Home Netflix The End of the F *** ing World 2 è il sequel che ci si doveva aspettare (per fortuna)

The End of the F *** ing World 2 è il sequel che ci si doveva aspettare (per fortuna)

La seconda stagione di The End of the F***ing World, disponibile su Netflix, riporta in tv i personaggi tanti amati dal pubblico, per una nuova avventura che non tradisce lo spirito dello show

pubblicato 5 Novembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 11:51

Cosa ci fa Alyssa (Jessica Barden) sdraiata su un divano abbandonato nel bosco vestita da sposa? E’ solo uno degli interrogativi davanti a cui si troverà il pubblico vedendo le prime puntate della seconda stagione di The End of the F***ing World. Disponibile su Netflix da oggi, 5 novembre 2019 (in Inghilterra ha debuttato ieri su Channel 4), la seconda stagione della serie che quasi due anni fa ha divertito mezzo mondo rilancia senza perdere la propria natura, tra misteri, dark humor e dei protagonisti lontani anni luce dai personaggi rappresentati da tutti gli altri show.

Alyssa, Bonnie… e James?

Riassumendo brevemente il finale della prima stagione, avevamo lasciato Alyssa correre verso James (Alex Lawther), steso a terra sulla spiaggia dopo aver ricevuto un colpo di pistola, preso per difendere proprio la ragazza, con cui aveva intrapreso un viaggio alla scoperta di se stesso e della certezza che no, non è uno psicopatico.

Prima di scoprire che fine abbia fatto James e quale sia stata la reazione di Alyssa, la seconda stagione introduce un nuovo personaggio, ovvero Bonnie (Naomi Ackie). Una giovane il cui background viene raccontato nel season premiere e che si rivelerà essere centrale per tutta la stagione.

La storia di Bonnie è un storia di vendetta, e servirà ad alimentare la trama crime della serie, oltre a quella umoristica, nella cifra che ha contraddistinto lo show fin dal primo episodio. Un altro viaggio, insomma, che trasporterà il pubblico dentro un altro vortice di caos, presunta indifferenza e relazioni problematiche.

Un sequel da fine del mondo

Realizzare una seconda stagione di The End of the F***ing World non era cosa facile. Innanzitutto, perché il materiale letterario, ovvero la graphic novel di Charles Forsman, si era esaurito con la prima: serviva, quindi, partire da zero.

“Credo che ci siano alcune storie da raccontare”, aveva detto la creatrice della serie Charlie Covell l’anno scorso. E Netflix, forte dell’enorme successo riscontrato dalle avventure di Alyssa e James, quelle storie le ha volute sentire.

Ne è uscita fuori una stagione che non tradisce per niente lo spirito della graphic novel: The End of the F***ing World 2 è sempre una serie sul disagio, sulla paura di essere se stessi, sulla voglia di scappare dei giovani uomini e delle giovani donne ma, in fondo, anche di quelli che giovani non lo sono più.

Se si gratta via quella patina di dark humor di cui è intrisa la serie e si va oltre l’elemento crime, ne resta una serie che, spogliata del suo cinismo, ci presenta un mondo che, se non alla fine, non sta molto bene. La componente psicologica di cui sono intrisi i protagonisti è l’emblema di un racconto unico nel suo genere, che mette da parte le turbe sentimentali su cui solitamente si reggono le serie young adult per mostrarci la natura di un animo umano che si sta lentamente lasciando andare.

Non proprio una serie ottimista, verrebbe da dire: eppure, The End of the F***ing World 2 ci mostra come anche quando tutto sembra finito ci si può riprendere ed affrontare quella che sembra l’Apocalisse uscendone quasi del tutto indenni. In questo messaggio di sopravvivenza non eroica si trova la forza di una serie dal budget non milionario, piccola ma grande nell’arrivare ad un pubblico internazionale: una serie da fine del mondo.

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