Home Maurizio Battista a Blogo: “Poco di tanto come uno sceneggiato. Gli ascolti mi interessano poco”

Maurizio Battista a Blogo: “Poco di tanto come uno sceneggiato. Gli ascolti mi interessano poco”

Intervista al conduttore del nuovo programma di Rai 2 in onda da giovedì 14 maggio in prima serata.

pubblicato 12 Maggio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 02:04

La prima serata di Rai 2 scalda i motori. Da giovedì 14 maggio per tre puntate arriva Poco di tanto, il nuovo format prodotto da Ballandi nella quale la narrazione di tre decenni (gli anni ’60, ’70 e ’80) si intreccia al documentario in un viaggio di ricordi rivissuti tra nostalgia e ironia.

A raccontarceli ci sarà il comico Maurizio Battista alla quale abbiamo chiesto quali saranno le caratteristiche portanti del programma che lo vedrà protagonista.

Come è nato il progetto?

Nella mia idea è partito qualche mese fa. Quando non c’era tutto ‘sto casino (si riferisce all’emergenza coronavirus, ndr) avevo pensato ad una famiglia (nella quale io ero narratore) e dove si raccontavano gli anni ’60, ’70 e ’80 con 8 persone. Per ogni decennio la casa cambiava arredamento, quindi – scenograficamente – era una cosa titanica. Quando è arrivato il virus non si poteva più fare nulla e ci siamo chiesti che cosa potevamo fare. Alla fine siamo riusciti a portare il lavoro a casa con tutte le sicurezze: ambulanze fuori dagli studi, dottori vestiti di bianco. Sembravamo al Polo Nord (scherza).

Come sarà strutturato il programma?

Il nostro è un’intrattenimento nostalgico, leggero e bello. Tutta la nostra troupe è una troupe cinematografica. Le scenografie saranno eccezionali, sarà una cosa bella, fatta bene. Sì, racconteremo le contraddizioni ma anche le cose belle. Il tutto è supportato dagli RVM. Quando io intavolerò un discorso sul costo della vita mi chiederò perchè negli anni ’60 la vita costava di meno? Perché le tv o lo zucchero costavano di meno? Porto i dati e arrivo alla morale: non è che la gente spendeva meno, è che spendevano meglio. Nei filmati si parlerà del boom economico, così parleremo anche dell’avvento della tv ma con oggetti d’epoca.

In ogni puntata ci saranno degli ospiti che in ogni decennio ha lasciato un’impronta di sè, portandosi al successo.

Quali saranno gli ospiti e cosa faranno?

Siccome a me le cose facili non mi piacciono, ti anticipo una scena: ad un certo punto sento una voce lontana, una canzone. Giro per la casa che è mastodontica, mi reco in cucina e vedo che c’è una signora che mi sta cucinando i tortellini al ragù e indovina chi è? Orietta Berti. Mentre io mangio lei racconta la sua vita. Stessa cosa con Don Backy, lo vedo e ci prendiamo un caffè, mentre lui parla di sé. Nella puntata degli anni ’70 ci saranno Sandro Giacobbe e Riccardo Fogli con la stessa dinamica, arrivano quando meno te l’aspetti.

Loro quindi entrano a far parte di una storia, di una narrazione…

Esatto! Poi nell’ultima puntata ci sarà Michele Zarrillo e infine Gazebo, il cantante di I like chopin. Tutto questo è supportato da gag, oggetti e dalle Teche o Luce o Teche Rai.

Immagino che le Teche ti avranno dato non una mano, ma cento:

Ho pensato al pezzo del maestro Manzi (docente dello storico programma Non è mai troppo tardi, ndr) mostrerò alcune immagini ma non sarà l’unica cosa. Mostrerò tre tipi di intervalli, quello con le pecore ma anche quello con le città per far capire che il Maestro Manzi ci ha insegnato tante cose mentre l’intervallo ci ha insegnato la geografia.

Sulla carta arriva come una versione rivisitata de I migliori anni di Conti con la differenza che si mette da parte l’effetto nostalgia per la carta dell’ironia.

Eh sì! Pensala come uno sceneggiato con la famiglia.

Battista poi entra nel discorso prettamente televisivo, spendendo un pensiero sul risultato d’ascolto che potrebbe avere il suo programma:

Gli ascolti mi interessano poco. E’ la Rai. Il servizio pubblico deve fare anche queste cose di sentimento. Secondo me abbiamo fatto un prodotto eccezionale, di qualità. Se dovesse fare il 7, l’8 o il 9% di share sono contento, se dovesse fare il 5 sono contento lo stesso.

Il prodotto (nuovo) comunque arriva in un periodo dove le programmazioni tv sono costellate di repliche.

Noi abbiamo in contro programmazione la fiction di Rai 1 (Vivi e lascia vivere, ndr). Noi facciamo quello che facciamo, io ce l’ho messa tutta. Si può fare bene, si può fare male ma si può fare qualcosa di diverso.

Poco di buono racconta i decenni, ma se dovessero raccontare il 2020 come lo vedresti?

Un anno da non dimenticare, ma non tanto per noi quanto per chi gestisce certe cose perché il problema c’è. Purtroppo questo bel momento mio è segnato da un periodo brutto e lo dico con il groppo in gola. Forse avrei preferito non passare tutto questo e non fare neanche le tre puntate, dico la verità. Perché l’animo è triste.

In Rai ti sei trovato bene?

Non mi hanno detto né A e né B devo dire la verità. Ringrazio tutti quanti, si sono appassionati a questo programma. Il che non è poco!

Allora vogliamo dare l’appuntamento ai lettori di TvBlog?

Vi aspetto tutti giovedì 14 maggio alle 21:20 su Rai 2 con Poco di tanto!

Grazie e in bocca al lupo!

Rai 1