Il segreto dell’acqua: un poliziesco psicologico che rischia di annoiare, complice uno Scamarcio snob (per necessità o natura?)
Il segreto dell’acqua, con Riccardo Scamarcio, è una fiction psicologica che però rischia di annoiare (per colpa di Scamarcio?)
Renato De Maria, nel presentare “Il segreto dell’acqua”, la cui prima puntata è stata appena trasmessa da Raiuno, l’aveva detto: sarà un “poliziesco psicologico”. Il poliziesco sta nella storia, negli omicidi che la squadra palermitana a cui fa capo il neo arrivato Angelo Caronia (Riccardo Scamarcio) devono risolvere; lo psicologico nel protagonista stesso, appassionato di Caravaggio, Bach e che considera uno psicologo “il suo unico amico al momento”.
Premesse interessanti, si direbbe: unire il genere più popolare della fiction italiana ad una scrittura più d’introspezione, cercando di elevare la qualità del prodotto proponendo un personaggio distaccato dal resto dei ruoli che la tv propone. Insomma, fare più o meno quello che fanno le serie americane, soprattutto quelle via cavo, libere di regalare al pubblico personaggio scomodi, antipatici ma adorabili.
Purtroppo, il personaggio di Caronia sembra solo scomodo ed antipatico. Neanche la genialità che dovrebbe venire fuori nel corso della puntata, anticipata dal discorso che gli viene fatto prima del trasferimento, lo salva. E non si capisce se Scamarcio (che, per ovvi motivi acchiappa-pubblico, non sfugge alla solita scena di sesso) la parte di quello con la puzza sotto al naso la interpreti o gli riesca naturalmente. Insomma: non basta dire “facciamo un personaggio alla Dr. House” per avere, alla fine, un personaggio che sia alla Dr. House.
Riccardo Scamarcio hot ne Il segreto dell’acqua
Serve altro: maggiore cinismo (che qui manca, forse per paura di osare con battute e gesti che il pubblico di Raiuno non avrebbe apprezzato), maggiore dinamicità (essere antipatici non vuol dire essere lenti), maggiore intensità. Degli spiragli ci sono, però: le intenzioni di Caronia di legare coi nuovi colleghi aprono le possibilità di un evoluzione del personaggio a cui, ora come ora, si spera per il bene della fiction stessa.
La produzione in sè pecca di alcuni difetti, come la scrittura, molto più adatta ad un libro che ad una serie tv, o il ritmo. I pregi, invece, si trovano nella regia (bella la scelta di usare riprese in soggettiva per far identificare il protagonista col pubblico) e nel cast corale, buoni attori capaci, quando Scamarcio non è al centro dell’attenzione (ma sono poche le volte in questione), di rendere “Il segreto dell’acqua” qualcosa di molto più interessante.
Un’occasione sprecata, dunque? Non lo possiamo dire ancora. Proprio come con “Dov’è mia figlia?”, essendo la trama orizzontale c’è la necessità di chiedere ulteriore tempo alla storia per espandersi verso altri spiragli narrativi e, magari, raggiungere svolte interessanti. Eppure, quando si realizzano fiction di questo tipo, ci dovrebbe essere la consapevolezza che fin dalla prima puntata bisogna saper conquistare il pubblico. E, se la storia necessita di tempo per lievitare, bisogna puntare tutto sui protagonisti. E Scamarcio sembra essere stata più una scelta strategica che utile ai fini della storia stessa.
Foto de Il segreto dell’acqua Hot – Scena di sesso e Scamarcio nudo nella fiction di Rai1
