Home Jocelyn a TvBlog: “Mi piacerebbe rinnovare la liturgia attuale del preserale” [Prima Parte]

Jocelyn a TvBlog: “Mi piacerebbe rinnovare la liturgia attuale del preserale” [Prima Parte]

” />Direttamente dagli studi di via Tiburtina a Roma, in attesa della partenza di una nuova puntata di “Reazione a catena” incontriamo Jocelyn, regista della nuova edizione del game show di successo di questa estate di Rai1. Incontrando un personaggio come Jocelyn è impossibile non ripassare la sua storia professionale che è anche la storia

di Hit
pubblicato 13 Luglio 2010 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:07

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Direttamente dagli studi di via Tiburtina a Roma, in attesa della partenza di una nuova puntata di “Reazione a catena” incontriamo Jocelyn, regista della nuova edizione del game show di successo di questa estate di Rai1. Incontrando un personaggio come Jocelyn è impossibile non ripassare la sua storia professionale che è anche la storia di parte della nostra televisione. Un excursus che è già partito in alcune puntate della nostra rubrica della “Tv che c’era” con alcuni fra i suoi più bei programmi, come “Il grande gioco dell’oca“, “Caccia al tesoro” e “il milionario“. Ma non di solo passato abbiamo parlato con il grande autore, conduttore e regista tunisino, ma anche di futuro. Non sembrano davvero mancare a Jocelyn idee per nuove trasmissioni, oppure riedizioni di format vincenti di un recente passato. Tutto questo e altro ancora nella prima parte della nostra lunga conversazione. Buona lettura.

Come mai troviamo Jocelyn a “Reazione a catena” ?

“Per la voglia di lavorare insieme al mio amico Pino Insegno, siamo entrambi new entry per questa trasmissione e per la chiamata del direttore di Rai1. Con Pino la cosa ci piace, prima di tutto perché ci conosciamo da anni, poi abbiamo un grande rispetto uno dell’altro e c’è una bella complicità fra di noi, nata anni fa con la Premiata ditta e con il mio programma “Vita da cani”.”

Il ruolo nella trasmissione si limita alla cabina di regia, non ti spiace di non avere un coinvolgimento più diretto anche nella struttura della trasmissione ?

“Non mi spiace per niente. Per me è importante la fabbricazione del programma. Il mio stile si vede attraverso le mie immagini. Oltretutto io non sono autore della trasmissione. “

E’ un ritorno al preserale dopo il grande successo di “In bocca al lupo”..

“Certo, devo dire che “In bocca al lupo” è un bellissimo ricordo ed è stata una fantastica avventura. “

Hai un aneddoto particolare da raccontarci di quell’esperienza ?

Hai un aneddoto particolare da raccontarci di quell’esperienza ?

“Devo dire che quando partimmo con “In bocca al lupo” ricordo una dichiarazione di Maurizio Costanzo allora direttore di Canale5 che disse “alla Rai son pazzi a spendere soldi per questo programma. Noi abbiamo Fiorello, partono già sconfitti in partenza”. Abbiamo chiuso con il 32% contro il 12%. La cosa buffa è che Costanzo chiese tempo prima un preserale, ma mi disse una frase del tipo “senza impegno”. Senza impegno io non lavoro, che significa senza impegno?”

Rispetto all’esperienza di “In bocca al lupo”, come hai ritrovato la fascia del preserale?

“Il preserale è diventata una liturgia da rispettare. Il gioco ci deve essere prima di tutto. Quest’anno “Reazione a Catena” l’ho preso dopo due edizioni, ed il mio apporto al programma è minimo, se non ovviamente per la regia. Io ho messo le immagini, il modo di riprendere, la mia esperienza televisiva al servizio della trasmissione. “

C’è la voglia di sperimentare un preserale nuovo, cambiando cosi questa liturgia?

“Devo dire che ho un preserale per cosi dire nuovo, che secondo me potrebbe funzionare bene. Ed è il duello della Battaglia navale che ho fatto su Rai2 nel 2004. Era una specie di numero zero, però su 30 puntate. Era per fissare il format, perché una volta andato in onda è più difficile che te lo rubino. C’era una griglia virtuale, dove i concorrenti agivano per spostare le pedine di questa battaglia navale. Era un programma che mi ha dato tante soddisfazioni, il problema è che fu collocato dietro alle tribune politiche, ottenendo cosi scarsi risultati di audience. Fra l’altro già allora, volevo proprio darlo a Rai1, confezionandolo in maniera più ricca, per esempio aggiungendo dei musicisti, renderlo più appetibile per la prima rete. Perché penso che il pubblico del preserale magari voglia anche un po’ di spensieratezza alla “In bocca al lupo”, oltre che il gioco vero e proprio.”

“Un peu d’amour… d’amitie… et beaucoup de musique” era un programma della prima Telemontecarlo della fine anni ’70, un talk show sulla musica. Che ricordi hai di quella trasmissione?

“Era un salotto, era un reality, era la madre dei fagioli della Carrà. Era la radio portata in televisione. All’epoca non avevo operatori, avevo due vecchie telecamere in bianco e nero e mi arrangiavo con queste due camere. Mi sono divertito anche a fare il cameraman. Ha avuto poi un tale successo che faceva vendere tanti dischi a chi veniva ospite.”

Quali artisti ricordi ospiti di quel programma ?

“Ricordo che lanciammo Steven Schlaks, Pupo, Loredana Bertè. Matia Bazar, Franco Battiato, Fabio Concato, Pino Daniele, Renato Zero, Umberto Tozzi, solo per citarne alcuni. Moltissime canzoni di quel periodo, partirono proprio da quel programma. “

Quel programma è stato progenitore di tante trasmissioni venute dopo..

“Arbore stesso, per esempio, ha dichiarato che per “L’altra domenica” si era ispirato al mio programma. “

Come mai nessuno in Rai ti chiese di portare quel programma da loro?

“Perché all’epoca la Rai era molto più vecchiotta ma allo stesso tempo più coraggiosa. Mi spiego: adesso la televisione generalista punta su dei format che hanno già dato dei risultati sicuri, positivi in passato. Invece all’epoca era il direttore che decideva a suo insindacabile giudizio. Si prendevano dei rischi, perché prima di tutto i dati di ascolto arrivavano molto tempo dopo rispetto alla messa in onda della trasmissione. Adesso che ce li abbiamo subito, minuto per minuto, questa cosa ha tolto gli attributi a chi ha la barra del comando. Quindi ora si pensa prima a fare un numero zero, a testare. All’epoca c’erano dirigenti come Giampaolo Sodano che mi disse a proposito del Gioco dell’oca “Vai”. Oppure lo stesso Giovanni Salvi che disse la stessa cosa per la “Caccia al tesoro”, o Gianni Locatelli per il “Milionario”. Vuol dire che erano persone che già sulla carta vedevano la “resa” della trasmissione, adesso per mettere un nuovo programma in onda è tutto molto complicato.”

Avresti già un’idea per un nuovo programma ?

“Si figurati, di idee ne ho quante ne vuoi.”

Le hai già proposte ?

“Un po’ si, un po’ no. “

Hai un’idea forte ?

“C’è un’idea fortissima, ma non posso ancora parlarne pubblicamente.”

Una idea che Jocelyn ci spiega con grande enfasi a porte chiuse raccontandoci di un progetto forte e interessante, che non vedremmo l’ora di raccontarvi e poter vedere in onda… ma che per ora rimane top secret.

Domani online su TvBlog la seconda parte dell’intervista dove con Jocelyn parleremo della Tv di oggi e di quella che c’era e che forse presto ritornerà…

Pino InsegnoRai 1Reazione a catena - L'intesa vincente