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Domenica Cinque – Frattini sulla Guerra in Libia, Tg5 annuncia l’intervento

Equilibrismi di Franco Frattini, Ministro degli Esteri, per parlare della questione libica a Domenica 5, con Brachino. Da un lato, Frattini si preoccupa di rendere conto in qualche modo delle recenti posizioni dell’Italia nei confronti della Libia – parla di amicizia con il popolo libico, non con Gheddafi, ma i fatti di cronaca appena passata

pubblicato 20 Marzo 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 07:51


Equilibrismi di Franco Frattini, Ministro degli Esteri, per parlare della questione libica a Domenica 5, con Brachino. Da un lato, Frattini si preoccupa di rendere conto in qualche modo delle recenti posizioni dell’Italia nei confronti della Libia – parla di amicizia con il popolo libico, non con Gheddafi, ma i fatti di cronaca appena passata raccontano ben altro -, poi cerca di spiegare la posizione italiana di oggi, e deve fare i salti mortali, fra i due fuochi di La Russa, interventista, e Umberto Bossi, contrario all’intervento bellico.

L’Italia è coinvolta come gli altri paesi dell’Alleanza Internazionale; è giusto dire che l’Italia non può essere seconda a nessuno nell’impegno per far rispettare i diritti umani in un paese come al Libia che è un paese così vicino a noi.
Noi abbiamo molte volte dimostrato amicizia e solidarietà al popolo libico e, evidentemente, di fronte agli attacchi forti e ai bombardamenti sulle città della Libia, non potevamo rimanere indifferenti specialmente quando l’Alleanza Internazionale con le Nazioni Unite ha deciso di intervenire.
L’Italia, come membro dell’alleanza Atlantica e dell’Unione Europea, ha deciso fin dal primo momento di condividere le scelte internazionali; non possiamo fare un passo dimezzato rispetto agli altri per la nostra professionalità, la nostra esperienza, ma anche la nostra posizione geografica.
Se la Libia esplode, esplode in ogni caso, a un passo da casa nostra, ed è quindi evidente che più siamo coinvolti per riportare la pacificazione e nell’impedire le violenze contro i civili, meglio è.

Poi, il Ministro lascia intravedere le opportunità post-belliche che verranno all’Italia dopo l’intervento militare – anche solo per il fatto di aver concesso le basi alla coalizione. Concessione, peraltro, doverosa.

Noi vogliamo condividere problemi, responsabilità, ma anche partecipare a questa nuova Libia che verrà dopo Geddafi.

Questa, comunque, si chiama shock economy, per la cronaca.

Poco dopo, in una brevissima edizione straordinaria, Tg5 annuncia che gli aerei italiani interverranno fisicamente in Libia.


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