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Mediaset sul fallimento Baila!: “colpa dei giudici, ma ci riproveremo”

Mediaset annuncia ufficialmente la chiusura di Baila! in un comunicato stampa accusando giudici e la concorrenza per il fallimento del programma

pubblicato 17 Ottobre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:45


Il progetto di Baila! è fallito, ma è colpa dei giudici, della concorrenza (Rai e Milly Carlucci) e della lentezza della giustizia. Questo in sintesi il pensiero di Mediaset alla vigilia della chiusura dell’ennesimo floppone condotto da Barbara D’Urso. L’azienda ha diffuso un comunicato stampa nel quale si accusa “una conduttrice e un’azienda concorrente” di aver impedito la realizzazione del “progetto originario articolato in sei puntate“.

Il “progetto originario” sarebbe dovuto essere, andando al sodo, una riedizione del format Bailando por en sueno per il quale la BBC aveva già denunciato il plagio ai danni del suo Strictly Come Dancing. Un programma identico a Ballando con le stelle se si esclude il fatto che il ballerino accoppiato al vip di turno avrebbe dovuto essere una “persona comune che vuole realizzare un sogno“.

Secondo Mediaset, nemmeno troppo implicitamente, il fallimento di Baila! sarebbe stato causato dall’obbligo di mandare in onda una versione “deformata” per via di una decisione al “buio” del Tribunale di Roma. L’azienda si dice convinta che al momento della discussione della richiesta d’impugnazione del provvedimento in oggetto, il programma avrebbe avuto un completo via libera, ma “purtroppo, a oggi, giorno di emissione di un’ulteriore puntata azzoppata, non abbiamo ancora potuto avere notizia della decisione dei nuovi giudici, e non sappiamo se arriverà a ore, a giorni o a settimane“. In sostanza Mediaset è convinta che i giudici avrebbero consentito ai vip di ballare con i ballerini “nip” (rendendo il programma evidentemente identico a Ballando con le stelle) e, di conseguenza, un successo negli ascolti.

Niente paura, però, Mediaset annuncia di essere pronta al grande ritorno:

E’ già infatti allo studio un nuovo programma Mediaset dedicato al ballo che, magistratura permettendo, saprà incontrare i gusti dei telespettatori.

Non vediamo l’ora di vederlo, apprezziamo sempre le idee originali.

Ecco il comunicato integrale:

Stasera andrà in onda la quarta e ultima puntata della versione deformata di “Baila!”.

Come è noto, il progetto originario, articolato in sei puntate, non ha mai potuto essere realizzato a causa di un incomprensibile ricorso d’urgenza presentato, prima ancora che “Baila!” andasse in onda, da una conduttrice e da un’azienda concorrente convinti che la normale competizione televisiva in questo caso non dovesse avere luogo.

Il ricorso ha generato comunque un provvedimento al buio del Tribunale di Roma che Mediaset, pur non condividendolo, ha rispettato scrupolosamente rivoluzionando “Baila!” alla vigilia del debutto e amputandolo di elementi cruciali diffusi in tutte le gare di ballo televisive per garantire un’avvincente struttura narrativa.

Mediaset ha deciso di sopportare un vincolo di tale onere in attesa dell’esito dell’impugnazione dell’ordinanza: ovvero una decisione espressa dai giudici a ragion veduta, dopo aver finalmente visionato l’oggetto del contendere, e in grado di stabilire una volta per tutte che “Baila!” è, come in effetti è, un contenuto originale e inedito.

A quel punto, nonostante il programma fosse partito con i gravi handicap descritti, avremmo potuto ripristinare l’ispirazione originaria capace di incontrare i gusti del pubblico.

Purtroppo, a oggi, giorno di emissione di un’ulteriore puntata azzoppata, non abbiamo ancora potuto avere notizia della decisione dei nuovi giudici, e non sappiamo se arriverà a ore, a giorni o a settimane.

Nell’incertezza, la versione deformata di “Baila!” stasera si fermerà con un arrivederci al pubblico. E’ già infatti allo studio un nuovo programma Mediaset dedicato al ballo che, magistratura permettendo, saprà incontrare i gusti dei telespettatori.

A conclusione di questa incomprensibile e dispendiosa vicenda, Mediaset procederà in ogni caso alla richiesta di un equo risarcimento per il danno subito.