindi tante novità alle quali sto lavorando con il mio team per alcuni progetti innovativi per questo 2014. C’è tanto che bolle in pentola per quest’anno.

Qualche anticipazione?

Diciamo che quando si è ‘piccolini’ come lo siamo noi si può essere anche più innovativi, si può rischiare qualcosa in più, visto che non dobbiamo tener conto dell’audience, che invece per le grandi reti resta sempre il riferimento. Noi al contrario possiamo divertirci, chi ci ama ci segua e magari proprio in questo contesto, quando non hai vincoli, nascono le cose più creative…

Capisco che Real Time guardi sempre di più agli ascolti, considerate anche le ultime strategie, da Amici a Bake Off …

Sì, sì… anche nella scelta dei format, delle collocazioni nel palinsesto che ovviamente ci coinvolgono ma che possono mettere un po’ da parte l’idea che magari dà meno garanzie di successo. Allora si può puntare sul web. La stessa Real Time ha una piattaforma web molto forte e magari si può immaginare di fare qualcosa insieme e accontentare anche i fan che ci seguono e chiedono cose un po’ diverse. Puntando magari sempre di più sull’on-demand.

Per tornare ai palinsesti e alle collocazioni, un po’ mi ha colpito la scelta di Dire, Fare, Baciare Italia nel daytime del sabato. Sarà che sono abituata a vedere il makeover/makeunder più in seconda serata, nella fascia pregiata.

Sì, però diciamo che il weekend, soprattutto il sabato, si presta bene: le persone sono a casa, la tv è accesa… mentre durante la settimana, nel quotidiano tutti siamo più presi e nel prime time c’è tanta concorrenza. Per cui il sabato pomeriggio può essere quello spazio dedicato un po’ a sé da ritagliarsi.

 

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In chiusura non posso che chiederle un parere su Sanremo che si avvia alla conclusione…

Beh, la grande novità di quest’anno è la Littizzetto vestita Gucci e lei ce la sta mettendo tutta. Finalmente Gucci non veste una super-top-model ma una donna normale, come tante, come tutte noi e questa la trovo una cosa carina.

 

Carina come è stata questa chiacchierata con Carla Gozzi, che non possiamo che ringraziare e seguire nel suo nuovo programma. Io intanto vado a vedere se c’è qualcosa su Sanremo 2014: certo che mettere la Milano Fashion Week proprio mentre all’Ariston sfila di tutto è veramente cattiveria.

 

 

 

 

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