Home MasterChef Italia Carlo Cracco a Tv Talk risponde a TvBlog: “MasterChef su Rai 1? A me interessa solo far bene il mio lavoro”

Carlo Cracco a Tv Talk risponde a TvBlog: “MasterChef su Rai 1? A me interessa solo far bene il mio lavoro”

Ospite del programma di Rai 3, il giudice di MasterChef spiega chiaramente le ragioni della sua severità: i concorrenti davanti alle telecamere dimenticano il motivo per cui sono in tv. “Se mollo anche io il racconto si perde”

pubblicato 18 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:26

 

Carlo Cracco a Tv Talk: un’ospitata particolare per uno degli chef più amati della tv tornato da qualche settimana su SkyUno con la terza edizione di MasterChef Italia. A Cracco è stata posta anche una domanda tra quelle proposte dai lettori di TvBlog: la scelta è caduta su quella di Lo Stanatore.

“Ritiene che la trasmissione abbia le carte in regola per uno sbarco in prime time su un canale generalista. RaiUno, per esempio, magari come succede in UK dove va in onda su BBC1?”.

Cracco risponde dritto, come suo stile:

“Non è una materia di cui mi interesso. A me non interessa che sia Rai 1, SkyUno o Canale 5, a me interessa fare il mio lavoro e farlo bene”.

Ma qual è il suo lavoro? La cucina, non ci sono dubbi. Lo dice fin dall’inizio, quando entrando in studio e schernendosi di fronte al maestro Massimo Ranieri, che definisce immediatamente ‘un mito’, dichiara subito “Il mio è un hobby“, giusto per mettere le cose in chiaro e definire la propria posizione nel mondo della tv.

L’impressione di spaesamento che sembra dare Cracco in uno studio diverso da quello di Masterchef non tragga in errore: lo chef è sempre ben presente a se stesso e quando si apre il dibattito con Carlo Freccero, il prof. Simonelli e Ilaria Dallatana – fresca di addio a Magnolia (o quasi) -, sulla classicità vincente di Massimo Ranieri, che testimonia come il classico vinca sempre (parola di Freccero), lo chef non esita a manifestare la propria opposizione:

“Secondo me il classico invece è il rifugio dato dalla crisi o dalla povertà delle idee, mentre le cose nuove dovrebbero essere quelle che hanno più spinta”.

Beh una critica inevitabile da chi vede nel rinnovamento la molla della ricerca gastronomica e che è nel cast di uno dei programmi che più di altri ha innovato il linguaggio del talent e della tv, non solo in Italia. Ma Cracco è sempre molto netto nel definire gli spazi della sua professione:

“In MasterChef noi giudici ci mettiamo la ciliegina, ma noi non siamo protagonisti, sono altri, i concorrenti”.

E chiarisce che non avrebbe mai accettato un programma nel quale dovesse cucinare:

Io non cucino in tv. Io so cucinare, non ho bisogno di dimostrarlo in tv. Ed è proprio perché non cucino che ho accettato MasterChef. Se mia avessero proposto di andare in tv per cucinare avrei detto no. Non serve a niente far vedere qualcuno che cucina in tv”.

Ah però, mica male. A mio avviso neanche troppo cortese verso il collega Bruno Barbieri, che invece a MasterChef Magazine cucina…

E se a Freccero la tv che cucina non piace, stupisce sentire Cracco dargli ragione. Neanche a lui piace la cucina in tv, la trova praticamente inutile. Ma quando poi Freccero critica l’atteggiamento arrogante e prepotente dei giudici, soprattutto di Bastianich, Cracco chiarisce una volta per tutte i motivi della loro severità:

“Io credo che il fatto di essere severi, anche perché noi non siamo cattivi, ci sta. Quando si cucina i concorrenti davanti alla telecamera cambiano, non si comportano in modo naturale. E se io per primo non li tengo nel binario si perde tutto il racconto. Per cui la severità serve a dimostrare ai concorrenti l’importanza della cucina. Hanno a disposizione grandi ingredienti e devono tirar fuori qualcosa. E un po’ il sogno di tutti avere a disposizione una dispensa infinita e poter cucinare senza obblighi”.

Nella critica di Freccero, che contesta a Cracco l’eliminazione di Margherita, la ragazza con disturbi alimentari, c’è tutta la diversa concezione che i due ‘Carlo’ hanno della tv: per Freccero quella era una storia fortissima, da reality, da portare avanti fino in fondo, ma Cracco è categorico:

“Io non giudico la storia, di come è arrivato a quel piatto il concorrente: se una cosa non è buona non posso dire che è buona”.

Una cosa è certa: di programmi di cucina in tv ce ne sono molti, ma MasterChef non appartiene alla categoria e insieme a Hell’s Kitchen, che avrà sempre Cracco come protagonista, non può essere trattato come le rubriche a striscia che pullulano in tv. E non ci può non condividere l’osservazione di Freccero, che fotografa il paradosso del forte rapporto tra cucina e tv: la cucina si fonda sul gusto e l’olfatto, due sensi che però in tv non esistono. E invece la tv è così forte e la cucina è prodotto dell’immaginario talmente forte da azzerare questo conflitto.

A tutto il resto ci pensa MasterChef.

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