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Sandrone Dazieri a TvBlog: “Ci saranno altri nuovi ingressi in Squadra Antimafia 4 e tra i temi si parlerà di energie alternative”

Intervista esclusiva al capo editor di Squadra Antimafia 3 Sandrone Dazieri

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pubblicato 10 Giugno 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 05:49

Questa sera alle 21:10 andrà in onda la puntata conclusiva di Squadra Antimafia – Palermo Oggi 3 che chiuderà una stagione di successi per la fiction prodotta da Taodue. Dopo avervi proposto le interviste a Giulia Michelini e Simona Cavallari, Marco Bocci, Giuseppe Zeno, Gianmarco Tognazzi e Francesco Mandelli, abbiamo pensato di concludere questa carrellata ponendo alcune domande a Sandrone Dazieri, l’artefice insieme logicamente a Pietro Valsecchi delle storie che hanno caratterizzato Claudia Mares, Calcaterra, De Silva e Rosy Abate. Ci ha anticipato che questa sera ci saranno delle dipartite (per uccisione o altro) sia nei buoni che nei cattivi. E a lui, che sta scrivendo anche la sceneggiatura di Ris Roma 3, abbiamo chiesto in anteprima un’anticipazione di Squadra Antimafia 4 per la quale gli piacerebbe creare una puntata in tempo reale sullo stile di “24”. Buona lettura!

Lei è il capo editor della serie di Squadra Antimafia sin dalla seconda stagione, oltre che aver lavorato per “Intelligence” e per altre produzioni di Taodue. Quali cambiamenti ha apportato dal punto di vista della scrittura dalla seconda alla terza stagione di Squadra Antimafia?

“Esiste un filo narrativo in cui i personaggi crescono e cambiano e il tentativo che ho sempre avuto in mente sin dalla seconda stagione è stato quello di farli crescere consentendo loro di mutare anche il loro modo di comportarsi spiazzando il telespettatore, ma soprattutto dando sempre dei colpi di scena in modo da tenerlo sempre attaccato alla puntata. L’idea è stata quella di dare sempre cose nuove ma allo stesso tempo farlo divertire aggiungendo tensione, suspence e così via. Questo ha fatto sì che dalla 2 ad oggi ci sia stata una linea diritta: la terza stagione ricominciava dove era terminata la seconda con i personaggi che riprendevano da quel momento la loro storia professionale. In più, un’altra cosa che ho sempre fatto, è stata quella di non dare mai la certezza che i personaggi che si vedono sullo schermo, siano essi buoni o cattivi, rimanessero vivi”.

Quest’anno ha dovuto affrontare la dipartita di Claudio Gioè e allo stesso tempo l’ingresso di una serie di nuovi personaggi che in breve tempo sono diventati molto apprezzati al pubblico. Ha avuto difficoltà nel costruire la storia rispetto alle stagioni passate?

“Le difficoltà sono sempre quelle di costruire il personaggio a cui ti affezioni. Mi è dispiaciuta la dipartita di Claudio Gioè ma questa l’ho vista anche come un’occasione per far entrare nuove storie e figure nuove. Quando si ha un personaggio come la Mares che aveva una relazione con Di Meo da 2 stagioni e ora il suo compagno è morto, questo apre mille possibilità: potrà innamorarsi di nuovo, potrà conoscere qualcuno di differente. La cosa che è complessa in Squadra Antimafia dal punto di vista della scrittura è che siccome sono 10 puntate orizzontali, si deve tirare una linea che vada dalla prima puntata all’ultima incrociando tutte le storie dei protagonisti e facendole capire ai telespettatori”.

Squadra Antimafia 3
Uno dei nuovi ingressi di quest’anno è Marco Bocci che nella serie interpreta il poliziotto Calcaterra. Un poliziotto sicuramente atipico che all’inizio si presume possa persino essere una talpa. Come nasce?

“Abbiamo voluto costruire un personaggio che non fosse il classico bello e simpatico che arrivava, ma qualcuno a cui ci si doveva affezionare poco alla volta. Volevo che avesse un passato tragico, che nascondesse qualcosa ai colleghi non potevano sapere, toccando tra l’altro il tema dell’eutanasia come nel caso della moglie. Calcaterra non era un sottoposto semplice, ma andava a minare il controllo di Claudia Mares nella squadra: per questo lo abbiamo costruito all’inizio con comportamenti diversi da lei quasi in contrapposizione anche per far nascere il sospetto che potesse essere lui la talpa, cosa poi smentita dai fatti”.

L’altro personaggio di questa serie molto gradito è stato senz’altro De Silva, nato nella seconda stagione ma letteralmente esploso in questa terza fino a quasi oscurare Rosy Abate per quanto riguarda i cattivi.

“Il caso di De Silva è particolare perchè nasce come un piccolo cameo come esponente dei servizi segreti deviati nella seconda stagione. Ci siamo resi conto poi scrivendolo che apriva tante possibilità perchè poteva incarnare tutto il marcio che si portava dietro di sè, ‘peggiorando’ di puntata in puntata. Nella prima versione di Squadra Antimafia sarebbe dovuto morire, poi invece è diventato sempre più spietato ma anche un genio del male, uno che tessendo complotti e contatti con i suoi, è riuscito a mettere sotto scacco sia persone come la Mares ma anche i suoi amici che sono diventati avversari. Lui è geniale, ha sempre un colpo segreto nascosto e questo gli permette di reagire alle sconfitte: la sua è una follia creativa e malvagia che però ottiene il suo scopo. Fin dove si spingerà lo vedrete nella puntata di questa sera”.

Cosa possiamo anticipare senza svelare troppo sulla puntata finale di questa sera?

“Non posso dire chi viene ucciso, chi resta o chi va via. Ci saranno molti scontri in questa puntata finale. Diciamo che sarà anche una puntata on the road, la fuga di due donne, Claudia Mares e Rosy Abate, in omaggio al film Thelma e Louise. Questa è una serie molto al femminile, ma diversa dalle altre nelle quali la donna ha un ruolo subordinato. Qui le figure femminili sono le più forti tra tutti i personaggi e le protagoniste impongono le loro idee a tutti gli altri che spesso sono maschi. E’ questo secondo me il punto di forza di Squadra Antimafia”.

Squadra Antimafia 3
Non possiamo anticipare nulla di quello che accadrà nella puntata finale, ma sappiamo che sta scrivendo la quarta stagione che inizierete a girare a luglio. Ci può dire qualcosa in anteprima?

“Posso anticipare due temi di cui si parlerà nella quarta stagione. Si ripartirà dalla lista che racchiude personaggi importanti, cosa che abbiamo visto nelle ultime due puntate andate in onda e l’onorevole che si è visto in realtà sarà solo la punta dell’iceberg. E poi tratteremo, rimanendo sempre molto vicini alla realtà, di energie alternative e di come le mafie riescano a mettere le mani anche su progetti legati all’ambiente. Un tema decisamente attuale. In più, ci saranno personaggi nuovi, sia tra i buoni che tra i cattivi.”

Lei lavora a stretto contatto con Pietro Valsecchi. Com’è il vostro rapporto durante la scrittura? Vi scontrate spesso?

“Iniziamo a dire che l’idea di un formato di 10 puntate da 100 minuti orizzontali per una serie poliziesca è la prima volta che si fa e questo è merito di Valsecchi. E’ il produttore ma è quello che dà l’impostazione, il cosiddetto soggetto di serie, in sostanza la sintesi di quello che si vorrà vedere nelle dieci puntate. E’ l’anima di tutti i progetti di Taodue; ha un carattere forte e risoluto, io sono molto testone e a volte litighiamo pure, ma mi sembra poi che alla fine questo conflitto creativo porti a ottimi risultati”.

Le fiction di mafia piacciono al pubblico italiano e in particolare a quelle di Canale 5 dove la Taodue appunto ha collezionato molti successi, ultimo dei quali Squadra Antimafia. Secondo lei cosa c’è alla base del riscontro auditel, magari il fascino del bene contro il male?

“Il fascino del Bene contro il Male è fondamentale, muove tutte le storie insieme all’amore e il sesso. Io credo però che sia, se mi lascia passare la battuta, una cosa nostra. Si possono fare meravigliosi primi piani sulle gang di Los Angeles, sulla polizia corrotta di New York, ma la mafia è roba nostra e solo noi la sappiamo raccontare davvero bene”.

Squadra Antimafia 3
Come giudica la situazione delle fiction italiane, che sono sempre di più un pilastro dei palinsesti delle due ammiraglie? Rispetto alla situazione straniera, le nostre fiction cosa hanno in meglio o in peggio?

“In peggio sicuramente il budget e poi il fatto che ci mettiamo su un mercato locale che spesso non riesce a superare i confini anche per il formato di 100 minuti che non esiste all’estero. In meglio, ho lavorato con troupe straniere che hanno mega-mezzi straordinari ma devo dire che la professionalità delle nostre troupe, delle quali si parla pochissimo, non ha eguali al mondo. E’ gente che lavora con ritmi pazzeschi arrivando anche a girare 6-8 ore al giorno per confezionare il prodotto in pochissimo tempo. E questo oltreoceano non c’è. Per quanto riguarda le storie, stiamo imparando, io sono cresciuto con le fiction italiane ma soprattutto con le serie americane. Mi sono accorto che la tv stava cambiando quando ho visto Buffy – L’Ammazzavampiri, una serie che cito sempre ad esempio quando scrivo. Da lì, secondo me è cambiato tutto. Senza questa non ci sarebbe stato Twilight e forse neppure Lost“.

Da quanto abbiamo capito lei segue le serie americane. Quali sono le sue preferite e quale vorrebbe magari trasportare in Italia per farne una versione per il nostro Paese?

“Io seguo tutto quello che viene trasmesso purchè abbia del mistero e una storia orizzontale anche grazie al sito subsfactory informatissimo su tutto quello che c’è in onda in questo momento. Mi piacciono The Shields, No Ordinary Family, amo molto Bones anche se è peggiorato nel tempo, Castle e Csi anche se mi ha stancato. Tra le serie che vorrei realizzare, c’è 24. Raoul Bova nella parte di Kiefer Sutherland sarebbe perfetto. Mi piacerebbe per esempio fare una puntata di Squadra Antimafia in tempo reale, e so che sarebbe anche complicato dal punto di vista produttivo, ma sarebbe una bella innovazione. Intanto sono entrato nel team di scrittura di Ris Roma 3 che inizieremo a girare a breve. E quella sarà un’altra bella avventura da affrontare”.

mb