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Sportitalia, fallita la società editrice: che fine faranno le tre reti tv?

Procedura di fallimento avviata, ora si cercano investitori per far proseguire l’attività delle tre reti tv.

pubblicato 2 Maggio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 18:43

Clima decisamente pesante sui tre canali Sportitalia: la società editrice, la Maroncelli 9 (ex Interactive Group Spa), ha dichiarato fallimento presso il Tribunale di Milano. Si è aperta quindi la procedura di data room, ovvero la possibilità di visionare – col vincolo della riservatezza – i dati aziendali per quanti siano interessati ‘all’acquisto’ delle quote delle controllate EDB Media ed EDB Service, cui fanno capo il personale giornalistico e il comparto tecnico delle tre reti tv della società, Sportitalia 1, Sportitalia 2 e Sportitalia 24, in onda sui canali 60, 61 e 62 del DTT.

A scanso di equivoci, sul sito del Tribunale di Milano è possibile consultare la documentazione per la cessione del 100% delle quote delle due società, la prima (EDB Media) titolare dell’autorizzazione per la fornitura di servizi di media audiovisivi su frequenze terrestri in ambito nazionale con i palinsesti identificati dai succitati marchi e che impiega 20 addetti e circa 19 free lance (come si legge nel documento), e la seconda (EDB Service) che si occupa dei servizi di trasmissione di programmi tv e che dispone di 5 studi televisivi, con un numero di circa 42 addetti occupati.

Il destino delle due società e dei tre canali tv, quindi, potrebbe dunque essere legato all’individuazione di un nuovo investitore, in grado di rilevare le società e far proseguire l’attività dei tre canali, che coprono tra l’altro la Ligue 1 francese, gli incontri di EuroLega Basket, il Campionato Italiano Primavera Calcio e il rugby, insomma una buona quota di appuntamenti solitamente ‘tralasciati’ da Rai e Sky. Con quale media di share lo si legge nella ‘lettera invito ad offrire’ sul sito del Tribunale di Milano:

“lo share del network Sportitalia (free) raggiunge medie consolidate del 0,40% giorno con una media share uomo del 0,70%”

il tutto a fronte di una raccolta pubblicitaria che, stando a newslinet.it,

“produce 12 milioni di euro annui, raccolti dalla concessionaria PRS di Bernardini De Pace (a seguito della successione nel contratto di concessionaria con la Cairo Communications del patron de La 7 Urbano Cairo)”.

Ma veniamo al futuro: stando a quanto ha riportato nei giorni scorsi anche Italia Oggi, non sembra sia stato evidenziato un interessamento di Al Jazeera, da tempo invece al centro di rumors per un possibile ‘salvifico’ investimento.

Ma la storia del gruppo non è stata particolarmente serena: la ricostruiamo con Il Post, che ha delineato una efficace sintesi delle sue tappe fondamentali:

“La società Interactive Group (…) era stata lanciata nel 2004 dall’imprenditore franco-tunisino Tarak Ben Ammar, che è consigliere in Mediobanca e in Telecom Italia ed è in buoni rapporti con Silvio Berlusconi. Insieme a lui c’era Bruno Bogarelli, l’attuale direttore di Sportitalia. Bogarelli aveva ottenuto in licenza i canali televisivi dalla società Europa TV di Ben Ammar tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Negli scorsi anni le società dietro a Sportitalia avevano attraversato periodi di difficoltà economica, ma ancora nell’estate 2012 Bogarelli si dichiarava ottimista e diceva che nel corso della stagione 2012-2013 si sarebbe tornati a fare utili”.

Ora però la situazione è in stand by: maggiori dettagli si dovrebbero conoscere a giugno, ‘dead line’ da molti indicata per avere un quadro più chiaro sul destino delle tre reti e dei suoi addetti.

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