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I Coliandrizzati insorgono ancora: nel mirino Giorgio Buscaglia

Se la gente si mobilitasse con tanta efficacia quando vengono messi in discussioni altri sistemi, più massimi e meno medi, chissà il mondo a che punto sarebbe. Probabilmente il medesimo, ma non si può mai dire. Certo è è che quanto sta accadendo, ancora e ancora, alla voce Ispettore Coliandro da quando la fiction ha

pubblicato 30 Maggio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 15:20

Se la gente si mobilitasse con tanta efficacia quando vengono messi in discussioni altri sistemi, più massimi e meno medi, chissà il mondo a che punto sarebbe. Probabilmente il medesimo, ma non si può mai dire. Certo è è che quanto sta accadendo, ancora e ancora, alla voce Ispettore Coliandro da quando la fiction ha subìto la mano pesante della tv di Stato, nella persona del responsabile della programmazione Cinema e Fiction di RaiDue Giorgio Buscaglia, è roba notevole. Poliziotti “veri” che creano una pagina su Facebook per protestare contro il taglio alle puntate della serie, movimentazioni poderose da parte di associazioni, curiosi, appassionati, telespettatori e quant’altro. Oggi perfino la pagina di Facebook dello stesso Giorgio Buscaglia presa d’assalto (pacificamente, più o meno) dai fan di Coliandro.

Sul sito ufficiale è comparsa una nota ufficiale che si intitola molto duramente “La rai non può uccidere Coliandro” e dice, tra le altre cose:

“[…] La Rai non sembra avere alcuna intenzione di tornare indietro sulla decisione del taglio definitivo della serie e più in generale delle fiction italiane, giustificato incredibilmente con esigenze di contenimento del budget, che però – chissà perché? – non colpiscono mai i sontuosi cachet dei protagonisti di altri e ben più dozzinali e inguardabili prodotti del piccolo schermo. Abbiamo allora lanciato una grande mobilitazione dei fans, per far sentire alla Rai la nostra voce e tutta la nostra indignazione: il “servizio pubblico” non può permettersi di trattare in questo modo una delle fiction più originali della televisione italiana (largamente apprezzata anche all’estero) e i suoi milioni di spettatori che pagano il canone.


La prima fase della protesta è consistita nell’invio di una valanga di mail con lo slogan “La Rai non può uccidere Coliandro” alle caselle di posta dei servizi di ascolto Rai e ai vertici aziendali. […]  Una battaglia che è poi passata alla “fase due”, grazie ad una proposta creativa elaborata dai fans che frequentano il Forum di Coliandro. Si è pensato di inviare ai vertici Rai (il presidente Garimberti e il direttore generale Masi) qualcosa di simbolico in difesa della serie: c’era chi proponeva vasetti di yogurt e chi croccantini per gatti, alla fine si è convenuto sui più spedibili coriandoli. La spedizione di massa via posta è avvenuta il 19 e 20 aprile 2010: nei due giorni successivi in viale Mazzini sono arrivate oltre 300 lettere piene di coriandoli, con dentro il messaggio: “Coriandolo ‘sta minkia! Rivogliamo Coliandro!” […] Mentre era in elaborazione la ‘fase tre’ della protesta per convincere la Rai a dare a milioni di suoi abbonati una giustificazione più veritiera per il taglio della serie, che non fosse solo quella economica (considerato che Coliandro è la serie più venduta all’estero dopo il Commissario Montalbano), è sceso in campo Giorgio Buscaglia. Il responsabile della programmazione Cinema e Fiction di RaiDue, presentando il 10 maggio 2010 le anticipazioni per l’estate, ha sentenziato: “Con una puntata di Coliandro ci compriamo dodici puntate di Ncis”. Ora, al di là di ogni considerazione su una distorta visione culturale che mette sullo stesso piano la serialità americana e una delle produzioni italiane più originali degli ultimi anni, ci viene da suggerire a Buscaglia un’altra possibile soluzione: perché non si dimette dalla Rai alleggerendo il bilancio aziendale del suo stipendio?”.

Il comunicato prosegue poi segnalando l’indirizzo email del dirigente, che sulla propria pagina – curiosamente – si definisce “Il Presidente della Repubblica dei Telefilm” non senza una certa sublimazione autoreferenziale che ha fatto infuriare ancor di più, se possibile, i numerosi fan. La Rai ancora deve prendere una posizione credibile e secca. Vediamo se in settimana si muoverà qualcosa.

Rai 1