Home Sky Uno The River: su Sky Uno l’ “horror pop” dal creatore di Paranormal Activity e prodotto da Steven Spielberg

The River: su Sky Uno l’ “horror pop” dal creatore di Paranormal Activity e prodotto da Steven Spielberg

Su Sky Uno The River, la serie tv di Oren Peli (Paranormal Activity) e prodotta da Stevn Spielberg, ambientata sul Rio delle Amazzoni e la sua giungla, tra misteri e colpi di scena

pubblicato 1 Marzo 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 22:58


Con “Paranormal Activity”, Oren Peli e Steven Spielberg si erano conosciuti, diventando entrambi artefici del successo mondiale della pellicola horror diretta dal primo (il secondo ne era rimasto affascinato e si decise a distribuirla nei grossi circuiti). Ora, con “The River”, la serie tv in onda da stasera alle 21:10 su Sky Uno, i due tornano in affari, ma per la tv.

Ideata da Peli, con Michael R. Perry e Michael Green e prodotto da Spielberg, “The River” ripropone sul piccolo schermo gli elementi che hanno portato al successo il primo (ed i successivi) film del regista: lo stile del mockumentary -ovvero il falso documentario-, una storia carica di suspence e scene al cardiopalma.

Lo show parte dalla scomparsa, sul Rio delle Amazzoni, di Emmet Cole (Bruce Greenwood), esploratore conosciuto in tutto il mondo per essere protagonista di una serie di documentari che ha affascinato un’intera generazione. Cole, però, da sei mesi ha fatto perdere le tracce, insieme alla sua troupe ed alla nave nonchè sala di montaggio del suo programma, la Magus.

The River
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Nonostante le ricerche siano state interrotte, Tess (Leslie Hope), moglie di Emmet, decide di mettersi in moto per cercarlo senza le autorità. Per trovare i fondi necessari alle ricerche, stringe un patto con Clark (Paul Blackthorne), ex produttore dell’esploratore. Lui pagherà per il viaggio e la strumentazione utile alla missione, ma la donna dovrà accettare che la ricerca del marito diventi materiale per un nuovo programma televisivo.

Clark pone anche una condizione: che alle ricerche si aggiunga Lincoln (Joe Anderson), figlio di Emmet e studente di medicina, che da anni non sente il padre, avendolo sentito sempre troppo lontano e coinvolto nel suo lavoro fin da quando era piccolo.

Parte così l’avventura di Tess e suo figlio, che nella ricerca di Cole saranno aiutati anche da Lena (Eloise Mumford), figlia di un cameraman anche lui scomparso, Kurt (Thomas Kretschmann), guardia del corpo addetta alla sicurezza a bordo, Emilio (Daniel Zacapa), meccanico che si unisce al gruppo con la figlia Jahel (Paulina Gaitan), ed AJ (Shaun Parkes), cameran di bordo.

Le ricerche fin da subito si dimostreranno difficoltose. Ma, più aumenteranno gli indizi che potrebbero ricondurre a Cole e scoprire i motivi della sua scomparsa, più il fiume e la giungla circostante che il gruppo attraverserà sara al centro di alcuni fenomeni paranormali, al centro anche di alcune leggende delle popolazioni del luogo.

Così, tra spiriti intrappolati, fantasmi in cerca di aiuto, e le “richieste” della Boujana, ovvero una delle zone meno esplorate del fiume, i protagonisti scopriranno che quella “magia” che Emmet citava nei suoi programmi potrebbe averlo catturato.

“The River” non può essere definito horror a tutti gli effetti, sia perchè la rete di messa in onda (la Abc) non si sarebbe potuta permettere la trasmissione di uno show con scene eccessivamente macabre, ma anche perchè la stessa impostazione della serie, che in ogni puntata presenta un mistero della giungla che i protagonisti devono risolvere per poter proseguire il viaggio, la serializza al punto da farle in parte perdere quel pathos di cui un horror necessita.

Si può invece definire il telefilm un “horror pop”, attento quindi alle situazioni che possano generare suspence nel corso degli episodi, ma anche alle dinamiche dei personaggi, di cui, nel corso delle puntate, scopriremo segreti in qualche modo legati all’esploratore di cui sono alla ricerca.

A favore dello show gioca anche il numero di episodi: otto, che permette alla serie di mantenere una certa intensità nel racconto senza perdersi in lungaggini (ma è chiaro che, se dovesse essere rinnovato per una seconda stagioni, i riempitivi arriveranno). “The River”, insomma, riesce ad incuriosire il pubblico affascinato da storie ricche di misteri e colpi di scena, amanti di atmosfere insolite ed alla ricerca di qualche brivido.

Sebbene qualcuno abbia definito lo show l’ “erede di Lost” (appellativo che in realtà non ha mai fatto bene alle sorti delle serie che l’hanno ricevuto), “The River” manca della stessa coralità ed intensità di caratteri del telefilm cult. Nonostante questo, si sta dimostrando un’alternativa all’offerta seriale di questi mesi, da prendere in considerazione per chi vuole uscire da uffici, corsie e licei e darsi all’avventura.



The river, la serie tv
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