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Tv Talk e TvBlog – Fai una domanda a Michele Santoro

Lascia i tuoi quesiti nei commenti. La redazione di Tv Talk ne sceglierà uno o più da proporre al giornalista.

pubblicato 26 Aprile 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 05:10


Tv Talk ci prova da un po’ e, finalmente, nella puntata di sabato 28 aprile 2012, in onda come di consueto su Rai 3 alle 14.55, il programma di approfondimento sul mondo della televisione avrà come ospite Michele Santoro.

E’ proprio a lui che, questa settimana, i lettori di TvBlog potranno rivolgere le loro domande, lasciandole – come al solito – nei commenti a questo post: la redazione di Tv Talk ne sceglierà una o più, per proporle al giornalista.

Ricordiamo, in una telefonata che Tv Talk registrò con Santoro l’anno scorso , che il giornalista parlò, fra le altre cose, della difficoltà di raccontare la realtà internazionale e della tv spazzatura, dicendo:

«Dobbiamo capire se la tv italiana vuole raccontare il mondo o no. La mia sensazione è che non avvertiamo quella responsabilità che invece hanno la tv americana, quella inglese o quella francese, che si sentono partecipi delle vicende internazionali. […] In Italia abbiamo più canali generalisti di chiunque altro, la necessità di riempire 6 reti generaliste 24 ore al giorno porta a produrre a basso costo, per questo poi c’è così tanta tv spazzatura. […] Il reportage, anche quello sulle vicende internazionali, dovrebbe essere inserito strutturalmente nei nostri palinsesti.

Da allora (era il 26 febbraio 2011) è passata parecchia acqua sotto i ponti, sia televisivamente sia politicamente. Michele Santoro non è più in forze alla Rai e si è creato la sua “nicchia” (piuttosto popolata, a dire il vero, soprattutto considerata la tipologia di messa in onda e il fatto che Servizio Pubblico è un programma che bisogna andare a cercare al di là delle abitudini e del consueto “scanalare”) con Travaglio, Vauro e “altri 100mila” (quelli che hanno finanziato il progetto, come ricorda uno dei cartelli iniziali in ogni puntata del programma di approfondimento).

Naturale, dunque, che le questioni da trattare con il giornalista saranno davvero tante. A cominciare dalla nuova esperienza per arrivare al suo futuro televisivo. Fra le questioni che, personalmente, mi piacerebbe veder affrontate, ce n’è una in particolare che prende spunto dalle osservazioni di un anno fa di Santoro (molto legata a una “critica” che feci dopo la prima puntata di Servizio Pubblico – Se togli l’antagonista all’eroe, svanisce la tensione narrativa – fermo restando che progressivamente, a mio giudizio, il programma è andato migliorando, regalando anche puntate molto interessanti e reportage speciali degni di nota su tutti quello dedicato alla Tav), che richiede un discorso un po’ complesso.

Usciti dal torpore di un ventennio davvero difficile (in politica come in televisione), il giornalismo televisivo (e non) è davvero ancora in grado di spiegare l’Italia agli italiani? Riuscirà ad uscire dalle semplificazioni schematiche dei pro o dei contro Berlusconi e ad affrontare tematiche molto più complesse e meno “binarie”? Per esempio: il pareggio di bilancio in Costituzione, o ancora l’ideologia economica che guida le scelte politiche più recenti (che non è certo l’unica idea possibile di futuro)? Si riuscirà a superare la rappresentazione mediatica del Governo dei tecnici, che in tv soffre di quel moralismo italiano per cui i “professori” e gli “esperti” hanno il diritto (morale, appunto) di segnare la strada e di imporre sacrifici (diritto che, invece, l’immorale B. non aveva)? E queste tematiche così complesse riusciranno a fare i conti anche con la necessità del “fare ascolti”? Oppure bisogna rassegnarsi al fatto che la tv d’approfondimento debba cavalcare l’onda della facile indignazione “di pancia” e “di piazza” per rinunciare allo spirito critico e all’approfondimento?

Se avete anche voi domande per Santoro, dunque, lasciatele nei commenti.

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