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Speciale MTV EMA 2011 – TvBlog a Belfast

Il reportage da Belfast: TvBlog in Irlanda per gli MTV EMA 2011

pubblicato 5 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:11


C’è da rendere conto del gossip, delle nomination e di tutto quel che riguarda lo show. Ma capirete bene: andare agli MTV EMA 2011, per TvBlog è un’occasione anche per raccontare altro, per staccare un po’ dalla solita routine televisiva, per mostrare un po’ di backstage non solo degli eventi televisivi – come questo, che insieme è anche musicale e infatti verrà commentato anche dai colleghi di Soundsblog – ma anche del nostro lavoro. Tanto per cominciare, visto che la vanità è umana – e non solo femmina – inutile dire che l’invito di MTV all’evento ci abbia fatto molto piacere. E per proseguire, ecco che, insieme a tutte le informazioni del caso per lanciare gli awards (in onda in diretta su MTV domani sera, 6 novembre 2011 alle 21) si può fare anche un po’ di chiacchiera di “costume e società”.

Che a Belfast ci tengano parecchio, ad ospitare la diciottesima edizione degli MTV EMA 2011 lo si capisce dall’accoglienza all’aeroporto. Il visino photoshoppato di Selena Gomez è ovunque, anche sul rullo trasportatore. Ciò non toglie che raggiungere la capitale dell’Irlanda del Nord non sia esattamente una passeggiata di salute, se non si ha la fortuna di trovare un volo diretto su Dublino e poi farla su ruota.

Verso Belfast



Intendiamoci: niente che abbia a che vedere con la poetica del viaggio, con Chatwin o Kerouac. C’è la partenza da Linate alle 7:55. Anzi, prima ancora la marcia sotto la pioggia verso Linate. Che avevi Malpensa a dieci minuti di macchina, ma la vita ha voluto diversamente, vedi un po’ il destino crudele; poi l’incontro con il resto del “gruppo” (ma dei colleghi con cui condividi il viaggio, mica si può parlare: va a finire che ti leggono, e dovresti dire solo cose positive su tutti. Anzi, salutiamoli i colleghi. Del resto, del gruppo non si può dire null’altro se non che si è meravigliosamente “italiani”: casinari, incazzati ma anche sorridenti, con la lamentela facile e l’occhio rivolto verso quell’estero che a volte si guarda con invidia, altre volte con superiorità, e non lo sai bene nemmeno tu perché. Una specie di Gruppo Vacanze Piemonte, insomma. Di gente che scrive, però), il riflettere sul fatto che stai portando in giro, una volta tanto, la faccia di Malaparte anche se ti presenti nome-cognome e il primo scalo a Parigi. Poi c’è la ricerca del fantomatico Gate E21, il più nascosto del «Charles De Gaulle», con una prosperosa signora inglese che ti si rivolge in perfetto francese per sapere se anche tu stai aspettando quel volo lì. O meglio, il pullman per quel volo lì. Allora capisci che qualcosa non torna.

Sali su un aereo di quelli minuscoli con le eliche, con una hostess meravigliosa, un misto fra la Signorina Rottenmeier e Frau Brucher: la eleggi subito a idolo incontrastato del viaggio, anche quando ti spiega che si farà uno scalo (tecnico? Va a sapere) ad Exeter. Un posto del quale fino a cinque minuti prima non conoscevi nemmeno l’esistenza. Atterri, considerando che quando sei su un aereo piccolo vedi proprio bene le ruote e gli ammortizzatori, quando arrivi sulla pista, e cercando di evitare di pensare che quelle eliche tengono su tutta la baracca miracolosamente (anche se quando scatti le foto con l’iphone, lo shutter fa uno strano effetto “bombardamento”). Ed Exeter è una specie di Legoland. Solo che è a grandezza naturale. Capisci tutto: in realtà sei in una sit com.

Esci dall’aeroporto dopo aver fatto i controlli per l’uscita, fai una specie di giro-pesca e rientri e ti controllano. Progressivamente (da Milano a Parigi a Exeter) ti rendi conto di quanto, come un’escalation, si prendano sul serio le questioni che riguardano la sicurezza e i controlli. Roba che l’italiano si lamenta, ma poi è il primo a voler la sicurezza. Quando fa comodo a lui. E finalmente risali sull’aereo. Un altro, ma sempre con le eliche. A bordo, c’è di nuovo lei, Frau Rottenmeier, che si è cambiata la casacca: da rossa è blu, e tu ti aspetti di vederla anche sul palco degli MTV EMA. Un atro paio di ore, fra attesa e volo e finalmente alle 14:10 ora locale (15:10 per il fuso italiano) atterri. Non hai fatto altro che passare da un aeroporto all’altro cambiando vettore, ma sembra di aver fatto una transoceanica. E torniamo daccapo: Belfast e l’Irlanda ti hanno accolto con il verde, verdissimo dall’oblò dell’aereo, che ad un certo punto ha lasciato spazio alle case regolari, regolarissime. E poi al faccione di Selena Gomez photoshoppato.

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Belfast, velocemente

Belfast la vedi con una rapidità imbarazzante dal finestrino. Prima di iniziare a scrivere hai giusto il tempo di raggiungere l’albergo con un taxi, bere una Guinnes e assaggiare una pizza irlandese – d’accordo: sarà provinciale, ma qualunque cosa non sia fatta in Italia e con gli ingredienti giusti non si può chiamare pizza -, constatare che in albergo c’è anche la convention di Conall McDevitt un rappresentante del SDLP (slogan: Real Change. Sarebbe il Social Democratic and Labourist Party, al momento il quarto partito dell’Irlanda del Nord, dopo esserne stata la prima forza politica fino agli inizi del ventunesimo secolo). Del resto, Belfast ha 267.500 abitanti, è una piccola cittadina: non è affatto strano che l’albergo che ci fa da campo base per questi giorni di EMA ospiti anche altri eventi.

Sì, ho detto albergo. No. Non è l’albergo dei vip. Quindi, dimenticatevi foto della stanza di Lady Gaga o di quella di Selena Gomez.

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