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Salvini e Renzi, confronto in tv a Porta a Porta tra il 15 e il 17 ottobre

L’annuncio del leader di Italia Viva. Intanto Bruno Vespa è al centro di una rovente polemica

pubblicato 19 Settembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 13:54

Mi fa piacere che Salvini abbia accettato la proposta di confronto lanciata a Porta a Porta. Tra il 15 e il 17 ottobre, su Rai1, finalmente ci confronteremo con l’omonino. Sarà divertente“. Lo ha scritto Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nella sua enews.

Intanto Bruno Vespa in queste ore è al centro di una polemica anche politica seguita alle critiche per l’intervista di martedì scorso alla vittima di violenza Lucia Panigalli, durante la quale ha usato espressioni come “signora, se avesse voluto ucciderla l’avrebbe fatto“.

Ad attaccare l’anchorman anche la Federazione nazionale della Stampa e il sindacato Usigrai, con una nota congiunta, secondo cui la Rai ha trasmesso “l’ennesima intervista che mette sotto accusa la vittima“.

Non è nuovo Vespa a questo tipo di interviste, che si trasformano in interrogatori alle donne invece che in occasioni per raccontare e approfondire un fenomeno strutturale come quello della violenza.

Il giornalista, che sarà sottoposto al procedimento disciplinare dell’Ordine dei giornalisti, ha replicato così:

Mi sono dimesso il 23 gennaio 2016 dalla Federazione Nazionale della Stampa per il carattere violento, pretestuoso e settario delle sue polemiche nei miei confronti. Il mio giudizio si rafforza alla luce dell’incredibile dichiarazione di oggi. Credo sia la prima volta in assoluto che un giornalista viene criminalizzato a causa di una trasmissione per la quale viene al tempo stesso ringraziato dall’avvocato della sua presunta vittima. La cosa è tanto più grave perché le principali agenzie di stampa avevano diffuso già ieri sera la dichiarazione dell’avvocato Giacomo Forlani difensore della signora Lucia Panigalli.

Per la cronaca, FNSI e Usigrai hanno criticato anche La vita in diretta per la puntata del 12 settembre in cui si parlava del femminicidio di Piacenza:

Le parole usate hanno mostrato una totale lontananza dai temi posti dal manifesto di Venezia: l’amore associato alla violenza, il racconto del solo punto di vista dell’omicida, fatto passare per “ossessionato”.

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