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Falqui-Solari: Il Varietà prende la parola

Il dialogo sul varietà fra il grande regista Antonello Falqui e Giampiero Solari regista e autore di Fiorello, Celentano, Panariello, Morandi

di Hit
pubblicato 10 Giugno 2011 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:19


Cosa può scaturire dal dialogo di due persone del calibro di Antonello Falqui e Giampiero Solari che parlano di varietà? Ci è capitato di vedere una puntata di Dixit, il programma di Giovanni Minoli in onda su Raistoria, in cui era protagonista una chiacchierata fra questi due grandi registi-autori, a casa proprio di Antonello Falqui. Il grande regista del varietà degli anni sessanta e settanta della Rai, due titoli su tutti: Studio Uno e Milleluci, che accoglieva nella sua abitazione l’artefice dei grandi one man show degli ultimi anni: Morandi, Celentano, Panariello, fino agli ultimi spettacoli di Fiorello. Due autentiche potenze dello spettacolo televisivo italiano che discutevano del varietà di ieri e di oggi.

La partenza è ovviamente per Falqui. Un regista che ha fatto del gusto, della raffinatezza, dell’eleganza le parti fondamentali del suo percorso artistico nella grande Rai del passato, proprio quella che citava ieri sera Santoro nel suo monologo iniziale. Partendo da quella che oggi si chiama “cifra”, Falqui sottolinea come nei suoi spettacoli ci sia sempre stato un filo conduttore che lega la sostanza del programma e accompagna il telespettatore nell’ora e dieci minuti di durata. Uno stile uniforme che parte dalla cura della sigla di testa ed arriva a quella di coda. Racconta delle riunioni che partivano mesi prima della messa in onda del programma, per poi arrivare alla registrazione delle puntate settimanali con già tutto scritto e preparato. Parla dell’emozione, condivisa dallo stesso Solari, di vedere in onda nel migliore dei modi l’idea prima scritta solo su di un foglio di carta.

Solari poi sottolinea come la regia di Falqui nasca dal cinema e dal teatro che il regista aveva frequentato prima di passare alla televisione. Una regia attenta ai movimenti di macchina in piccole sequenze cinematografiche, che veniva spesso usata per riprendere le esibizioni canore, che Falqui ora dice di non vedere più nella televisione di oggi. Dice “Ora si passa da un totalone ad un primo piano strettissimo, senza mettere nulla in mezzo”. Aggiunge poi che i registi di oggi spesso staccano continuamente, credendo che così facendo si dia ritmo al programma, ma cosi non è. Dei registi dei nostri tempi salva Duccio Forzano, che è proprio il regista di molti spettacoli firmati Solari.

E’ inevitabile parlare dei grandi artisti del passato diretti da Falqui: la grande Mina, la Vanoni, Luttazzi, Celentano. Falqui sottolinea la grande duttilità di Mina, il fascino della Vanoni, la grande stima per Lelio Luttazzi “un maestro che ho portato alla conduzione, non solo perché portava bene lo smoking”, fino alla grande passione che aveva per Celentano “uno smemorato ma di grandissimo talento, carisma e simpatia“. Solari poi aggiunge come al giorno d’oggi sia molto difficile convincere un cantante a fare una gag con il padrone di casa del programma, cosa invece molto frequente nei varietà diretti da Falqui. Ricordiamo per esempio le straordinarie ospitate di Sordi, Mastroianni e Totò da Mina in Studio Uno. Solari poi ricorda come i varietà di Falqui avevano anche una magia particolare dovuta al bianco e nero e di come sarebbe giusto che quelle trasmissioni facessero parte di un museo di arte contemporanea, piccoli gioielli di scuola d’estetica. Si parla anche del fatto di come in passato bastassero due autori per fare una trasmissione, ora invece ne servono molti di più e Solari spiega il motivo di questa necessità per la velocità con cui oggi si deve confezionare un programma. Ovviamente poi si parla di Fiorello, con Falqui che lo accosta al suo Walter Chiari e Solari che lo elogia dicendo che sa esattamente come muoversi sul palcoscenico e che la sua apparente improvvisazione è in realtà tutta preparata nei dettagli.

Davvero una piccola scuola di televisione del varietà, un genere difficilissimo da fare e che proprio Fiorello e Solari tenteranno di rifare nel prossimo novembre su Rai1, cosa che tempo fa proprio noi ci auguravamo da queste colonne.

Da Studio Uno del 1966 Mina in “Mi sei scoppiato dentro al cuore” (a proposito delle sequenze “cinematografiche” di Falqui) :

Dalla prima edizione di Stasera pago io, Fiorello canta “E tu” di Claudio Baglioni con Laura Pausini (a proposito delle gag fra ospite e padrone di casa):

Rai 1