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Salvo Sottile querela Sabatini. E Sabatini risponde a TvBlog

Sottile querela Sabatini. Dove va a finire il diritto di critica?

pubblicato 23 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:28


Salvo Sottile è un giornalista che, in tv, conduce Quarto grado. Anche Mariano Sabatini è un giornalista che, non in tv, si occupa di critica televisiva.
Ora, accade che Sabatini abbia criticato, anche duramente, il programma di Sottile.

E siamo d’accordo: Sabatini non ci andò leggero, soprannominando il conduttore “telebecchino” e “vampirelli del terzo millennio”. Ma il pezzo motivava ampiamente le critiche e, insomma, rientrava, a giudizio del sottoscritto, nel banale – ma sacrosanto – diritto di critica. E anche nel diritto di ironizzare un po’ e di evitare di prendersi troppo sul serio: in fondo, è “solo televisione”

Eppure, come racconta tvZap, Sottile, evidentemente, non ha gradito la critica e ha ritenuto di dover querelare il giornalista, facendo precedere, a quanto si apprende, la querela dalla minaccia di una richiesta di risarcimento epocale: 1 milione di euro.

L’episodio è interessante, se non altro perché permette di fare una riflessione più ampia che riguarda tutti coloro che si occupano di critica televisiva (o forse, che riguarda, più in generale, tutti i giornalisti). La critica televisiva deve potersi esprimere liberamente, anche stroncando un prodotto o persino un personaggio, se questi – a giudizio del critico – meritano di essere stroncati. A meno che non si ritenga che di tv si debba parlare bene, sempre e comunque. In questo senso, la querela per diffamazione – già utilizzata ampiamente nei confronti dei giornalisti d’inchiesta – potrebbe diventare un pesante elemento di dissuasione ad esprimere esplicitamente e senza filtri le proprie opinioni.

In merito, abbiamo sentito proprio Mariano Sabatini, che ci racconta la sua versione dei fatti e che difende, com’è naturale, il diritto alla critica.

Salvo Sottile mi ha sempre insultato pesantemente al telefono ogni volta che mi sono occupato di lui. Non solo su Metro, prima ancora mi era capitato di intervistarlo per Libero, quando collaboravo a quel giornale. Ha avuto da protestare anche in quel caso. Ripeto, si trattava di un’intervista e non di una nota critica. Credo si sentano così le vittime di stalking.

Per farlo contento avrei dovuto dimenticare lui e il suo modo di intendere il giornalismo di nera. Non era possibile: Quarto grado è un brutto programma ma di successo, perché il linea con il desiderio guardonistico che la tv asseconda ampiamente. Non potevo e non potrò evitare di occuparmene come so fare. Il pezzo per cui vengo querelato si riferisce ad un programma e al ruolo pubblico del suo anchorman, nulla di personale o privato. Un articolo, anche irridente e satireggiante, non può essere considerato diffamatorio solo perché turba il peana che Mediaset e certa stampa compiacente intonano.

In quasi vent’anni di giornalismo sono stato insultato per strada, ho saputo di telefonate sgradevoli ai miei direttori, eppure mai mi era accaduta una cosa del genere. A certe persone la lucina rossa della telecamera dà alla testa e così si sentono autorizzate ad usare il bazooka contro chi osa turbare i sogni di gloria con una cerbottana.

Di fronte alla dirompenza della tv, un pezzo anche severo che appaia su un giornale o in rete ricorda la lotta di Davide contro il gigante Golia. Che poi sia un giornalista a querelare un altro giornalista, cercando di intimidirlo e ridurlo al silenzio, dovrebbe essere considerato come la violazione di un tabù.

Naturalmente, nel merito della questione, anche Salvo Sottile, se vorrà, potrà dire la sua.

Sempre nel rispetto del diritto alla critica, che si deve poter fare e che si deve saper ricevere.

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